Franco Battiato: i fischi del pubblico agli inizi e poi il grande abbraccio della gente
I ricordi di chi ha lavorato con il grande artista. Flavio Premoli (PFM): «Il suo talento ci colpì subito, lo portammo in tour con noi ma gli inizi non furono facili». Milanesi (Light Service): «Con lui nel 1982 una delle mie esperienze più grandi». De Sanctis: «È il momento di celebrarlo»
La grandezza artistica e la fama di Franco Battiato sono così grandi che la notizia della sua scomparsa – ha fatto immediatamente riportare alla mente di ciascuno, una sua canzone o un suo ricordo. Non fanno ovviamente eccezione gli artisti che hanno collaborato con il maestro siciliano, i quali hanno espresso attraverso i canali social tutto il dispiacere di una perdita che lascia una grande vuoto.
Flavio Premoli della PFM è tra quei musicisti che lo hanno incontrato e che hanno condiviso con Franco Battiato un pezzo di strada: «Lo ricordo giovanissimo, all’inizio della sua carriera. Avevamo riconosciuto subito il suo talento e lo avevamo scelto come spalla per una delle nostre tournèe. Il pubblico però non lo capiva: ricordo una data in cui smise di suonare prima del previsto, tanti erano gli insulti che gli arrivavano da sotto al palco. Erano gli anni Settanta, noi eravamo all’apice del successo, appena tornati da Stati Uniti e dal Giappone e lui un giovane artista che musicalmente proponeva qualcosa di così diverso che non veniva compreso. I tempi non erano ancora maturi. Poi ci ha lasciato i celeberrimi brani che oggi conosciamo tutti ed è un peccato che queste meraviglie non ci saranno più. Tutta la sua vita è stata dedicata alla ricerca dell’arte».
Roberto Milanesi, titolare della Light Service di Varese, ricorda Franco Battiato durante la tournée “La voce del padrone” con la quale girarono, insieme, tutta Italia. «Lo ricordo come una delle esperienze lavorative più belle della mia vita. Era il 1982, tecnici e musicisti diventavano una grande famiglia e girammo l’Italia con una carovana di camper. Ricordo una data a Musini di Piave dove aspettavamo cinquemila persone e ne arrivarono ventimila. Franco Battiato era una persona sempre disponibile, mancherà molto». A tal proposito Milanesi ricorda una chicca: «Durante una data si mise a cantare e suonare una ninna nanna per mio nipote». Milanesi ricorda anche quando venne a Varese, al Sacro Monte per una data: «Non ricordo esattamente quando ma fu nella metà degli anni Novanta». Il sito setlist.fm riporta la scaletta di quella sera e la data del 25 giugno 1994 (si può trovare qui), una serata rimasta nel cuore di molti varesini e non solo. «Fai buon viaggio Franco e grazie per la tua grande musica», scrive infine l’imprenditore varesino sul suo Facebook.
La perdita di Franco Battiato però, non sarà solo di chi lo ha conosciuto di persona. «Mi sento molto vicino a lui: come me è stato un uomo del Sud prestato al Nord – spiega Filippo De Sanctis, direttore del teatro di Varese – Un seme che si è allontanato molto dalle sue radici pur rimanendone saldamente attaccato, per sbocciare in una parte del suo Paese e portare tutta la sua forza e l’ecletticità della sua arte. Ha veramente spaziato in ogni forma espressiva innovando sia se stesso che l’ambito in cui si muoveva. Direi che è il momento per celebrare tutto quello che ha potuto compiere in questo suo percorso artistico. Gli artisti, fortunatamente riescono a schifare il confine tra la vita e la morte, riuscendo ad andare oltre, attraverso quello che lasciano dentro di noi».
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