L’accoglienza dei profughi ucraini a Ispra è contagiosa, veloce ed efficace
Il sindaco Melissa De Santis orgogliosa della sua comunità per l'ospitalità messa in campo dal territorio in maniera corale, dagli alloggi al corso di italiano
Sono 36 i cittadini Ucraini accolti dal piccolo comune di Ispra (circa 5 mila abitanti) in queste settimane, di cui 19 sono minorenni. «E tra poco saranno 20 perché siamo in dolce attesa, nel seno che un’ospite è al nono mese di gravidanza», racconta con un grande sorriso il sindaco Melissa De Santis, orgogliosa della sua comunità, che si è mostrata particolarmente attiva, reattiva e coesa nel mettere a disposizione risorse materiali e competenze per accogliere al meglio chi fugge dalla guerra.
«La nostra è un’accoglienza di territorio», spiega con riferimento innanzi tutto all’ospitalità.
Molte delle famiglie ucraine arrivate hanno trovato casa in Opera don Guanella, struttura gestita da frati guanelliani che hanno messo a disposizione una ventina di posti.
Poi ci sono le tre mamme con 5 figli ospitate in oratorio e il resto a casa di privati, amici e conoscenti di badanti ucraine già presenti da anni in comune e che ospitano ora alcuni connazionali, e altri cittadini ispresi che hanno messo a disposizione delle abitazioni.
«L’emergenza ci ha travolto in un sabato pomeriggio – racconta il sindaco – Siamo stati contattati da una signora ucraina che vive a Ispra da anni e che stava per accogliere otto persone. Ho chiamato il parroco per sapere dell’appartamento dell’oratorio che aveva l’intenzione di sistemare. In poche ore una squadra di volontari lo ha sistemato, mentre il tam tam via WhatsApp ci ha permesso di recuperare letti, materassi e lettini. Entro la fine del weekend tutto era pronto».
«È stato è stato il primo passo – spiega De Santis – Nessuno è mai pronto a una tragedia di questo tipo, non eravamo organizzati ma sta funzionando bene grazie alla grande sensibilità e disponibilità di tutta la comunità.
Ognuno ha fatto la sua parte: il Comune coordina e si fa carico della parte burocratica, anche sanitaria, e della raccolta e distribuzione di cibo e stoviglie, i residenti accolgono le famiglie, le scuole accolgono i bambini ed è partito in via sperimentale anche un corso di prima alfabetizzazione di italiano, con diversi orari per classi di età, in modo che possano parteciparvi adulti e bambini (che nella maggior parte dei casi sono in dad con i loro insegnanti ucraini) e sarà più strutturato dopo Pasqua, e ospitato dalla sala polivalente di fronte al Comune, dove è stata appesa una grande bandiera della pace tra quelle istituzionali.
“Quella che stiamo vivendo in questi giorni è una bella esperienza di solidarietà – afferma De Santis – C’è una grossa partecipazione a livello umano da parte di tutti, e una risposta pratica veloce ed efficace. Il corso di Italiano, oltre a facilitare la comunicazione e quindi l’inclusione, ha anche lo scopo di creare per i cittadini ucraini uno spazio in cui possano conoscersi tra di loro, scambiarsi informazioni e sentirsi un po’ più a casa».
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