Più di 300 firme per “la salvaguardia degli orti urbani a Sesto Calende”
Tramite una raccolta firme il gruppo “Orti Urbani a Sesto” chiede al sindaco Buzzi e alla giunta di rivedere la proposta di alienazione dei terreni comunali che sarà portata al prossimo consiglio
(foto di repertorio)
A Sesto Calende sono 334 le firme per la salvaguardia degli orti urbani e i terreni comunali di Via Bacula. Un tema non del tutto nuovo, forse passato “in sordina” negli ultimi consigli cittadini del 2020, quando l’attenzione si era maggiormente focalizzata sulla Nuova Marna, le mense scolastiche o sul futuro del mercato settimanale, ma in realtà di interesse pubblico, soprattutto dopo la notizia della proposta dell’alienazione dei terreni che sarà portata dall’amministrazione nella prossima seduta comunale.
«È una scelta precipitosa che tende a monetizzare un bene sociale per fare cassa. Non è solo una questione di patrimonio ma anche di ambiente e politiche sociali. Con queste ragioni metteremo in discussione la scelta della Giunta» ha commentato dopo la commissione bilancio il gruppo di minoranza Insieme per Sesto, contrario alla decisione dell’amministrazione, così come il gruppo Sesto2030 che ha realizzato un video a riguardo.
Preoccupato, il gruppo cittadino “Orti Urbani a Sesto” ha così voluto consegnare al sindaco Giovanni Buzzi la raccolta firme in cui viene chiesto di rivedere la decisione della giunta sull’alienazione dei terreni che porrebbe così di fatto la parola fine all’esperienza degli orti sociali sestesi.
«È facile ipotizzare che l’attuale giunta punti a fare cassa vedendo il terreno di via Bacula – spiegano i rappresentati del gruppo Carmela Valenti, Antonino Marino e Mariangela Piloni – Questo oltre ad andare contro lo spirito di questo tempo che vede nella riduzione di consumo di suola una delle necessità primarie, è contro alle linee guida di Regione Lombardia che cita “la realizzazione di orti didattici, urbani e collettivi, in qualità di strumenti per diffondere la cultura del verde e dell’agricoltura, la riqualificazione di aree abbandonate e la promozione di una maggiore consapevolezza sulla produzione e il consumo di cibo.” Ma soprattutto – prosegue il gruppo – va contro quello che lo stesso Buzzi diceva in campagna elettorale, quando nel documento programmatico prima delle elezioni del 2019 al punto 4, prometteva: «Difesa del suolo e dell’ambiente in merito a contenimento a consumo del suolo e rigenerazione urbana».
«I cittadini, che si sono autorganizzati, chiedono un appuntamento urgente fra il sindaco e una rappresentanza dei firmatari per un sereno e costrutto dialogo – aggiunge il gruppo -. Per ovviare alle limitazioni imposte della pandemia abbiamo segnalato la possibilità di incontro attraverso Zoom».
Riportiamo di seguito le richieste ufficiali rivolte al sindaco da parte del gruppo nel caso in cui la giunta decidesse di non cambiare posizione sui terreni in via Bacula:
- l’individuazione di una nuova area o conferma di quella accennata in Consiglio, ovvero in via della Quadra, con annessi terreni di margine oppure ad altra area che vorrete individuare.
- Chiediamo di avviare in tempi celeri un piano urbano per gli orti; in tempi così difficili non è accettabile lasciare senza risposte i cittadini per anni.
- Chiediamo di tenere in considerazione la L. 18 agosto 2015, n. 141 nonché gli annuali contributi che regione Lombardia stanzia agli enti pubblici a sostegno dei progetti orti urbani (bando del 16/02/2021). Concludiamo ricordando che gli “orti urbani” hanno un’importante funzione e valore sociale: impegnando in attività occupazionali quale stimolo alla partecipazione dei diversi momenti della vita collettiva; sviluppando di una proficua e sana attività all’aria aperta; valorizzando le tradizioni e le radici contadine della nostra comunità; stimolando l’autoproduzione e l’autoconsumo familiare; migliorando il rapporto con gli spazi verdi ed avvicinando i cittadini alla tutela dell’ambiente. Inoltre, possono essere un’importante occasione per incentivare iniziative atte alla tutela della biodiversità e del paesaggio e anche per aprire l’esperienza alla didattica mettendo a punto iniziative con le scuole.
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