La scuola online: una risorsa per alunni e studenti dei piccoli centri?
Uno dei problemi che affligge i piccoli centri nelle zone sparsamente abitate, come per esempio le frazioni dei comuni montani, è quello della progressiva chiusura delle scuole
Uno dei problemi che affligge i piccoli centri nelle zone sparsamente abitate, come per esempio le frazioni dei comuni montani, è quello della progressiva chiusura delle scuole. Per formare una classe, il numero minimo di bambini è di 15, e questo numero scende a 10 per i piccoli centri montani. Spesso, però, a causa del calo demografico e della massiccia emigrazione verso città più grandi, non si riesce a raggiungere questo numero, e gli alunni vengono dirottati su altre scuole, a volte lontane chilometri e difficilmente raggiungibili. Soprattutto nel periodo invernale, quando a causa della neve le strade sono poco praticabili, diventa problematico raggiungere le sedi scolastiche per gli alunni dei centri più remoti.
Queste difficoltà, legate alle caratteristiche del territorio, sono quelle che spingono le scuole dei piccoli centri alla continua ricerca di nuove soluzioni per garantire agli alunni, soprattutto delle scuole elementari, l’accesso a un’istruzione adeguata.
Da anni una delle soluzioni adottate è quella delle pluriclassi, cioè le classi in cui un solo docente insegna a bambini di diverse età, nella stessa aula. Se da un lato questo sistema permette ai bambini di non dover coprire eccessive distanze per andare a scuola, dall’altro è una soluzione che pone diverse sfide organizzative per il personale scolastico.
Può Internet essere la soluzione per gli alunni dei centri più isolati?
La pandemia di covid-19 ha recentemente messo alla prova le capacità di adattamento della scuola di fronte a una situazione di emergenza. Le scuole delle piccole realtà hanno dimostrato, in questa occasione, una maggiore resilienza e flessibilità, dovuta all’abitudine di cercare soluzioni alternative per ovviare ai problemi posti dalla conformazione del territorio. Per molti alunni provenienti da piccoli centri isolati la didattica a distanza non si è rivelata una novità: già nel 2014 alcune scuole di montagna e isolane da varie regioni italiane avevano aderito al progetto “Piccole Scuole Crescono” che prevedeva, tra le altre iniziative, anche l’introduzione di videolezioni e didattica condivisa per quegli alunni impossibilitati a raggiungere la scuola tutti i giorni.
Non è quindi una sorpresa che, nonostante alcune difficoltà legate alla scarsa connettività di alcune zone, insegnanti e studenti sono riusciti a far fronte agli ostacoli posti dal distanziamento sociale tramite l’uso di piattaforme per seguire le lezioni via Internet e grazie ad iniziative come quella di fornire giga gratuiti per seguire le lezioni da parte di alcuni dei maggiori operatori telefonici.
Come dimostrano i risultati dell’Education Report, un’indagine sull’istruzione e il suo rapporto con la tecnologia, si sta diffondendo anche in Italia la pratica delle ripetizioni online, che permettono ad alunni e studenti di trovare insegnanti privati attingendo a un vasto database su Internet tramite siti come GoStudent. Soluzioni come queste sono particolarmente vantaggiose per chi vive in aree scarsamente popolate, perché la flessibilità di poter seguire le lezioni da casa ovvia al problema delle barriere territoriali.
Può questa soluzione coinvolgere l’istruzione su una scala più vasta? È presto per asserire che la didattica online possa essere la soluzione decisiva per “salvare” le scuole in montagna, tuttavia ci sono segnali che suggeriscono che nel futuro prossimo questa possa almeno in parte essere d’aiuto per favorire un accesso egalitario all’istruzione indipendentemente dalla realtà territoriale.
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