Una targa “i giusti dell’Eccidio del Lago Maggiore”
Il testo è stato scelto dagli studenti dell'Istituto Maggia di Stresa. Un'occasione per ricordare la prima strage di ebrei compiuta dai nazisti in Italia
“Alle vittime, ai superstiti, ai giusti dell’Eccidio del Lago Maggiore. Stresa, 22 settembre 1943”. Questo il testo che accompagnerà la targa che sarà collocata al Campus Maggia, l’ex collegio Rosmini. La posa è in programma il 27 gennaio, Giorno della Memoria in ricordo delle vittime della Shoah. Una giornata importante per gli studenti dell’Istituto “Erminio Maggia” di Stresa che coinciderà con la posa della pietra d’inciampo inviata dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione MITE, in collaborazione con l’Agenzia Dire – Diregiovani. Su di essa sarà visibile un’iscrizione che recita: “La Giornata della Memoria, per non dimenticare”. Accanto, verrà posta una targa che reca incisa la frase che è stata scelta dai ragazzi e ragazze delle classi quinte.
IL GIORNO DELLA MEMORIA E IL VERBANO
Grafica inserita nella ricostruzione della Strage di Meina pubblicata dal New York TimesIl Giorno della memoria per l’area del Lago Maggiore è una ricorrenza necessaria. Ricorda l’importanza di ricostruire e recuperare la memoria su quella che è stata la prima stage di ebrei in Italia. I nazisti, con l’aiuto dei collaborazionisti fascisti, attuarono proprio sulla sponda piemontese del Verbano per la prima volta azioni di rastrellamento e uccisione di ebrei nel nostro Paese. Per saperne di più sulla presenza ebraica nelle aree del Novarese e del Vco e sull’eccidio del Lago Maggiore
Come ricorda Ossola ’44, progetto a cura di Roberto Morandi volto alla ricostruzione dei fatti storici ed episodi della Resistenza avvenuti nelle Valli Ossolane, nel Novarese e nel Cusio durante la Seconda Guerra Mondiale.
“L’area del Lago Maggiore fu la prima zona in cui i nazisti, affiancati dai collaborazionisti fascisti, attuarono nel 1943 la eliminazione fisica degli ebrei, dando la caccia alle famiglie che si erano trasferite nelle case e negli alberghi sul lago, al pari di alcuni ebrei stranieri. Furono 52 le vittime di quelle stragi tra Verbano, Ossola e Cusio. Altri dodici ebrei furono deportati dopo essere stati arrestati al confine dalla Milizia Confinaria o respinti dalle autorità svizzere, sul finire del 1943.
Centinaia furono invece i deportati – partigiani, operai, antifascisti, ostaggi – deportati nei lager nazisti, anch’essi ricordati nel Giorno della Memoria. Come in ogni Paese dell’Europa occupata, anche in quest’area ci furono ebrei che decisero di combattere e d’imbracciare le armi.
Così fecero Albe Steiner nella brigata Valdossola e la moglie Lica Covo, unica sopravvissuta della sua famiglia assassinata a Mergozzo; Gaddo e Renzo Coen, quest’ultimo deceduto a Locarno per le ferite riportate nella battaglia ai Bagni di Craveggia; Guido Weiller, figlio di una famiglia ebrea protetta da Filippo Beltrami, che collaborò attivamente con il gruppo partigiano; Umberto Terracini, che – rientrato dalla Svizzera ove si era rifugiato – fu segretario della Giunta Provvisoria di Governo a Domodossola, tra settembre e ottobre 1944; Franco Fortini, di padre ebreo, che rientrò dalla Svizzera e si arruolò nel Valdossola”. Continua a leggere
Nel 1963 nel corso del processo di Osnabrück vennero svolte le ricerche per ricostruire le responsabilità degli omicidi perpetrati sul lago Maggiore, tra questi anche l’episodio più noto dell’Hotel Meina. Tra le vittime di Meina si annovera anche Lotte Fröelich Mazzucchelli, anche lei originaria della provincia di Varese, di Gallarate (qui una recente ricostruzione del New York Times).
