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“Nata per la libertà”, la storia dell’infermiera-partigiana rivive in un romanzo

Il libro di Amalia Frontali è quasi un saggio, nel ricostruire la storia di Maria Peron. Ma sa anche interpretare bene pensieri ed emozioni di un anno di vita incredibile

Val d'Ossola Formazza

Maria si arrampica fuori dalla finestra, sta in bilico sul cornicione dell’ospedale, mentre i nazisti mettono a soqquadro le stanze delle infermiere: il romanzo “Maria: nata per la libertà” – scritto da Amalia Frontali – si apre con una scena che potrebbe essere un film d’azione. E davvero un regista troverebbe molto materiale, nel raccontare la storia di Maria Peron, infermiera della Resistenza, prima nell’ospedale di Niguarda, poi sui monti della Valgrande, tra l’Ossola e il lago Maggiore.

Amalia Frontali ha ricostruito la storia di Maria Peron – nata nel 1915 nelle campagne del Padovano – attingendo ad un’accurata bibliografia arricchita da attente ricerche. Ma al racconto dei fatti ha aggiunto anche il verisimile – per dirla in termini manzoniani – proponendo i pensieri della infermiera e tracciandone l’evoluzione, descrivendo uno spirito umanitario messo alla prova dalla crudezza della guerra partigiana e della guerra civile che lascia pochi spazi di mediazione.

Il libro si apre con Maria già consapevole, “arruolata” nelle file dei patrioti clandestini che a Niguarda curano di nascosto i feriti partigiani, nascondono gli ebrei, fanno scappare i feriti convalescenti piantonati dai nazifascisti.

Scoperta una parte della rete clandestina, Maria è costretta a fuggire: la sua militanza da partigiana della montagna durerà un anno esatto.
“Non nutro ambizione di aver ricostruito con precisione l’anno di Valgrande di Maria Peron, ma solo quella di aver reso giustizia alla sua coraggiosa avventura, alle sue idee rigorose, alla sua figura di donna indomita, determinata e lucida”, scrive l’autrice nelle righe di commiato dai lettori.

Tra le baite di Orfalecchio e i boschi della val Cannobina, sulle colline affacciate sul lucente specchio del Lago Maggiore, c’è un mondo ricco di personaggi reali dipinti spesso con pochi tratti.
La “ragazza bruna che pareva una porcellana biscuit”, Antonietta Chiovini (nome di battaglia legato all’età di allora, “la diciassette”, oggi ha 94 anni). Mario Muneghina, reduce della guerra di Spagna, “con i suoi occhi ardenti e la sua risata aperta”, Ezio Rizzato, dai ”piccoli baffetti curati, non giovanissimo e di bei modi”. Il partigiano Quarantatre, Carlo Suzzi, che sopravvissuto alla fucilazione “parlava sempre con leggerezza della morte”.

Val d'Ossola Formazza

Storie che agli occhi di oggi paiono incredibili, come quella di Laurenti Giapparize, fatto prigioniero dai tedeschi, messo in divisa della Wehrmacht e spedito a duemila chilometri dalla sua terra d’origine, la Georgia: doveva far la guerra ai partigiani, finirà a sposarne una.

Pur preciso nei dettagli, il romanzo è godibile, non cade nella tentazione – comune a chi studia a lungo una storia reale – di dilungarsi troppo, di aggiungere. Delega piuttosto alle note, che arricchiscono la conoscenza della vicenda senza appesantire la lettura.

Amalia Frontali presenterà online il suo libro “Maria: nata per la libertà” sabato 27 alle ore 18, sul canale You Tube e Facebook di Anpi Verbania.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 25 Febbraio 2021
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