Cavalcavia di Sesto Calende, “Tempi troppo lunghi per la messa in sicurezza”
Il gruppo di minoranza Insieme per Sesto interviene sulla necessità di mettere in sicurezza l'infrastruttura
La condizione del cavalcavia di Sesto Calende torna all’ordine del giorno del consiglio comunale. Al’interpellanza di Floriana Tollini, consigliere comunale di Insieme per Sesto, ha risposto punto per punto il vicesindaco, Edoardo Favaron, che ha fotografato lo stato di salute dell’infrastruttura e illustrato le azioni che si compieranno per la messa in sicurezza.
Una risposta completa per Insieme per Sesto che tuttavia si dice estremamente preoccupata per il contenuto e soprattutto per le tempistiche che le fasi richiederanno.
In consiglio è stato ribadito che il 30 marzo è partito un intervento che prevede la scansione manuale di tutte le superfici per rimuovere altri calcinacci a rischio caduta e per intervenire a protezione delle barre esposte. Le ispezioni iniziate da una settimana sono ancora in corso. A breve inoltre ci sarà un incontro con le Ferrovie per la parte che sta sopra i binari. Si rendono necessarie ulteriori indagini, con sondaggi e telecamere nelle parti non a vista.
Per insieme per sesto i problemi riguardano i tempi e i fondi: “Gli impegni risalgono al 2018 e si erano stanziati 44.000 per l’ingegnere e 48.000 per l’impresa. Di quei fondi ad oggi sono stati utilizzati solo 14.000 + 3.000 euro. In pratica in 3 anni non si era fatto quasi nulla. Sono già state inoltre individuate molte criticità che richiedono interventi di ripristino delle coperture ‘corticali’ nonché di parti delle armature esposte, su travi, cassoni e pile”.
“Quello che manca è ancora una valutazione tecnica definitiva – sottolinea il gruppo di minoranza -. L’assessore afferma che “le conclusioni saranno possibili solo a seguito degli approfondimenti avvenuti o previsti”. Per completare le indagini e le prove di tensione si aspetta ancora il capitolato. in pratica si devono ancora affidare le indagini più importanti e questa fase potrà durare almeno 11 settimane (3 mesi) anche se ancora non si sa quando queste prove potranno iniziare”.
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