Ballardin, “lo sviluppo delle valli passa da un approccio di sistema”
L'intervento dell'assessore al Turismo di Comunità montana valli del Verbano che ha presentato lo studio oggetto del convegno a Palazzo Verbania
Un percorso partito nel 2019 «che si pone quale obiettivo la ridefinizione di un’immagine specifica che identifichi il territorio attraverso le sue peculiarità, superando l’immaginario legato esclusivamente alle località turistiche del Lago Maggiore e inserendo l’ambito vallivo come parte integrante di una caratteristica del territorio, nella creazione di contesti di accoglienza, nella valorizzazione di un target che sappia intercettare un afflusso turistico organizzato, di media permanenza e destagionalizzato, rendendo possibile anche la riattivazione ed il potenziamento delle strutture ricettive presenti sul territorio».
Parte da qui l’intervento pronunciato nella serata di lunedì 26 luglio dall’assessore al Turismo di Comunità montana valli del Verbano e sindaco del paese di Brenta Gianpietro Ballardin (al centro nella foto), che è stato uno dei motori politici dello studio presentato, e realizzato da Irecoop, realtà specializzata nella mappatura dei territori in ottica di sviluppo.
Comunità Montana ripensa al futuro delle valli: connessioni e turismo dolce gli assi nella manica
«Il nostro lavoro», continua l’assessore «parte dalla verifica evidente di una condizione che vede in regressione la complessità del territorio in cui viviamo ed è nostra convinzione che questo stato di cose non possa essere affrontato in una visione limitata del proprio “orticello” anche se parliamo dei grandi centri del territorio, ma che questa condizione debba, se vuole realizzare i fondamentali del suo sviluppo, trovare il suo contesto generale di riferimento in una condizione di sistema.
Userò spesso questa parola ”sistema” in quanto ritengo che nell’approccio al tema si debba ragionare in una condizione generale di contesto, di visione e di possibilità.
Il territorio, dove noi viviamo, e notevolmente vasto, se parliamo solo della Comunità montana valli del Verbano ci dobbiamo riferire a 32 mila ettari di terreno, dei quali 14.000 a bosco e 18.000 amministrativi. Parliamo di una composizione locale che riguarda 32 comuni e se includiamo, come ci proponiamo di fare nel ragionamento comuni limitrofi e di contesto similare, superiore ai 100.000 abitanti. Quando parliamo della Comunità montana valli del Verbano ci riferiamo ad un ente sovra comunale di secondo livello che rappresenta, per la sua posizione geografica di confine, uno degli anelli di congiunzione che collega la Provincia di Varese e l’area industriale dell’hinterland milanese alla Confederazione Elvetica e quindi all’Europa».
LE PROBLEMATICHE
Parliamo di una potenzialità che vive allo stato attuale delle cose una condizione di preoccupante regressione: il fenomeno dello spopolamento è latente nei Comuni più isolati ed è un dato problematico che viene parzialmente attenuato dall’insediamento di nuovi residenti stranieri. Un fenomeno di emigrazione verso centri di pianura e urbanizzati che è determinato dalla ricerca di migliori condizioni di vita in termini di servizi rispetto a quelle che il contesto ambientale montano offre. Una scarsità e arretratezza di infrastrutture, che evidenziano una difficoltà nel raggiungere le
principali vie di collegamento. Un importante fenomeno di pendolarismo dato principalmente da flussi di manodopera oltre confine, rivolto verso il contesto provinciale varesino o l’hinterland milanese. Una mancanza di investimenti concreti rivolti ad un contesto generale di crescita negli ultimi decenni e una carenza di servizi per giovani e anziani. Una condizione delle seconde case e di insediamenti industriali non utilizzate o abbandonati che danno corso ad un impoverimento del patrimonio immobiliare e ad un acuirsi della problematica sociale nei nuclei di antica formazione.
«Queste in estrema sintesi sono alcune delle problematiche che hanno impoverito il tessuto economico e sociale del territorio fino ad evidenziare, in questi ultimi anni di crisi finanziaria, una pressoché lenta e inesorabile chiusura delle alcune aziende di rilevanza economica e produttiva presenti sul territorio», ha spiegato Ballardin.
