Progetto collegamento veloce, il Municipio di Locarno scrive a Ustra
Una decisione che l'amministrazione ha preso dopo la recente presa di posizione da parte dell'Ufficio federale, che ha rimesso in discussione l'intero progetto
A seguito della recente presa di posizione pubblica dell’ Ufficio federale delle strade (USTRA), che – anche sulla base di un parere dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) – rimette in discussione la sostanza del progetto denominato “Bozza Verde”, elaborato in più anni e condiviso con i vari attori locali e cantonali, il Municipio ha deciso di scrivere a USTRA per manifestare la propria delusione e auspicare la necessaria celerità nella risoluzione strutturale di un problema che si protrae da anni, penalizzando Locarno e il Locarnese.
«Il problema del traffico nel Locarnese e della sua accessibilità – commentano il sindaco di Locarno Alain Scherrer e il capodicastero Sviluppo economico e territoriale Nicola Pini, rappresentanti – è una seria e assoluta priorità per tutto l’agglomerato, l’unico in Svizzera a non essere collegato alla rete autostradale. Esso incide sul turismo, sull’economia, sull’attrattiva, e soprattutto sulla vivibilità e la qualità di vita della nostra regione. Vedere vanificato un lungo e dispendioso lavoro di concerto, e sentire improvvisamente un orizzonte al 2044 è quantomeno deludente. Abbiamo quindi formalizzato in una lettera alcune delle perplessità già espresse nel Gruppo di accompagnamento politico, nella speranza che le autorità federali riesaminino la questione».
Il Municipio di Locarno negli scorsi giorni ha discusso la recente presa di posizione di USTRA in merito al progetto di collegamento veloce che interessa il tratto stradale A2 – A13 e che, dopo un lungo processo di condivisione sul territorio, potrebbe finalmente portare sollievo al problema del traffico nella regione e della sua accessibilità. Nelle scorse settimane infatti USTRA – appoggiandosi a una presa di posizione dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) – aveva comunicato una sostanziale rimessa in discussione del progetto, dopo che il progetto era stato sottoposto alle autorità federali già 2 anni fa, e dopo un impiego delle risorse cantonali pari a 9.6 milioni di franchi.
Attraverso la lettera, il Municipio ha scelto così di unirsi a quanto espresso negli scorsi giorni anche dalle autorità cantonali, come il Dipartimento del Territorio: da un lato la delusione ed il rammarico per la rimessa in discussione di un progetto approfondito e fortemente condiviso a livello cantonale grazie al coinvolgimento di attori locali, istituzionali, politici e della società civile come agricoltori e associazioni ambientaliste; mentre dall’altro il costruttivo auspicio che l’iter procedurale sia ora celere nel risolvere uno dei problemi prioritari per la regione Locarnese, ovvero il traffico e l’accessibilità. La lettera del Municipio si sofferma su quella che sembra essere la “pietra di inciampo” del progetto, ovvero la larghezza del ponte che attraversa il Ticino, considerata dall’UFAM di qualche metro troppo larga, che porterebbe ad una lapidaria chiusura sull’intero progetto citata dalle autorità federali: “Dato che la larghezza della nuova infrastruttura è un aspetto fondamentale del progetto, l’UFAM si rifiuta di valutarlo nel dettaglio”. A tal proposito, il Municipio si dice deluso del fatto che ci si concentri su pochi metri, a fronte di un eccessivo consumo del territorio che peraltro una revisione del progetto imporrebbe.
Infine, il Municipio di Locarno esprime preoccupazione pure riguardo al nuovo orizzonte temporale paventato dalle autorità federali per l’opera, ovvero il 2044 (quindi tra oltre 20 anni): esso non solo vanifica un importante lavoro di concerto (che tra gli altri aveva coinvolto anche rappresentanti USTRA), e non solo annulla l’impiego di ingenti risorse cantonali già spese per il progetto, ma soprattutto ritarda per tutto il Locarnese e la sua popolazione la possibilità di far capo ad un collegamento stradale che renda la mobilità nella propria regione più vivibile. Infatti, il traffico attuale sulle due sponde del Ticino – oltre a mettere in difficoltà turismo ed economia – compromette la qualità di vita delle zone residenziali che si affacciano sulle due strade cantonali, oltre a penalizzare anche lo sviluppo e la promozione e la fruizione del Parco del Piano di Magadino, importante comparto paesaggisto, turistico e agricolo.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.