Dalla parte dei bimbi e delle mamme, così Medici per l’Africa porta avanti la “missione” di Giorgio Gadiva
L'esperienza varesina del Cuamm compie in questi giorni i suoi primi dieci anni. Il racconto di un viaggio di solidarietà iniziato dal chirurgo angerese Gadiva e portato avanti con passione dai colleghi dopo la sua scomparsa
«C’è una cosa che Giorgio Gadiva mi ha insegnato: “Se è per una grande causa, non aver paura di chiedere” e così abbiamo fatto in questi anni riuscendo così a contribuire alla realizzazione di progetti importanti». La grande causa di cui parla la dottoressa Maria Magdala Bonini, medico pediatra, è quella di Medici per l’Africa.
L’associazione varesina, satellite provinciale del Cuamm fondato a Padova 70 anni fa, è presente sul territorio da dieci anni e proprio in questi giorni festeggia con alcuni eventi questo anniversario importante.
Il momento della Santa Messa nella mattinata di oggiUna virtuosa realtà di solidarietà e impegno, nata per volontà del suo fondatore, il medico chirurgo angerese, Giorgio Gadiva (foto in basso), scomparso nel 2011, che ha trasmesso ai colleghi e a moltissimi volontari, l’importanza di attivarsi per portare cure adeguate e dignitose ai malati, in particolar modo bambini e donne in gravidanza, in molti paesi africani dove il Cuamm è attivo da tempo (Angola, Tanzania, Etiopia, Uganda, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana).
Il percorso di Medici per l’Africa Varese, in realtà inizia ben prima della costituzione ufficiale, avvenuta il 19 giugno del 2011. Il dottor Gadiva era stato in Etiopia per un viaggio personale e lì aveva visto da vicino la realtà in cui operavano i colleghi del Cuamm. «Tutto è nato con l’esperienza di Wolisso – racconta Bonini -. A segnarlo erano stati soprattutto le condizioni dei bambini, compromesse soprattutto dalla malnutrizione diffusa e dall’elevata mortalità perinatale».
La vista di quella situazione e la voglia di contribuire a migliorare una condizione gravissima sono stati lo stimolo per sostenere la catena degli aiuti. Dapprima l’impegno si è concentrato sulla realizzazione del “padiglione per i malnutriti” nel 2010.
«I progetti che il Cuamm porta avanti – prosegue la pediatra – hanno l’obiettivo di aiutare la popolazione ma anche di creare le condizioni per rendere il territorio e l’assistenza sempre più indipendenti. Ai bambini servono cure specifiche, alle mamme spesso i consigli e per crescere e nutrire i propri figli. In molte zone dell’Africa i reparti di pediatria sono dedicati soltanto ai più piccoli. I bambini sopra i cinque anni vengono curati nei reparti di medicina generale, dove le condizioni non sono idonee e il rischio di contrarre delle infezioni o di avere altre problematiche è elevato».
Giorgio GadivaL’attenzione di Medici per l’Africa si concentra soprattutto sulle esigenze dei piccoli pazienti e delle loro mamme: «I progetti “Prima le mamme e i bambini” e “Prima le mamme e i bambini – 1000 di questi giorni” sono stati realizzati con l’obiettivo di garantire visite e controlli per le donne in gravidanza ma anche la possibilità di trascorrere i giorni prima del parto, e il parto, in condizioni di sicurezza. Non solo partorire in una struttura adeguata in Africa non è scontato ma per molte donne anche raggiungerla è difficile. Anche il trasporto rientra dunque tra le attività come prevenzione, cura, vaccinazioni e assistenza, che cerchiamo di garantire».
L’esperienza di questi medici, come quella della dottoressa Bonini, da poco in pensione ma che per tutta la vita ha lavorato nella cura dei più piccoli diventando un punto di riferimento per tantissime famiglie del territorio del Basso Verbano, vale oro in queste situazioni. «Quando non ci sono le attrezzature adeguate, sono il sapere e la professionalità a guidarci nella cura. Uno degli ostacoli più grandi è rappresentato dalle difficoltà nella comunicazione, spesso impossibile da gestire anche dagli abitanti del luogo che ci fanno da interpreti. La visita assume un significato fondamentale perché non ci sono le tecnologie che abbiamo nei nostri ospedali. In Africa, in questi luoghi, si fa la vera pediatria».
Solidarietà senza frontiere, “Medici con l’Africa” compie dieci anni
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