La Regione Lombardia vuole riaprire i tribunali chiusi: “Presenteremo una proposta al Parlamento”
Nel 2012 ci fu un taglio netto degli uffici giudiziari periferici per effetto della cosiddetta spending review ora il Consiglio Regionale vuole riaprirli. Nel Varesotto e nell'Alto Milanese erano state chiuse quattro sedi
Le Regioni devono avere la possibilità di ripristinare le funzioni giudiziarie dei Tribunali ordinari e delle Procure della Repubblica nei loro territori. Lo chiede la Commissione Affari Istituzionali che nella seduta di oggi ha approvato a maggioranza (con voto contrario del Movimento 5 Stelle) una proposta di legge al Parlamento.
In provincia di Varese e immediate vicinanze potrebbero essere quattro le sedi interessate da un eventuale provvedimento: Luino, Saronno, Legnano e Gallarate che in passato hanno ospitato sedi distaccate dei tribunali di Varese e Busto Arsizio ma che poi sono state chiuse. A Luino, addirittura, venne realizzata una palazzina ad hoc che, però, oggi è in uso alla Comunità Montana Valli del Verbano.
«Abbiamo bisogno di un’affermazione convinta e costante dei diritti fondamentali dei cittadini e delle imprese – spiega la relatrice Francesca Ceruti (Lega) -. Perché in questo modo si portano avanti gli interessi del sistema giustizia, del sistema Paese e, in definitiva, dei più deboli. In questo contesto è decisiva la presenza di uffici giudiziari efficienti, moderni e dinamici che possano rispondere alle esigenze socio economiche dei diversi territori. Solo così possiamo pensare di “avvicinare” cittadini e imprenditori al mondo della giustizia. Con questa proposta di legge puntiamo ad avere poli giudiziari che possano fornire perfomance quantitative e, soprattutto, qualitative in linea con i bisogni e le necessità delle comunità di riferimento. Con determinazione e convinzione dobbiamo stare dalla parte dei cittadini, tenendo sempre al centro la barra dei diritti. Solo così potremo avere un sistema giudiziario senza colore politico né ideologie, nell’esclusivo interesse della giustizia».
Inoltre, ha aggiunto Francesca Ceruti, «la riapertura delle sedi giudiziarie di alcuni territori potrebbe rappresentare un’occasione di ripartenza del tessuto commerciale e produttivo che ruotava attorno alle attività di Tribunali e Procure».
Dieci anni fa il Decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (“Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”) ha proceduto a una riorganizzazione degli uffici giudiziari, eseguendo un taglio lineare che ha penalizzato imprese e cittadini allontanandole dal servizio giudiziario e riversando sul sistema i costi sociali della riforma.
La proposta di legge al Parlamento, approvata oggi dalla Commissione Affari Istituzionali presieduta da Alessandra Cappellari (Lega), prevede invece la possibilità per le Regioni di richiedere al Ministero della Giustizia – attraverso apposite convenzioni – il ripristino delle funzioni giudiziarie dei tribunali ordinari e delle Procure della Repubblica nelle singole provincie dei loro territori. Ciò in considerazione di determinati parametri complessi come l’estensione geografica in rapporto al numero degli abitanti, il tasso di densità delle imprese, le infrastrutture e i trasporti, i flussi dei procedimenti e i carichi di lavoro degli uffici giudiziari.
Le spese di gestione e di manutenzione degli immobili che ospiteranno gli uffici giudiziari sono a carico della Regione, mentre quelle relative alla retribuzione dei magistrati, del personale amministrativo e della polizia giudiziaria devono rientrare nel bilancio dello Stato.
Nel corso della seduta è intervenuto il consigliere Jacopo Scandella (PD) che ha sottolineato come la decisione di ridurre alcuni servizi pubblici nei territori periferici fosse figlia della stagione superata della spending review, mentre Marco Fumagalli (M5S) ha dichiarato il suo voto contrario alla proposta di legge sostenendo la necessità di non investire su edifici fisici ma piuttosto su infrastrutture digitali per sviluppare il processo telematico.
La proposta approvata dalla Commissione Affari Istituzionali approderà in Aula per il voto finale martedì 28 giugno.
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