Quantcast

Mille contagi in sette giorni nelle scuole del Varesotto. Un flop il progetto “adotta una scuola” dei pediatri

È iniziato il progetto che vede la partecipazione di 14 pediatri e 10 scuole. I medici faranno i tamponi antigenici mentre di quelli salivari non si parla più

test salivare

Cambiamo le regole delle quarantene e la misura della “DaD” diventa meno frequente. Le novità introdotte con l’ultimo provvedimento ministeriale alleggerisce la gestione della pandemia all’interno delle classi, con alcuni distinguo tra i diversi cicli.

Il mondo dell’istruzione, pur registrando un miglioramento, è ancora sotto pressione per la gestione dei casi. Nell’ultima settimana di gennaio, in provincia di Varese si sono registrai 1024 nuovi contagi distribuiti tra infanzia e nido con 374 casi,  primaria 613 , medie 328 e superiori 366. Quasi 6000 tra docenti e studenti sono stati messi in quarantena, soprattutto nell’infanzia e nella primaria.

La scuola è il settore dove più alta è la richiesta di tamponi settimanali, a parte le esigenze legate al green pass o ai viaggi.  Per la sorveglianza di studenti e operatori si è effettuato un quinto dei test totali. Il monitoraggio costante con i T0, i T5 e i T11 costringe genitori e bambini a molteplici passaggi soprattutto nelle farmacie.

Per alleggerire la situazione, Regione Lombardia aveva lanciato il progetto”Adottiamo una scuola” con cui i pediatri di libera scelta offrivano alcune ore del proprio tempo per effettuare tamponi direttamente negli istituti primari.

Un progetto che non è decollato se, nella nostra provincia, si sono candidati solo 14 presidi e 10 scuole. 

Le difficoltà sono tante, come racconta la dirigente del Comprensivo Varese 5 Maria Rosa Rossi, sia di natura organizzativa, sia burocratica con la raccolta di tutte le autorizzazioni a una pratica sanitaria che non compete alla scuola.
Il progetto si scontra anche con un’offerta ridottissima: le ore a settimana per scuola ( comprensivo) sono al massimo tre, i tempi di realizzazione dei tamponi sono 10 minuti a bambino. A conti fatti, la presenza del pediatra garantisce 18 tamponi totali ( sempre che si riesca a individuare chi collabora con il medico per trattenere il bambino durante il test nasale).

Probabilmente, la presenza di un medico sarebbe stata efficace se, al posto degli antigenici che avranno a disposizione i pediatri, ci fossero stati i tamponi molecolari salivari.

Il direttore di Ats Insubria Giuseppe Catanoso ha spiegato che la dotazione scelta è quella degli antigenici anche perchè i salivari presuppongono una modalità di somministrazione più complessa. Sembra cancellata, quindi, l’esperienza di monitoraggio che la stessa Ats Insubria aveva effettuato in alcune scuole a campione del territorio tra settembre e novembre scorsi, dove si prevedeva persino l’autosomministrazione ai bambini.

L’uso di quegli stessi test salivari era anche stato annunciato a dicembre come mezzo per monitorare più efficacemente la circolazione del virus all’interno degli ambienti scolastici. L’annuncio era arrivato qualche giorno prima dell’impennata della curva epidemica e della quarta ondata. Probabilmente, quindi, l’accantonamento dei test salivari è legato più alla disponibilità limitata degli strumenti. Il loro utilizzo, infatti, è ora riservato a pazienti fragili su esplicita richiesta.

di
Pubblicato il 03 Febbraio 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore