Paolo e Filippo, i Dioscuri delle bocce
Le "pillole di bocce" di Roberto Bramani Araldi portano alla scoperta di due personaggi di questo mondo e raccontano i risultati della giornata del 9 aprile
Erano amici, completamente amici, Paolo e Filippo. Un’amicizia sorta da bambini, quando le loro famiglie, in modo del tutto casuale, avevano preso in affitto due casette adiacenti sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, fra Laveno e Luino, per passare le vacanze estive, lontano dalla città, ma non troppo, alfine da Milano a lì bastava una sola ora d’auto. Avevano fraternizzato subito le famiglie e, di riflesso, anche loro: si erano ritrovati nello stesso liceo, poi all’Università, le “morosine”, lo sport, dal calcio, al tennis, all’immancabile bicicletta, fino alle bocce, una passione nata sui campi locali, coltivata gradualmente, fino a diventare uno degli aspetti più graditi dell’esistenza.
Erano amici, per davvero. Avevano corteggiato due sorelle molto carine del luogo, uscivano assieme per andare a ballare nelle case ora di una della compagnia, ora di un’altra, tanto che era sembrato molto naturale, quasi scontato, che approdassero insieme al matrimonio, in tempi leggermente diversi, ma con il loro bel percorso tracciato, senza tentennamenti, come le vele che solcavano di giorno le acque del lago e la sera dovevano tornare alle boe.
Li univa anche la spensieratezza caratteriale, connessa all’età, particolarmente spiccata nell’ideare burle e scherzi verso qualche malcapitato compagno d’avventura non particolarmente perspicace. Una volta, al povero Amilcare, bersaglio preferito delle loro “perverse” attenzioni, che si era appena comprata una bellissima e nuovissima bicicletta Bianchi, pensarono di dimostrare l’apprezzamento per il sospirato bene – lui assente -, smontandogliela pezzo per pezzo, raccogliendo in cartocci addirittura le sfere dei cuscinetti. L’Amilcare non gradì per niente e l’incidente diplomatico rischiò di mandare a catafascio vacanze e serena convivenza – gliela rimontarono, poi, come inevitabile penitenza, anche se non fu possibile chiarire se alcuni successivi difetti di funzionamento del mezzo fossero imputabili all’atroce beffa -. Questi elementi del vissuto li univano nelle chiacchiere di ogni giorno, costellavano il cammino dell’esistenza che si snodava, dopo le lauree e i matrimoni, senza particolari sussulti, andando a costruire quel castello di sogni, di speranze e di eventi che, mattone dopo mattone, vanno a edificare il proprio personale edificio.
Li avevano soprannominati “I dioscuri”, i gemelli figli di Zeus e di Leda, Castore e Polluce, anche se non possedevano le qualità che la mitologia greca ha tramandato, dove Castore era domatore di cavalli e Polluce valente pugilatore. Filippo, più tarchiato, era Polluce, mentre Paolo, più longilineo, era Castore. A loro non spiaceva quest’abbinamento, anzi conferiva un alone di mistero, di favola, oltre a far emergere un pizzico di snobismo nell’esternazione di qualcosa legato al mito.
Le bocce, inoltre, erano un ulteriore collante: tesserati presso la stessa Società, si erano integrati perfettamente, l’uno, Paolo, accostatore, l’altro, Filippo, bocciatore. Erano abbastanza bravi, seppure non fossero dei campioni, essendo approdati alla categoria B, che costituiva un livello più che discreto, ma non l’eccellenza in assoluto.
Con il passare del tempo, in Paolo si andava sviluppando in modo molto evidente e continuo, la ricerca della perfezione, sia sul lavoro, dove era decisamente apprezzata, sia nelle bocce.
La cura dei dettagli era in alcuni casi decisamente esasperata: la sacca doveva essere linda, senza tracce di polvere, la medesima sorte toccava al panno utilizzato per spolverare le bocce prima di ogni giocata, le quali dovevano essere esenti da qualsiasi traccia di colore lasciata da precedenti competizioni, non solo, ma per favorire la scorrevolezza erano sovente lucidate con attenzione maniacale. Guai ad avere zone che non fossero più che omogenee! La sua concentrazione era sempre al massimo, con questo non è che non sbagliasse, altrimenti sarebbe stato un fenomeno. Un bel giorno, in una gara che si disputava a Sesto San Giovanni sui campi della Bocciofila Rodinella, Castore – pardon Paolo – in un accosto neppure tanto difficile, mise la sua boccia un metro abbondante oltre il pallino, senza ovviamente strappare il punto all’avversario, seconda giocata e, questa volta, boccia di un metro prima del pallino: a quel punto serie d’improperi – “Ma come si fa a commettere questi errori, incapace, deficiente e da lì altre valutazioni sul suo operato crudelmente negative, di certo non contemplate nel catechismo insegnato dai salesiani del centro -. Al che Polluce – pardon Filippo – basito si volse verso il compagno: “Cosa ti salta in mente d’insultarti così perché hai commesso un paio d’errori? Allora quando sbaglio io chissà cosa pensi di me!”.
Paolo cercò di spiegare che tollerava senza problemi gli errori del compagno: erano i suoi che non riusciva a perdonare, in ossequio al suo ideale di perfezione da raggiungere in ogni frangente. Era consapevole che quel traguardo non fosse facilmente alla portata di ogni azione compiuta, tuttavia, nello sport delle bocce, pretendeva di non commettere sbagli che neppure un principiante avrebbe fatto.
Persero l’incontro – per Paolo non era giornata e, forse per il nervosismo delle due giocate infelici, non riuscì a riprendersi decentemente -, ma qualcosa quella sera si era incrinato fra i “dioscuri”, almeno sui campi di bocce, soprattutto per Filippo, che, quando sbagliava una bocciata, guardava di sottecchi, senza farsi notare però, Paolo per cercare d’intuire cosa pensasse e se pensasse male di lui, e quali feroci insulti potessero essergli lanciati contro.
PILLOLE DI BOCCE
09 aprile – Campionato di promozione 1a categoria – 1a giornata – girone 1
F.lli D’Italia (VA) – Malnatese (VA) 4-4
Minopriese (CO) – Sperone (MI) 2-6
09 aprile – Campionato di promozione 2a categoria – 1a giornata – girone 3
Bederese (VA) – Convegno Maggianico (LC) 5-3
Bottinelli Vergiatese (VA) – Casciago (VA) 3-5
Riposa Bolongaro (VCO)
09 aprile – Campionato di promozione 3a categoria – 1a giornata – girone 3
Cuviese (VA) – Bederese (VA) 4-4
Ternatese (VA) – Malnatese (VA) 4-4
Casa del Giovane (MI) – Galimberti (MB) 6-2
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