Il libro su “i paroll d’Angera” per riscoprire quel “mondo in dialetto” che non c’è più
L’ultimo libro dell’associazione Vivi Angera è un "manuale d’angerese" trattato dal quaderno della maestra Mariuccia Lovati. Un’occasione per riscoprire e tenere vive tutte quelle parole ed espressioni legate a mestieri, lavori e abbigliamenti lentamente scomparsi
L’ultimo regalo della maestra Mariuccia Lovati per continuare a tramandare le parole e i modi di dire angeresi diversi da quelli italiani. L’associazione Vivi Angera continua la propria opera di promozione del territorio e della sua cultura con un nuovo libro – “I paroll d’Angera” – dedicato all’angerese, dialetto ancora molto sentito dalla comunità sul Lago che da anni porta avanti podcast audio con letture grazie all’impegno dei suoi “speaker” Alberto, Adele e Marica.
«Questo libretto non è un mero elenco di parole ma un divertentissimo tuffo nel secolo scorso – spiega l’associazione Vivi Angera -. Il nostro ultimo libro dedicato ad Angera che non poteva essere più angerese di così. Mariuccia Lovati, al termina della sua vita, ha lasciato alla comunità del Basso Verbano un bellissimo regalo: un quaderno sul quale appuntava i “paroll d’Angera” come ha titolato lei stessa e come ha specificato nel sottotitolo: Parole e modi di dire angeresi diversi da quelli italiani».
Da brava maestra e insegnante, la maestra Lovati ha dato vita a un vero e proprio “manuale d’angerese” scritto con ordine e precisione, soprattutto nella disposizione degli accenti per la giusta fonetica dei termini.
«Ma nel suo lavoro – sottolinea l’associazione – si coglie anche una serpeggiante e gentile ironia, un sorriso divertito nel ricordare e trascrivere anche quei modi di dire molto popolari e un po’ pesanti, come quando i ragazzini si divertono a raccontare le prime barzellette osées. Nei modi di dire di Mariuccia si ritrova l’Angera che non c’è più: quella legata ai mestieri, agli strumenti di lavoro, alle abitudini alimentari, all’abbigliamento, alle abitazioni del secolo scorso: i bamboccioni erano che allora diventano (anzi erano) i Virginun, i Balabiôt dei tipi inaffidabili e un po’ sciocchi, Al nava me un lichéé era uno che andava veloce, e Naa a fià d’oca stava per scroccare…e così via».
«La Cadrega che abbiamo voluta in copertina è un po’ il simbolo del dialetto lombardo ed è un termine evocato anche nei film, quando si vuole rappresentare o imitare la nostra parlata – conclude Vive Angera -. L’appendice figurata, con le belle immagini di Lilli Armiraglio vuole essere, come una volta erano le pagine illustrate dei dizionari, un aiuto alla comprensione dei termini e un modo per avvicinare i bambini al dialetto.
Chi volesse recuperare il “libro delle parole spar”, con la curiosità o la passione di riscoprire una lingua dei nonni, può trovarlo I paroll d ‘Angera nella sede in Via Mario Greppi 29, ad Angera. Per prenotarlo è possibile scrivere all’indirizzo e-mail info@ viviangera.it
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