Dopo quello di Germignaga presidio dei no “green pass“ anche a Luino
Continua la protesta contro la certificazione verde nei pressi della statale 394 a Germignaga. Della stessa idea altri luinesi si sono trovati in piazza libertà a Luino per dire "no" a questa misura
Anche a Luino, presso Piazza Libertà, una ventina di persone si è riunita per dire “no” alla misura, entrata in vigore il 15 ottobre, che riguarda l’esibizione obbligatoria del Green Pass sul posto di lavoro.
Una manifestazione, quella a Luino, che si è tenuta con modalità diverse rispetto a quella ancora in corso alla rotonda di Germignaga, ma con le medesime intenzioni: “Opporsi a questo strumento infame e coercitivo”, così definito in un post sulla pagina Facebook “Presidio Popolare Permanente – Germignaga”.
Per capirne di più siamo andati a parlare con loro, che non si definiscono “no vax” ma “no green pass”.
«Questa certificazione obbligatoria è anticostituzionale e limita la libertà individuale», hanno dichiarato i partecipanti al presidio popolare a Germignaga. Circa venti le persone che quotidianamente da venerdì si ritrovano lì per portare avanti con fermezza, senza creare disagi al traffico e con modalità pacifiche, questa protesta. Qualcuno di loro rimane addirittura la notte e dorme a bordo dei due trattori presenti sul prato. Un punto strategico per farsi notare dai passanti quello sopra la rotonda, che vede spesso anche diverse macchine che passando suonano, come a dire “bravi”. Gesti che i presenti dicono di apprezzare, «anche se danno l’impressione di un passivo like su Facebook – ci hanno raccontato – Ci sono però anche molte persone che ci vengono a trovare e si fermano a parlare. Tante altre ci portano il caffè, da mangiare e da bere. C’è molta solidarietà».
«Non siamo gente che manifesta ma se lo stiamo facendo è perché siamo arrivati al limite – hanno continuato – c’è gente che è rimasta a casa un anno e mezzo dal lavoro a causa della pandemia, e ora che stavamo finalmente vedendo uno spiraglio di luce, ci mettono davanti la scelta: o ti vaccini o non puoi lavorare». Consapevoli della possibilità di fare il tampone al posto della vaccinazione, altre critiche vengono avanzate: «Oltre il fatto che è deleterio per le nostre mucose, le farmacie nelle nostre zone sono in “collasso”. Danno appuntamenti a distanza di 10 giorni».
Da quanto emerso alla fine, è stata la comunicazione “incoerente” fatta durante tutto il periodo di emergenza, in tema di leggi, di dati e quant’altro, a creare probabilmente questa grande sfiducia, paura e conseguente opposizione a queste misure. «Noi siamo qui per far capire che quello che sta accadendo non è giusto», hanno concluso.
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