UNA VARESINA LA PRIMA VITTIMA DELLA STRAGE NAZISTA DI BAVENO
Carla CaroglioSul Lago Maggiore il rastrellamento degli ebrei iniziò a Baveno tra il 13 e 14 settembre e proseguì nei giorni successivi coinvolgendo anche le altre cittadine del Verbano. Arona, Meina, Stresa, Orta, Mergozzo, Pian Nava, Novara, Verbania le località coinvolte. Da ricordare, la prima vittima della strage nazista di Baveno che fu una varesina, Carla Caroglio uccisa a soli 25 anni. La sua storia è stata ricostruita con cura dallo storico di Varese, Franco Giannantoni, che l’ha raccontata nel suo libro “La ragazza dalla gonna scozzese” (Edizioni Amici della Resistenza/Quaderno n. 6). Carla Caroglio, originaria di Varese era una ragazza di 25 anni, l’ultima di cinque figli di una famiglia benestante. Era una giovane cattolica fidanzata con un ragazzo ebreo conosciuto proprio a Baveno. Per questa ragione fu arrestata il 15 settembre 1943 e uccisa. Carla fu la prima delle 14 vittime dichiarate nella strage della cittadina sul Lago Maggiore.
LA CERIMONIA ALL’ISTITUTO MAGGIA DI STRESA
La targa inviata dal MinisteroLa cerimonia di collocazione, organizzata dall’istituto Maggia in collaborazione con la Casa della Resistenza e l’ANPI – Sezione Vergante, sarà un’occasione dal valore educativo e formativo. Gli studenti delle classi seconde e quinte della scuola parteciperanno all’iniziativa e gli studenti di quinta presenteranno i lavori svolti sul tema, realizzati grazie alla collaborazione con la Fondazione Casa della Resistenza e curati dai docenti di italiano e diritto, nell’ambito di un percorso pluridisciplinare gestito dallo staff di Educazione Civica e Progetto Legalità.
L’evento sarà presenziato dal Dirigente, prof. Fiorenzo Ferrari, e dai proff. Felice Fioretti e Ida D’Ambrosio, oltre alle autorità, tra cui la presidente dell’ANPI-sezione Vergante Flavia Filippi e il parroco di Stresa, Don Gianluca Villa, che ricorderà la figura di Don Angelo Ricci che venne arrestato il 19 ottobre 1943 ed incarcerato, prima in S. Vittore a Milano, poi inviato in Germania a Mauthausen.
Ci saranno inoltre il sindaco di Stresa, Marcella Severino, il vicesindaco di Baveno Maria Rosa Gnocchi, Gianmaria Ottolini, segretario e consigliere dell’Associazione Casa della Resistenza, Don Eduino Menestrina, Padre rettore del Collegio Rosmini, Don Ludovico Gadaleta, Direttore Centro Studi Internazionale di Stresa, e Vilma Burba, ex archivista e responsabile del blog Appunti Retrodatati. Nei giorni precedenti le classi quinte hanno partecipato a una lezione in collaborazione con la Casa della Resistenza, dedicata all’Olocausto e all’Eccidio del Lago Maggiore, la strage nazista perpetrata tra il 13 settembre e il 10 ottobre 1943 in varie località della zona, durante la quale persero la vita almeno 57 ebrei. Fu la seconda strage di ebrei per numero di vittime in Italia, dopo quella delle Fosse Ardeatine.
L’iniziativa promossa dal Miur, che coinvolge altri istituti scolastici italiani, si prefigge l’obiettivo di stimolare nei giovani una riflessione su queste tematiche, volta a preservare la memoria. L’idea progettuale, realizzata da Fondazione MITE e l’Agenzia Dire – Diregiovani, prende spunto dall’opera dell’artista tedesco Gunter Demnig, che nel 1992 avviò la collocazione delle pietre di inciampo, ovvero targhe in ottone collocate nel selciato antistante il luogo dove visse una vittima dello sterminio nazifascista.
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