Rubata nella notte la scultura di Floriano Bodini dalla tomba di famiglia nel cimitero di Azzio
L’opera realizzata nel 1957 e posta sul sepolcro dei genitori del grande artista di Gemonio. Il fratello Arturo: “Per noi aveva grande valore affettivo denunciamo ai carabinieri”
Una figura femminile alta circa 60 centimetri in bronzo, una donna che sta col mento appoggiato ad una mano, nata dall’immaginazione del grande scultore varesino Floriano Bodini.
La statua in bronzo, posizionata sulla tomba di famiglia nel cimitero di Azzio è stata rubata questa notte, fra giovedì e venerdì. Ad accorgersi del furto una parente arrivata nel piccolo camposanto privo di telecamere e senza custode – come per la gran parte dei cimiteri nei paesini che punteggiano la Valcuvia – che ha dato l’allarme. «L’opera riguarda il primo periodo di scultura di mio fratello», spiega con grande rammarico Arturo Bodini, «ed era una statua che Floriano aveva fatto per ornare la tomba dei miei genitori e dei nostri nonni. Raffigurava una donna diritta con il mento appoggiato ad una mano, in bronzo del 1957».
Difficile stabilire il valore dell’opera (nella foto sopra, un particolare), forse diverse decine di migliaia di euro «anche se per la nostra famiglia aveva un valore affettivo inestimabile». Il piccolo cimitero di Azzio si trova al limitare del paese quasi al confine con Gemonio, comune che diede i natali allo scultore nato l’8 gennaio del 1933 e scomparso il 2 luglio 2005, a Milano: qui sono presenti due tombe della famiglia Bodini, una prima, dove riposa l’artista assieme alla sorella, entrando, sulla sinistra, mentre quella di famiglia, dove è avvenuto il furto, è situata in una posizione più defilata. Arturo Bodini ha annunciato di voler sporgere denuncia ai carabinieri di Cuvio, dove si recherà in tarda mattinata la denuncia per il furto subito.
«Ci stiamo impegnando da tempo per una grande mostra dedicata alla scultura di Floriano», conclude il fratello dell’artista, «e la statua sulla tomba di famiglia era di sicuro censita e catalogata fra le sue opere». La notizia ha cominciato a girare nel piccolo paesino di Azzio dalla trada mattinata e in tanti si chiedono chi possa essere il responsabile di un tale gesto.
Un fatto che probabilmente si innesta nel mercato nero di opere d’arte: l’oggetto è facilmente distinguibile e si riconosce bene la mano dell’autore, quindi non è escluso il furto su commissione. Bodini divenne famoso nel corso egli anni Sessanta per la sua arte scultorea che lo portò alla Biennale di Venezia e nel 1968 realizzò la scultura in legno “Ritratto di un papa” esposta alla Galleria Gian Ferrari: l’opera, suscitò un enorme interesse di critica ed è esposta nei Musei Vaticani e una importante statua in bronzo dedicata a Paolo VI campeggia tuttora nella piazza antistante l’ingresso del santuario di Santa Maria del Monte a Varese, lì dal 1986, ammirata dai pellegrini nella sosta al termine della via sacra. Nel 1998 viene inaugurato a Gemonio il Museo civico Floriano Bodini, con un’ampia donazione dell’artista di opere sue e di suoi contemporanei e un’ingente collezione di libri.
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