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Che fine ha fatto la sospensione del bollo auto per gli agenti di commercio?

In provincia di Varese il provvedimento interessa tremila agenti, trentaseimila a livello lombrado. Franco Iemmallo: «Attendiamo l’attuazione del provvedimento da parte di Regione Lombardia».

Generica 2020

«Che fine ha fatto la sospensione del bollo auto per gli agenti di commercio?». La domanda posta da Fnaarc Confcommercio è tutt’altro che retorica e si rivolge direttamente alla giunta Fontana. «In pratica il via libera del Consiglio regionale c’è già, ma la sospensione del pagamento del bollo auto per gli agenti del commercio ancora non arriva» spiega Franco Iemmallo, presidente provinciale e vicepresidente nazionale di Fnaarc Confcommercio, che parla parla a nome dei 3.000 agenti del Varesotto (il 20 per cento dei quali associati alla Federazione Nazionale Associazioni Agenti e Rappresentanti di Commercio) e dei 36.600 agenti lombardi.

L’associazione di categoria torna dunque a chiedere a gran voce l’esenzione dalla tassa automobilistica, «come piccolo e parziale contributo nei confronti di una delle categorie maggiormente penalizzate dall’emergenza sanitaria in corso».

«Con la mozione approvata dall’aula del Pirellone lo scorso mese di dicembre», spiega il presidente di Fnaarc Varese, «nell’ambito del pacchetto di contributi a favore delle imprese e delle partite Iva, il Consiglio dava mandato all’assessore competente e alla giunta di sospendere anche per gli agenti di commercio il pagamento del bollo. Sono trascorsi tre mesi, ma il provvedimento è stato finora applicato solo a taxi, ncc e bus turistici».

L’AUTO È L’UFFICIO DELL’AGENTE 

Alla luce delle nuove restrizioni anti-Covid che stanno penalizzando ancora di più il lavoro degli agenti e in un momento di profonda crisi, la richiesta della Federazione alla Regione Lombardia, sostenuta anche dal presidente nazionale Alberto Petranzan, «è di attuare con urgenza la sospensione del bollo auto per la nostra categoria. Un piccolo sostegno che può dare sollievo a migliaia di professionisti, per i quali l’automobile è come l’ufficio, uno strumento di lavoro fondamentale».

L’aumento dei costi legati alla mobilità, i ricavi in discesa e i sostegni governativi finora inadeguati, mettono a rischio il lavoro di tanti agenti, evidenziano Petranzan e Iemmallo. «Sostenere il loro lavoro – concludono – significa mobilitare un’intera categoria che permette lo sviluppo e la crescita di molteplici settori merceologici. Quindi vuol dire offrire un’opportunità di ripresa e di crescita all’economia del territorio».

Pubblicato il 23 Marzo 2021
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