Lo stupro sul treno, la violenza e le indagini lampo: presto di fronte al giudice i due fermati
I sospettati dovranno rispondere di violenza sessuale di gruppo e rapina. La folle notte ai danni di due ragazze, poi la svolta, durante un controllo dei carabinieri
Potrebbero parlare. O rimanere in silenzio e lasciarsi difendere durante il primo contatto con la giustizia che avverrà in un’aula di tribunale entro le 48 ore dal fermo disposto dalla Procura di Varese per reati pesanti. Terribili.
Fatti che presuppongono una nominale presunzione d’innocenza, che però si scontra però coi gravi elementi emersi durante le primissime indagini interforze e che hanno consentito al pm di turno di formare un fermo di indiziato di delitto.
Uno dei due episodi contestati ai due arrestati sabato notte appunto con l’accusa di violenza sessuale è da ricondursi a pesanti palpeggiamenti con l’evidente tentativo di abusare una ragazza indifesa nella sala d’aspetto di una stazione di provincia; l’altro episodio, enormemente più grave si è consumato a bordo del treno, e ha un nome che non lascia adito ad interpretazioni: stupro.
I fatti si sono consumati venerdì nella tarda serata prima a bordo di un treno partito da Milano e diretto a Nord, uno dei tanti convogli che guardi passare con un passeggero sì e due no che diventano sempre meno man mano che dalla stazione di partenza gli utenti si scremano e arrivano a destinazione: dopo più di una ventina di minuti quel viaggio da Cadorna verso casa è diventato un incubo per le due giovani donne.
La prima, bloccata e violentata a bordo del convoglio dai due fermati: sono un italiano di 21 anni e un marocchino di 27 entrambi con precedenti di polizia e che sembrano gravitare nei contorni dei «bruciati» della droga: le porte del treno si aprono, i due scappano, arriva il controllore che assiste la vittima portata poi in pronto soccorso dove verrà curata e ascoltata.
Ma, ritornanado in ambiente ferroviario la corsa dei due non si ferma, prosegue. Siamo a Venegono e nella sala d’aspetto il copione rischia di ripetersi: nessuno vede, solo le telecamere che inquadrano i due regalando preziosi dettagli che serviranno poi all’identificazione, ma ancor prima alla cattura dopo che vengono riconosciuti dai militari di una pantera arrivata per il baccano che usciva da una casa di Tradate, un festino a base di alcool, droga e musica ad alto volume dove i militari svegli del nucleo operativo e radiomobile hanno buttato l’occhio su uno dei presenti con una stampella, elemento distintivo che ha fatto scattare le manette.
Ora la posizione dei due – accusati di violenza sessuale in concorso e rapina dal momento che alla ragazza sul treno è stato pure sottratto il portafogli – verrà discussa dinanzi al gip cui spetterà convalidare o meno il fermo e definire le misure da applicare ai due.
In attesa che giustizia sia fatta, e grazie al lavoro prezioso della squadra Mobile di Varese e dei carabinieri di Saronno
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