Buon compleanno Memo Remigi
L'artista varesino compie 83 anni. Festeggerà il suo compleanno con un doppio appuntamento televisivo su Rai1 a “Oggi è un altro giorno” e con Zoro a Propaganda live su La7
Sono ottantatre candeline, ma lo spirito è ancora quello di un ragazzino. Memo Remigi festeggerà il suo compleanno con un doppio appuntamento televisivo a “Oggi è un altro giorno”, la trasmissione in onda dalle 14 alle 16 condotta da Serena Bortone su Rai 1 e poi venerdì sera come di consueto da tempo con Diego Bianchi, in arte Zoro, su Propaganda live.
LA SUA PARTECIPAZIONE A PROPAGANDA LIVE
È proprio quest’ultima realtà che lo ha portato ad allargare la sua platea di fan raggiungendo mondi davvero diversi. Basti pensare ai vari tormentoni vissuti in questi anni con la “banda di Zoro e Makkox” e alla sua presenza social sempre più partecipata. «Dopo oltre cinquant’anni di carriera riesco a fare una trasmissione dove mi ci ritrovo a livello ironico, spiritoso… quello che sono io in fondo. Non molto serio e molto più giocarellone. Propaganda live non è una format di grande popolarità, chi ama i programmi nazional popolari non li segue, ma loro sono geniali e fanno una trasmissione particolare per persone che se ne intendono e che vogliono passare alcune ore in compagnia di questi pazzi».
REMIGI E I SOCIAL
Remigi ha ben due profili ufficiali su Instagram arrivando a raggiungere quasi 20mila folllower. Il 16 aprile con il suo stile ironico ha pubblicato la foto della sua vaccinazione accompagnandola con “sapessi che carino riuscire a farsi fare il vaccino”.
Proprio dal suo account ha annunciato per domani la sua nuova canzone che riprende un vecchio tormento che divenne tendenza sui social un paio di anni fa #comeshapira.
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L’AMORE E LE ATTIVITA’ PER VARESE
Memo Remigi è da tempo legato a Varese ed ha una grande attenzione alle varie proposte che la città vive. Basti ricordare che la canzone ufficiale dei mondiali di ciclismo del 2008 è sua. È sempre lui il testimonial principale del famoso pianoforte presente nella hall dell’ospedale di Circolo.
È facile incontrarlo per le vie della città o a passeggio con il suo cagnolino nella piana di Vegonno, luogo che ama particolarmente. C’è un altro luogo a cui è legato per devozione. «Spesso prendo la mia moto e vado in una cappelletta vicino all’abbazia di San Gemolo dalle parti di Ganna e accendo una candela alla madonnina di Lourdes ringraziandola di avermi dato questa vita piena e realizzata e prego per il mondo».
In una intervista del nostro vicedirettore Michele Mancino, in cui si ricostruivano tanti passaggi della sua carriera, Memo Remigi con la sua ironia e simpatia ripercorreva alcuni passaggi.
Insomma, non si è fatto mancare niente…
«Ah, ho vinto anche uno Zecchino d’oro con la canzone “Un bambino”, lavorato con Topo Gigio e composto l’inno dei mondiali di ciclismo di Varese»
Lei ha firmato moltissime canzoni di successo, di cui alcune hanno fatto il giro del mondo. Qual è quella a cui è più legato?
«”La notte dell’addio” che nella serata di Sanremo dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia è stata inserita tra le dodici canzoni più belle di sempre. La scelse Franco Battiato che l’arrangiò e diresse l’orchestra per l’interpretazione di Luca Madonia. E pensare che quella canzone cantata dalla Zanicchi nel Sanremo del 1966 non ebbe il successo che meritava. Doveva cantarla Mina che poi per ragioni personali decise di non partecipare. In quel festival come autore portavo due canzoni in gara, l’altra era “Io ti darò di più” cantata da Ornella Vanoni che divenne un successo internazionale. Uno strano destino, perché dovevo cantarla io ma il direttore del festival di allora, Gianni Ravera, mi convinse a restare fuori perché doveva lasciare posto a Orietta Berti».
LA SCOMPARSA DI SUA MOGLIE LUCIA RUSSO
La pandemia l’ha affronta con serenità e nell’estate del 2020 è stata sua prima hit. Poi la scomparsa della moglie Lucia Russo, morta martedì 12 gennaio all’età di 81 anni dopo una lunga battaglia contro la malattia. Lucia e Memo erano sposati dal 1966. La ricorda Mauro Della Porta Raffo. «Giocavamo da bambini al civico 25 in viale Milano – racconta il Gran Pignolo – Aveva tre anni più di me ma allora non contava. È lei che incontrando in Galleria Memo che arrivava da Erba gli ha suggerito “Innamorati a Milano”. La loro è stata una grande storia non solo d’amore».
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