Sesto2030 propone un questionario sulla moschea: “Serve un dialogo sano”
L'iniziativa del gruppo civico, che vuole aprire un dialogo tra la cittadinanza, la politica e l'associazione islamica. Tempo fino al 28 febbraio per compilare il questionario
Ancora dieci giorni di tempo per partecipare al questionario proposto da Sesto2030 sulla tema della moschea, argomento da tanti anni al centro del dibattito sestese dato il lungo contenzioso legale tra l’amministrazione e l’associazione islamica, con quest’ultima che si è vista riconoscere dai giudici l’individuazione di un luogo di culto.
Negli scorsi giorni, infatti, il gruppo d’opposizione in consiglio comunale aveva lanciato l’iniziativa con l’obiettivo di “raccogliere umori e pensieri, che possano essere indicativi del sentore dei cittadini ma soprattutto che possano aiutare i soggetti coinvolti a non tralasciare gli aspetti che per i Sestesi sono i più critici”. Una sorta di sondaggio, come fatto nell’estate del 2020 per il mercato, un’azione per coinvolgere la cittadinanza, questa l’idea del gruppo che conta tra i propri banchi del consiglio sestese Simone Danzo e Alessandra Malini.
«Speriamo ancora in una svolta più costruttiva nelle modalità per trattare la questione» commenta Sesto2030, analizzando i primi risultati del questionario: «Le risposte acquisite fino ad ora sono per la maggior parte di persone dai 40 ai 60 anni e per un 35% dai 60 ai 75 anni, un po’ di tutte le frazioni di Sesto Calende; persone che dichiarano di seguire la vicenda, anche se più del 60% non conosce i numeri degli iscritti all’Associazione islamica. I dati non possono senz’altro essere statisticamente rilevanti – anche per i limiti che può avere uno strumento di questo tipo – ma le nostre intenzioni sono quelle di raccogliere stimoli interessanti e questo può derivare anche dal commento di uno qualsiasi dei nostri cittadini» spiegano Danzo e Malini.
I risultati del sondaggio
Dai dati al momento raccolti da Sesto2030 si evidenzia che l’85% dei compilatori attuali crede sia necessario sottoscrivere un protocollo di intesa tra Comune e Associazione Islamica, prima che essa si installi sul territorio con una propria sede.
I timori maggiori, invece, sono indirizzati verso problemi urbanistici e di deprezzamento degli immobili accanto all’area che sarà individuata come sede. Minori le preoccupazioni sulla criminalità – mentre un 10% degli intervistati ad oggi crede che questa possa essere un’occasione positiva per la città e per favorire un maggiore processo di integrazione tra diverse culture.
Un altro dato vede più del 55% degli “intervistati” concorde con il diritto costituzionale ed anche con concessione di sedi a Sesto Calende di fedeli di altre religioni, ma la percentuale scende al 38% se tale religione è quella islamica: “Le motivazioni principali sembrano essere la convinzione che manchi la reciprocità nei paesi islamici per la costruzione di chiese cattoliche, successivamente abbiamo il timore di cospirazioni politiche e la questione di come vengono considerate le donne”.
“Serve un dibattito, trasparente e corretto”
Lo scorso dicembre la questione della moschea era stata discussa tra i punti all’ordine del giorno proprio a causa di un’interpellanza di Sesto 2030 che chiedeva appunto alla giunta e all’associazione informazioni sull’eventuale area – non ancora individuata -, oltre a un coinvolgimento della cittadinanza. In quell’occasione l’ex sindaco Marco Colombo propose un consiglio comunale dedicato interamente al tema, idee che Sesto2030 sembra intenzionata a sostenere: «A nostro avviso la questione, così delicata, ha ancora spazio per essere affrontata diversamente, per dar voce ai pensieri dei cittadini e per generare un sano dibattito, volto a raccogliere stimoli da un lato e a generare confronto dall’altro. Se il consigliere Colombo vorrà dar seguito alla sua proposta fatta in consiglio comunale, di aprire un dibattito pubblico con la Comunità Islamica, noi lo sosterremo. Vorremmo un dialogo trasparente e corretto, magari supportato da un moderatore, che sia però, pensato per essere costruttivo. Come abbiamo ricordato più volte noi non sposiamo nessuna ideologia su questo tema, come per gli altri».
«Vogliamo, invece, trattare l’argomento di modo da raggiungere il miglior risultato possibile per la nostra cittadina, perché tutti noi di Sesto 2030 non siamo altro che semplici cittadini che hanno deciso di mettersi al servizio della propria città preoccupati per lei e volenterosi di migliorarne la qualità di vita – concludono Malini e il capogruppo Danzo -. Vogliamo fin d’ora ringraziare chi ha lasciato commenti liberi al termine del questionario. I pareri, molto discordanti tra loro, lasciano alcuni stimoli davvero interessanti che analizzeremo nella loro complessità a chiusura del questionario».
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