Le opposizioni del Basso Verbano: “Il territorio chiede chiarimenti sul rilancio dell’ospedale”
A pochi giorni dall'incontro sul futuro del Carlo Ondoli i gruppi civici di opposizione di Angera, Taino, Sesto e Golasecca sollevano interrogativi sul numero dei medici e dei servizi dell'ospedale: "Non serve costruire una scatola vuota"
“Il territorio chiede chiarimenti sul futuro dell’ospedale“. A distanza di qualche giorno dall’incontro sul Carlo Ondoli di Angera di giovedì 7 aprile i gruppi di opposizione del Basso Verbano tornano sull’argomento che in passato li aveva visti promotori di una petizione per il rilancio della struttura e di un concerto di beneficenza il cui ricavato è stato devoluto a supporto dell’ospedale.
«Qualche giorno fa abbiamo assistito all’ennesima presentazione sul futuro dell’ospedale di Angera – scrivono in una nota congiunta i gruppi civici Allea, Insieme per Sesto, Sesto2030, Taino Futuro e Tradizione e Golesecca Futuro e tradizione sostenibile -. Lodevole la volontà di informarci su ogni evoluzione positiva, forse in modo un po’ enfatico, ricco di ringraziamenti a chiunque stia dedicando il proprio lavoro alla causa. Notiamo che è mancato un contraddittorio pubblico, così come la possibilità di porre domande».
Dopo un confronto con i partecipanti alla serata in sala consiliare e con alcuni medici i gruppi di opposizione dei cinque paesi del Basso Verbano pongono tre interrogativi:
1) il numero dei medici sarà adeguato o sarà ancora necessario “prenderli in prestito” da altre
strutture ospedaliere?
2) il 110% dei servizi (così come prospettato a miglioramento della situazione attuale) è poca cosa
se proporzionato al livello più basso toccato appena prima della pandemia da covid-19. Possiamo
auspicare un potenziamento dei servizi allo stesso livello dei tempi d’oro del “Carlo Ondoli”?
3) dove sorgerà la “casa di comunità”? Avrà l’assenso dei medici di base e degli altri operatori o
sarà semplicemente “calata dall’alto”?
«È importante – concludono i gruppi – partire da numeri e impegni concreti su cui costruire una riflessione comune, che
parta dal territorio e si estenda ai vertici dell’ospedale. Desideriamo associarci ai commenti pubblicati in queste ore dai rappresentanti
delle associazioni locali, che sostengono quel che diciamo da tempo: non serve costruire una scatola vuota, è tempo di di porre le condizioni per avere personale motivato e stabile nella struttura del nostro ospedale. Come detto in passato, vigiliamo e siamo a disposizione in modo costruttivo per un nostro bene pubblico importantissimo: l’ospedale che ha offerto e continua a offrire il diritto alla salute ai cittadini».
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