Parte la campagna di salvataggio degli anfibi a Mesenzana
Come ogni anno diversi volontari in prima linea per aiutare gli anfibi a migrare oltrepassando l'ostacolo artificiale della strada statale. Così si evita la mattanza
Sono migliaia gli anfibi che ogni anno vengono salvati dai volontari che nelle ore serali e spesso con pessime condizioni meteorologiche si mettono in prima linea per salvare questi piccoli animali che altrimenti rischierebbero di venire schiacciati dalle auto in transito lungo le statali di casa nostra.
E succede, puntualmente, ogni anno a Mesenzana e lungo i paesi attraversati dalla statale 394.
PERCHÉ
All’inizio di ogni primavera si verifica la naturale migrazione di migliaia di anfibi (rospi, rane, salamandre) verso i luoghi di riproduzione, normalmente laghetti o stagni dove vengono deposte le uova, vistose chiazze gelatinose sulla superficie dell’acqua.
Tale inarrestabile ondata attraversa inevitabilmente strade di ogni tipologia ed intensità di traffico.
Considerando che un rospo può impiegare molti minuti per percorrere pochi metri, ecco spiegata la carneficina di piccoli anfibi facilmente riscontrabile in questo periodo su molte strade che attraversano le nostre campagne o aree boschive.
IL LAVORO DELLE GUARDIE ECOLOGICHE
“Le luci in movimento sono persone con le pile frontali e ….sembrano avere in mano dei secchi?….”
Le guardie ecologiche con altri volonterosi amici, nelle ben note “aree di attraversamento”, operano durante le prime ore del buio, raccogliendo prevalentemente rospi e rane trattenuti da barriere
precedentemente da loro stessi predisposte ai bordi della strada. Questa attività è preceduta da un’attività di pulizia del luogo e di rimozione di rifiuti di ogni tipo, segno di incivili abitudini purtroppo ancora difficili da estirpare.
Gli animali vengono posti nei secchi e trasferiti direttamente all’altro lato della strada. Prima di essere liberati sono controllati e identificati ad uno ad uno, immagazzinando così preziose informazioni sulla situazione ambientale delle aree interessate. Tali dati sono trasferiti agli organi competenti e
frequentemente sono oggetto di studi universitari e conferenze sull’ambiente.
“Ma sono un po’ matti? Al buio e con questo tempaccio?”.
Va sottolineato che le ondate migratorie sono molto influenzate dall’umidità atmosferica e
conseguentemente nelle sere di pioggia si registrano le più alte percentuali di movimento degli anfibi,
costringendo i volontari ad un sovra lavoro che li tiene per strada per molte ore.
Se aggiungiamo le difficoltà burocratiche per l’ottenimento dei permessi di movimento fuori orario e zona, indispensabili in questi tempi di pandemia, si deve sottolineare la forte motivazione delle guardie ecologiche a portare avanti comunque e senza interruzioni questa meritoria e spesso non sufficientemente riconosciuta attività di grande valore ambientale.
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