La vicepresidente Uisp Patrizia Alfano: “Valorizziamo le differenze”
La dirigente, intervistata da Divercity Magazine, interviene nel dibattito citando una serie di casi che riguardano le pari opportunità anche in ambito sportivo
La vicepresidente nazionale Uisp e presidente Uisp Piemonte, Patrizia Alfano, è intervenuta sul tema “donne e sport”, intervistata da Silvia Camisasca per Divercity Magazine. «Lo sport, da sempre, prevede un maschile e un femminile, con regole e trattamenti differenti – dice Patrizia Alfano – non a caso, esiste un’associazione Nazionale Atlete che rivendica parità di considerazione e trattamento con i colleghi maschi».
La storia racconta le imprese di sportive che sono riuscite ad abbattere muri e pregiudizi: la prima donna che corse la maratona, Kathrine Switzer (nella foto), riuscì ad iscriversi alla competizione travestita da uomo indicando solo le iniziali del nome. Era il 1967. Da allora tanti sono stati gli sforzi necessari per convincere della pari dignità delle diversità di competenze, di genere come di tutte le altre diversità, nello sport: Uisp ha realizzato un video, “Capitane Coraggiose”, in cui sono ripercorse le vicende delle donne di sport che, dal dopoguerra ad oggi, hanno combattuto per il riconoscimento di diritti.
Eppure, il cammino sulla strada della parità appare ancora lungo. Lo dimostra la grave discriminazione subita dalla pallavolista Lara Lugli, citata per danni dalla società sportiva, perché in attesa di un figlio. Non si può dunque trascurare che, nonostante i passi compiuti e l’aumento della presenza femminile nelle attività sportive, questo ambito anche in Italia continua a raccontare tante storie di diritti negati, di disuguaglianze, di disparità, a cominciare da quelle che coinvolgono le donne.
Uisp è stata la prima grande associazione nazionale a porre la questione della parità di genere e a favorire incarichi di dirigenza alle donne: «Oggi siamo tra le associazioni nazionali con la maggior presenza femminile in ruoli direttivi», dichiara Alfano. Uisp promuove la valorizzazione di competenze diverse, complementari o alternative, non solo quelle portate dalle donne, ma anche da altri soggetti discriminati, come le persone delle comunità LGTBIQI+: «Uisp è schierata per il riconoscimento dei loro diritti, promuovendo seminari e attività di formazione per rimuovere gli ostacoli che le persone transessuali incontrano nell’approcciarsi all’attività sportiva, a partire dalla difficoltà di essere accettati dai compagni» spiega la dirigente.
Dieci anni fa una donna si rivolse all’allora assessora alle Pari Opportunità del comune di Torino, perché fosse riservata una piscina alle donne di fede musulmana. «Ora la piscina femminile di Torino, unica in Italia, è frequentata da tante donne anche italiane», conclude Patrizia Alfano.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.