Sesto2030 sulla moschea: «Basta ideologie: serve dialog con la comunità islamica»
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, l’amministrazione sestese è al lavoro per individuare un’area di culto. Il gruppo all’opposizione: “La scelta non può limitarsi a un dialogo segreto tra le parti”
«È tempo di gestire la questione islamica passando dall’ideologia al pragmatismo». A Sesto Calende il gruppo all’opposizione Sesto2030 propone una “road map” per cambiare, o almeno tentare, l’approccio finora tenuto dall’amministrazione comunale e dall’associazione islamica sulla moschea.
Dopo quasi 10 anni di contenzioso, lo scorso settembre una sentenza del Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso del Comune, “costretto” a individuare un’area di culto idoena per l’associazione islamica.
«È chiaro che l’approccio di governo a Sesto Calende ha portato allo scontro, nel quale ognuno ha sostenuto le proprie posizioni (immutabili) non arrivando ad alcuna soluzione – commenta Sesto2030, tornando, indirettamente, anche sulle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Buzzi -. Ci sembra che i toni (ed anche i silenzi) ancora presenti nel dibattito siano il segnale che la paura e la diffidenza sono ancora alte e che probabilmente arrivino da entrambe le parti. Nulla è stato fatto in tutti questi anni non solo per iniziare ad analizzarle (e magari cercare di neutralizzarne alcune) ma neppure per capire davvero i termini concreti della situazione, giacché ancora non si sa di quanti fedeli si parla, di cosa hanno chiesto».
Il gruppo rappresentato da Simone Danzo e Alessandra Malini nei banchi del consiglio comunale sottolinea come Sesto non sia la prima città a dover affrontare tale questione: «Quando si inizia un dialogo, il percorso intrapreso, pur passando da difficoltà, crea possibilità di scelte diverse, che vanno verso una convivenza serena e una reale integrazione, che si esprime anche nella scelta del più adatto. Crediamo che Sesto si meriti che la scelta da effettuarsi ora sia fatta pensando ai risvolti futuri. La scelta del luogo non può limitarsi ad un dialogo segreto tra le parti che poi la popolazione dovrà soltanto subire».
“Tutte le parte in gioco devono fare scelte coraggiose, anche la comunità islamica”
Per questo motivo il gruppo dei “cantieri di lavoro” ha scritto sia alla comunità Islamica che all’amministrazione (finora silente sull’argomento tranne che in tribunale), a quest’ultima con un’interpellanza che sarà presentata al prossimo consiglio: «È chiaro che il solo diritto costituzionale che sancisce la libertà di culto non può creare le condizioni per una reale integrazione – commenta Sesto2030 -. Chiediamo a tutte le parti in gioco di fare scelte coraggiose basate sul dialogo, andando oltre risentimenti o paure. Anche la comunità islamica deve fare la sua parte. Se si chiede di essere accettati si deve iniziare con l’accettare: con l’aprirsi alla conoscenza e al confronto. Ed è quello che stiamo chiedendo alla Comunità».
La road map di Sesto2030: “dialogo per un’analisi dei problemi evidenziati da entrambe le parti”
La “road map” proposta da Sesto2030 prevede dunque “un tavolo di confronto tra la comunità islamica e la popolazione che inizi con il conoscersi, attraverso l’analisi dei singoli problemi evidenziati da entrambe le parti per cercare soluzioni e finisca con l’identificazione concordata di un luogo, che salvaguardi l’interesse comune e che sia frutto di questo percorso”.
«Ma per fare questo – è a dire il vero anche per far qualsiasi altro passo – è necessario partire da due punti fondamentali – conclude Sesto2030 – chiarire la realtà dei fatti e avere la voce della comunità islamica. Siamo stufi di sentir parlare solo di questioni di principio, che riempiono il dibattito con un argomento senza trattarlo a livello pratico ed offuscando tutti gli altri problemi della città. I sestesi si meritano amministratori che governino la situazione ossia abbiano chiare le problematiche reali e le possibili soluzioni, dopo aver compreso e trattato timori e rimostranze. Il tempo delle false promesse e dei silenzi è finito, ed è giunto quello della trasparenza e dell’informazione, che sono dovuti alla cittadinanza tutta e forse in particolar modo agli elettori di questa Giunta, che avevano tutt’altre aspettative».
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