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“Osso la lupa”: un romanzo per cambiare idea sul predatore delle alpi

Animale sempre al centro di dibattito, secondo l'autore Matteo Antonio Rubino il lupo non solo non rappresenta un pericolo, ma è una risorsa importante proprio per le attività umane che si sentono minacciate

osso la lupa

Una storia accattivante per raccontare il lupo e scoprire che l’animale più temuto delle favole è in realtà una risorsa importante da tutelare e difendere per chi lavora in montagna. Col suo nuovo libro “Osso la lupa. Uomini e lupi sulle Alpi“, Matteo Antonio Rubino illustra le informazioni raccolte in lunghi mesi di studio sul lupo e sul suo rapporto con l’Uomo e l’ecosistema, e lo fa con un romanzo che vuole essere accessibile a tutti ma anche spunto utile di riflessione.

«L’idea di pubblicare questo libro – spiega l’autore – nasce soprattutto a causa della grande disinformazione che circonda il rapporto tra il lupo e l’Uomo in montagna. Mentre cercavo informazioni, mi sono presto accorto però quanto sia difficile studiare questo argomento. I testi disponibili sono pochi e molto tecnici. Ho quindi voluto scrivere un romanzo che attraverso una storia avvincente possa offrire un punto di vista comunque rigoroso dal punto di vista scientifico».

Prima di far uscire il suo volume in libreria, Rubino ha infatti chiesto aiuto a Francesca Marucco, docente all’Università di Torino nel Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi e tra le massime esperte di lupi in Italia, che ha verificato l’esattezza delle nozioni scientifiche esposte.

Il lupo e le Alpi: la storia

Nelle alpi il lupo era stato cacciato fino all’estinzione e solo dagli anni ’70 è considerato specie protetta. Come mai il lupo è riapparso sulle alpi? «Quando un branco diventa troppo grande – spiega l’autore -, i più giovani vengono cacciati via e sono costretti a trovarsi un nuovo territorio. Diversi lupi hanno quindi lasciato gli Appennini verso la Pianura Padana in cerca di nuove prede, e le hanno trovate sulle Alpi. Con il progressivo abbandono delle montagne da parte dell’Uomo, cervi caprioli e altri ungulati sono aumentati e i nuovi lupi hanno trovato così le condizioni ideali per cacciare e riprodursi».

Il pericolo del lupo: «Una finzione per sostenere gli interessi»

La paura che nel frattempo è cresciuta, per Rubino non solo non ha vero motivo di esistere, ma è anzi diffusa da categorie con interessi specifici. «L’ultimo uomo ucciso dal lupo – racconta l’autore – risale al 19° secolo, quando a prendersi cura degli animali al pascolo erano soprattutto bambini, che, vestiti di pelli, erano spesso scambiati per pecore o altre prede. Il lupo è forse tra gli animali più schivi dell’uomo in natura, ci riconosce come predatori e cerca sempre di non affrontarci».

Ma i problemi presentati da alcuni agricoltori e cacciatori sono soprattutto di tipo economico. «I lupi – spiega Rubino – non solo nelle alpi provocano danni alle attività umane per qualche decina di migliaia di euro ogni anno. Si tratta però di cifre minuscole se paragonate ai milioni di euro di danni (fonti verificabili date dai vari censimenti annuali di questi tipi di danni) causati da cervi, cinghiali e altri ungulati, all’agricoltura, alla circolazione stradale, allo stesso allevamento, contagiando zoonosi alle specie sul territorio. Animali che sono proprio le prede preferite del lupo, e che il lupo aiuta a contenere».

«Purtroppo – aggiunge Rubino – questi preconcetti sono difficili da eradicare. Sono infatti sostenuti da gruppi di interessi e politici sovente senza nessuna cognizione scientifica alle spalle. Basti pensare che ogni legge regionale prevede rimborsi per gli agricoltori che perdono animali a causa dei lupi, oltre a sostegni di vario tipo per gli strumenti di prevenzione delle predazioni».

Un libro sui lupi per aiutare i lupi e le attività umane (fatte bene)

Di formazione giuridica, Matteo Antonio Rubino è originario di Como, ma ha di recente deciso di lasciare la città e il suo lavoro in campo legale per trasferirsi in Ossola e iniziare una nuova vita. Da sempre amante della natura e della montagna, Matteo da anni si dedica alla scrittura e allo studio della biologia come autodidatta.

Il libro è stato realizzato anche col sostegno e la supervisione del Wwf. Tutti i ricavi delle vendite saranno devoluti proprio all’organizzazione per sovvenzionare progetti di tutela del lupo e delle attività umane nelle Alpi.

«Il lupo – precisa l’autore – va tutelato, ma è anche fondamentale valorizzare le attività umane e le imprese condotte da persone veramente informate e che hanno a cuore il territorio dove lavorano».

Alessandro Guglielmi
alessandro.guglielmi@varesenews.it
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Pubblicato il 24 Maggio 2021
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