Centinaia di bambini italiani e svizzeri sul Ponte della “Pace” per dire no alla guerra
Il corteo ha poi proseguito verso piazza Sangiorgio per un momento ufficiale e in ultimo nella sala comunale di Tresa
Centinaia e centinaia di bambini, italiani e svizzeri, giovedì 13 ottobre hanno sfilato per le vie dei loro rispettivi comuni – Lavena Ponte Tresa e Tresa – fino al Ponte Doganale, ormai ribattezzato come “Ponte della Pace“, per unirsi in un grande corteo e continuare insieme “la camminata per la pace e per l’ambiente”. Un’iniziativa promossa dall’associazione Culture Ticino Network Lugano, che quest’anno ha visto la sua ottava speciale edizione.
Speciale è stato infatti il momento dell’incontro sul Ponte, che ha fotografato il grande bisogno di speranza e voglia di costruire dei due ‘popoli’: il saluto tra le due istituzioni, il sorriso dei bambini e la loro voce che invitava alla Pace, e poi un cartello, che tra tutti quelli presenti, emergeva in modo particolare: “Non si fa la guerra, si condivide il territorio“. A tenerlo in mano un bambino, che con forza cercava di farlo vedere. Un concetto importante, che è stato poi ripreso da una bambina in piazza Sangiorgio: «Cari bambini questo arcobaleno è significativo di ciò che unisce Italia e Svizzera. In questi giorni in altre nazioni, invece, la pace non c’è ma noi speriamo che questo arcobaleno possa gettare un primo seme perché la guerra finisca».
Il ritrovo in piazza Sangiorgio è stato, infatti, «il momento più importante del viaggio che oggi si è intrapreso» ha detto Margherita Maffeis-Natale, presidente dell’associazione promotrice dell’evento, che ha continuato: «Perchè racchiude tutto il puro significato di questo evento: sensibilizzare al senso di fratellanza, di unione dei popoli e di culture al fine di diffondere un messaggio di pace e solidarietà».
«Grazie bambini e ragazzi per essere qui. Dopo due anni di pandemia finalmente siamo riusciti a riorganizzare questa importante manifestazione. E’ sicuramente per noi un momento di gioia e speranza ma non possiamo dimenticare che in una parte del mondo – ha detto il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino – alcuni bambini come voi non hanno la fortuna di stare seduti in una piazza, perché rischiano che una bomba gli arrivi sulla testa. Sono gli stessi bambini che la sera devono andare a letto presto e spegnere la luce per il medesimo motivo, bambini che non hanno la possibilità di andare a scuola. E questa è una grande ferita nel cuore dell’Europa. E’ forte il senso di quello che stiamo facendo oggi, è un gesto semplice e di speranza. E la speranza la rappresentate voi bambini, perché voi siete il nostro futuro».
A prendere la parola è stato poi il Municipale svizzero di Ponte Tresa Massimo Tavoli: «È un grande piacere essere qui. Mai come in questo momento ci potrebbe essere la richiesta di pace e alleanza tra i popoli. Testimoniare la pace significa condividere la non violenza nel suo significato più grande. Nel nostro piccolo , questo evento può essere un esempio per tutti quelli che vogliono diventare costruttori di pace, e anche di Ponti».
«Dobbiamo essere tutti costruttori di nuovi Ponti – ha aggiunto il consigliere regionale Samuele Astuti – e la responsabilità è anche vostra bambini. Ricordatevi sempre che in una guerra tutti perdono, a far la pace, invece, se ne esce tutti vincitori».
«Le guerre legate all’ambiente, all’economia e alle risorse naturali sono sempre più incombenti, per questo c’è bisogno di unire le forze e diffondere la pace e i valori che la nostra Associazione Culture Ticino Network promuove ormai da quasi 10 anni – ha concluso Margherita Maffeis – Il punto fondamentale è comprendere che questi avvenimenti di cui sentiamo parlare tutti i giorni sono la grande goccia che trabocca da un vaso ricolmo di azioni deplorevoli, di violenza e di non rispetto. Per riuscire a contrastarli ed eliminarli definitivamente si deve partire dunque dalle piccole cose, dalle azioni di tutti i giorni, dal basso all’alto e viceversa. Abbiamo bisogno di una società più consapevole e coraggiosa, e che non smetta mai di contestare le guerre e di divulgare la cultura della pace attraverso il dialogo e la diplomazia, e non tramite l’uso delle armi. Ricordiamoci inoltre che in una guerra non ci sono vincitori e perdenti, ma siamo tutti perdenti. La pace inizia in primo luogo in noi stessi per andare nel mondo. E quindi è fondamentale educare e vivere la cultura della pace, come pure il rispetto verso nostro ambiente, in tutti i contesti possibili: in famiglia, nelle scuole, in politica, nelle aziende e sui territori lontani e vicini, come la Svizzera e l’ltalia».
Prima di continuare il cammino per raggiungere la sala comunale di Tresa, alcuni bambini hanno cantato la canzone “La Pace” mentre quelli del Consiglio Comunale dei Giovani di Lavena Ponte Tresa un pezzo dell’Inno d’Italia con la lingua dei segni.
Presenti, tra gli altri, anche l’assessore luinese Elena Brocchieri, il consigliere di Cremenaga Dionisio Casati, il comune di Brezzo di Bedero, il Municipale di Caslano Marco Mariatti e il Cai Luino.
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