«Una condizione che nel suo contesto di insieme non stimola e non produce soluzioni e che rischia, se non affrontata, di vedere aggravata ulteriormente la propria condizione considerando che esiste un problema che si potrebbe manifestare a seguito di una minore richiesta di manodopera da parte della vicina svizzera. Fenomeno quest’ultimo da non sottovalutare anche considerato l’elevato numero di frontalieri che simuove ogni mattina dal nostro ambito territoriale e la notevole differenza di salario esistente tra le due condizioni lavorative. Anche da qui nasce il tentativo di dare una risposta e di ragionare assieme alla costruzione di un modello di sviluppo che possa avere nei tempi, nelle forme, nelle possibilità di contesto e di attrattività economica, una possibilità di realizzazione».
GLI SVILUPPI
Nel titolo del convegno si è volutamente e convintamente detto: costruire lo sviluppo delle Valli del
Verbano «e ribadisco che», continua l’assessore «nella condizione generale di sviluppo il sostantivo non è una variabile indipendente, ma rientra nella capacità di superare le differenze di opinione nella necessità, non più rinviabile, di costruire un progetto di sviluppo che sia trasversale alla condizione di appartenenza e di credo politico che non va esclusa nelle singole realtà amministrative, ma che deve trovare momenti di intesa generale sul ragionamento comune che viene sviluppato negli enti come la Comunità montana valli del Verbano che hanno un ruolo di rappresentanza generale.
Allo stesso modo non va dimenticato che il turismo non può essere un elemento estraneo all’identità del luogo ma una condizione che si deve integrare con la ricchezza culturale, ambientale ed economica dello stesso. Noi abbiamo una grande potenzialità, che altri luoghi non hanno e che principalmente si evidenzia nella capacità di avere una visione di insieme nell’osservare la bellezza dei nostri paesaggi, delle sue montagne dei suoi laghi, dei siti di interesse comunitario, dei monumenti, dei luoghi di culto, ma soprattutto delle possibilità che un territorio nella sua sostanza ci offre e che, in una condizione di rispetto e di potenziale sviluppo, possono diventare elemento di un importante economia, in grado di dare prospettiva e occupazione ai giovani e alle cittadinanze, oggi poste in grave sofferenza ed in assenza di alternative alla condizione di allontanamento o di abbandono territoriale, dovuto ad una scarsa o assente prospettiva di lavoro. La classe politica ed amministrativa di questo territorio oggi è di fronte ad un bivio, a mio avviso ad una strada senza ritorno, quella cioè di predisporre e governare i modelli di sviluppo o di subire le gravi conseguenze di una mancata visione di crescita».
IL MOMENTO
«L’occasione che ci è offerta dalla potenzialità di un ente, quale è la Comunità montana valli del Verbano oggi è irripetibile, dobbiamo imparare a sfruttare in senso positivo questa possibilità indirizzando l’ente verso una capacità di coordinamento e di gestione di un processo in grado di fare sistema. In grado cioè di mettere attorno ad un tavolo di regia i soggetti che a vario titolo sono interessati alla crescita territoriale: gli imprenditori del turismo, della ristorazione, dell’imprenditoria economica di interesse, dell’agricoltura, dell’indirizzo e della formazione scolastica, della condizione di tipicità, di tutti gli elementi di rete di un processo governato di crescita che sappiano svolgere il ruolo che gli compete per indirizzare la condizione di crescita complessiva del territorio. Fondamentale in questo caso però è la costruzione di un modello condiviso che possa essere superiore alla condizione dell’individuo, dell’appartenenza, dell’occupazione di un territorio di soggetti che non conoscendo la nostra storia o non partecipando alla vita del territorio, lavorano solo per trarre vantaggio personale e non una dimensione economica generale che possa orientarsi alla crescita collettiva. Il nuovo corso della Comunità montana valli del Verbano si muove verso questo indirizzo tracciando un solco che vuole essere propedeutico alla costruzione di un modello, nell’indicazione di un percorso di semina che non riguarda solo la condizione del presente ma la progressione di crescita del suo futuro e delle persone chiamate oggi e nel tempo ad assumersi questa responsabilità».
«Questo percorso», conclude l’assessore Gianpietro Ballardin «lo dobbiamo sviluppare per responsabilità verso il nostro territorio, la sua economia, la gente che vogliamo e dobbiamo rappresentare, la condizione di prospettiva culturale e operativa, per il rispetto della storia del passato e la prospettiva del suo futuro che non possiamo permetterci di non considerare, nell’importante esercizio di una politica amministrativa in grado di rappresentare una condizione del presente e un idea del suo futuro che vuole lasciare spazio e prospettiva di crescita e di lavoro a chi viene dopo di noi».
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