Dopo 25 anni, Bruno Ceccuzzi lascia la presidenza di Aias Busto Arsizio a Franco Castiglioni
Momento storico per il centro di riabilitazione neurologica e psichiatrica di via Alba. Dopo un quarto di secolo c'è un nuovo presidente che inaugurerà il nuovo corso post-pandemia
Dopo 25 anni di presidenza Bruno Ceccuzzi lascia la carica di presidente di Aias ma non lascia il sodalizio, rimanendo nel. L’Assemblea dei Soci dello scorso 27 maggio ha provveduto alla rielezione del Consiglio Direttivo di AIAS Busto Arsizio, che è stato integralmente riconfermato.
La sede bustocca dell’Associazione Italiana Assistenza Spastici si occupa di persone con disabilità, principalmente nell’età evolutiva (da 0 a 18 anni) affette da patologie psicomotorie, psicoaffettive e da disturbi del neurosviluppo. Da 55 anni è presente a Busto Arsizio, attualmente ha sede in via Alba 30 e si occupa di più di 1300 utenti con 30 mila prestazioni annue.
Questo passaggio ha però visto un cambiamento che è importante non solo per Aias, ma per tutto il mondo dell’associazionismo bustocco e varesino: dopo quasi 25 anni di presidenza, Bruno Ceccuzzi ha passato la mano a Franco Castiglioni (già tesoriere nel mandato precedente, imprenditore noto in città anche per il suo impegno in politica nel recente passato, ndr), pur rimanendo a far parte del Consiglio Direttivo e ricoprendo, d’ora in poi, la carica di Presidente Emerito; una carica che sicuramente interpreterà, come di consueto, in modo attivo e visibile: «Non mi schiodo da qui – ha detto con una battuta diurante il passaggio di consegne davanti alla stampa -. Resterò come consigliere, continuando a fare il mio dovere come in questi 50 anni passati in Aias. L’altro giorno, in assemblea, c’è stata grande commozione ma ora so che questa realtà è in buone mani e io potrò dedicare più tempo ai bambini di questo centro».
Ceccuzzi è convinto che ora ci vogliano forze fresche, dopo un periodo così duro come l’anno e mezzo di pandemia quasi alle spalle e Franco Castiglioni è la persona giusta: «Ho lavorato con Annibale Tosi (a cui è stato dedicato il centro) e Giannina Tosi. Come lo è stato per loro, anche per Franco Castiglioni la priorità deve essere il benessere dei bambini e dei loro genitori. Ringrazio tutti i nostri medici e i nostri terapisti. che continuano a salire di livello come preparazione. Grazie a tutti quelli che lavorano nella struttura dai volontari agli addetti alle pulizie».
Il nuovo presidente Franco CastiglioniIl cambiamento è avvenuto dopo tre anni di proficuo lavoro, che hanno visto Aias consolidare la sua situazione organizzativa ed economica dopo un decennio difficile e dopo un 2020 in cui la vitalità dell’associazione e del suo Centro riabilitativo sono state messe a dura prova dalla pandemia e dal lockdown.
Il nuovo presidente, da parte sua, auspica per Aias «un periodo di continuità e sviluppo, in cui alle ormai storiche attività riabilitative nell’ambito neuropsichiatrico e neuromotorio, al Centro per il trattamento intensivo dell’Autismo, all’ambulatorio fisioterapico per adulti e ad altre importanti iniziative consolidate, come lo screening dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, si affiancheranno altre iniziative innovative, anche se ovviamente in continuità con quanto fatto finora, destinate a sopperire alla domanda crescente e diversificata di servizi per i pazienti e le loro famiglie, anche per fabbisogni nuovi e fino a qualche tempo non immaginabili». Tra le nuove specializzazioni che intende promuovere c’è quella che riguarda i disturbi alimentari «una realtà in grande crescita che ha bisogno di cure per i ragazzi e per le famiglie».
Questo nuovo mandato del Consiglio, sostiene il neoeletto presidente, parte da dei punti di forza, che da anni caratterizzano Aias: «Innanzitutto – spiega Castiglioni – il fatto che tutta l’attività clinica è da sempre basata su protocolli approvati dal Comitato Scientifico e sulla spinta propulsiva che tale organo ha sulle attività dell’Ente. Vi è poi un’utenza affezionata e crescente su tutte le patologie trattate, che purtroppo genera lunghi tempi d’attesa, ma è testimonianza del valore di ciò che AIAS fa per la cittadinanza. Per gestire questa crescente domanda Aias ha più volte richiesto, finora senza risultato, a Regione Lombardia e ATS Insubria un’espansione del budget contrattualizzato, richiesta che sarà certamente riproposta».
In ogni caso, una richiesta di questo tipo e di questa dimensione non può rimanere inascoltata e la riforma della sanità territoriale, ormai non più rimandabile dopo che con la pandemia molti nodi sono venuti al pettine, potrebbe essere l’occasione per dare a questo tipo di presidi un ruolo ancora più centrale.
Dove non arriva il pubblico, però, spesso arriva il privato grazie anche al grande cuore dei bustocchi che non si sono mai tirati indietro quando è stato il momento di aiutare: «Pertanto, se le risorse pubbliche dovessero continuare ad essere insufficienti, sarà necessario incrementare sempre più l’attività di raccolta da privati sostenitori, anche attraverso l’attivazione di volontari, lo sviluppo della vita associativa e la realizzazione di servizi nuovi ed originali sia per natura, sia per la modalità di realizzazione».
Un appello è rivolto anche al Comune, per la ricerca di nuovi spazi: «Anche dal punto di vista degli spazi, la sede ormai storica di Via Alba, 30 potrebbe non essere più sufficiente. In vista di un’eventuale crescita dei volumi: sarà probabilmente necessario, oltre a migliorare sempre più l’utilizzo degli spazi esistenti, anche trovarne di nuovi».
Il Presidente, infine, nella conferenza stampa odierna, ha tenuto a precisare quanto sia stato fondamentale, specialmente nello scorso anno, «l’apporto finanziario di partner come il Comune di Busto Arsizio, di Agesp, della Fondazione Comunitaria del Varesotto, di Fondazione Deloitte, di ATS Insubria e di Regione Lombardia, nonché di tanti sostenitori privati».
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