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“Non si possono lasciare 5000 lavoratori in balia del silenzio”. Il sindacato chiede a Whirlpool chiarezza sul futuro

Sciopero Whirlpool 29 ottobre 2021

«Le notizie sulla cessione si susseguono, 5000 lavoratori in balia del silenzio della Whirlpool e del Mise». La dichiarazione è del segretario nazionale della Fim Cisl Massimiliano Nobis, all’indomani della notizia pubblicata da alcune riviste secondo cui la multinazionale avrebbe incaricato il vicepresidente esecutivo e presidente della società Whirlpool Emea di chiudere l’operazione di dismissione delle attività Emea entro e non oltre il 30 giugno 2024.

CONVOCARE UN TAVOLO AL MISE

A maggio il coordinamento unitario di Fim, Fiom, Uilm aveva sollecitato un incontro prima alla direzione di Whirlpool Emea, dopo le dichiarazioni della multinazionale in cui si preannunciava revisione strategica del gruppo nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), con la possibilità del mantenimento delle attività ma anche, una vendita delle stesse oppure opzioni ibride, e poi al ministro del Mise Giancarlo Giorgetti.
«Da entrambi – prosegue Nobis – abbiamo avuto solo silenzio. Nel mese di luglio le delegazioni sindacali dei 5 stabilimenti Whirlpool italiani, che occupano più di 5.000 lavoratori, hanno portato a conoscenza dei prefetti dei territori interessati il drammatico scenario occupazionale che potrebbe provocare la cessione degli assets industriali da parte di Whirlpool. I prefetti si sono fatti carico di sollecitare il Mise a convocare il tavolo, ma ad oggi ancora nulla».

IL SILENZIO DELLA POLITICA

La segreteria nazionale della Fim Cisl sottolinea che in questi anni la divisione europea della multinazionale ha già dismesso tre siti, tra cui anche lo stabilimento di lavatrici di alta gamma di Napoli. A tutto ciò si aggiunge anche l’accordo di cessione al gruppo concorrente turco Arçelik della totalità delle attività produttive e commerciali di Whirlpool in Russia e Kazakistan. «Inoltre – evidenzia Nobis – c’è la dismissione virtuale di uno stabilimento, visto il numero di lavoratori coinvolti, ovvero tutto il settore impiegatizio, in prevalenza nelle aree strategiche della ricerca e qualità, di Cassinetta e Fabriano in Italia con 300 uscite».

«Il silenzio della campagna elettorale sulle prospettive industriali del Paese è preoccupante – conclude Nobis – Le risorse del Pnnr devono essere destinate, non solo per sostenere nuovi progetti industriali ma anche a rafforzare quei tessuti industriali in cui il nostro Paese mantiene una forte leadership tra questi sicuramente c’è il settore del bianco, che rappresenta ancora un comparto produttivo di eccellenza. Per questo chiediamo con urgenza un tavolo ministeriale che definisca e chiarisca se e con quali modalità avverrà il piano di cessione. Vogliamo garanzie non solo sul mantenimento occupazionale in tutti i siti produttivi e gli enti impiegatizi italiani, ma anche definire le risorse a sostegno d’investimenti sui processi industriali e sullo sviluppo dei prodotti».

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Pubblicato il 26 Agosto 2022
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