La Liuc è una millennial che guarda al futuro
Alla serata di chiusura per i 30 anni dell'università di Castellanza hanno partecipato gli imprenditori che l'hanno sognata e realizzata
Non fatevi ingannare da questa foto che ritrae i padri fondatori della Liuc di Castellanza, un gruppo di visionari che trent’anni fa decise di fondare un’università in un ex cotonificio. Un luogo dove un tempo si producevano tessuti oggi si formano i talenti e i futuri manager per le imprese di uno dei più floridi distretti del manifatturiero italiano.
La serata in cui è stata scattata, che chiudeva una serie di appuntamenti per i 30 anni dell’ateneo, è stata tutto tranne che un amarcord. Il fatto stesso che l’evento sia stato organizzato nell’IFab, il laboratorio dove gli studenti sperimentano e studiano l’applicazione ai processi produttivi delle tecnologie 4.0, la dice lunga.
Dare ragione a chi pensa che gli imprenditori siano antropologicamente diversi, sarebbe un po’ troppo. Ma il sospetto che abbiano un gene che li porti a guardare sistematicamente al futuro, in qualsiasi condizione di contesto si trovino, sembra fondato.
Le parole che hanno accompagnato l’anniversario sono state rivolte al passato solo per ringraziare chi non c’è più e per ricordare i primi passi di una sfida iniziata nel 1991 e rilanciata da Confindustria Varese con il nuovo progetto Mill, acronimo che sta per Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics. La nuova cittadella del sapere e del saper fare ospiterà spazi di creazione e incubazione di startup, nuove strutture per corsi Its, nuovi servizi per le imprese e anche la nuova sede degli industriali.
«Il Mill sarà ospitato in un’ex area industriale contigua alla Liuc al di là del fiume Olona – ha detto il presidente dell’ateneo Riccardo Comerio – Questo momento di festa deve diventare uno scambio di prospettive nuove sostenute da realismo e utopia». Comerio cita un editoriale del giornalista Ferruccio De Bortoli che in pieno Covid sollecitava il mondo dell’impresa a investire nel futuro capitale umano. Lo stesso Comerio, il rettore Federico Visconti e Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese, risposero al giornalista indicando l’esempio della Liuc, espressione dell’impresa varesina e di un sogno realizzato.
Gli industriali di questa provincia hanno ora deciso di ampliare i confini di quel sogno e traghettare il futuro della Liuc in un progetto in continuità con la sua storia. «Il progetto Mill – ha spiegato il presidente di Confindustria Varese – nasce con il contributo del think tank Strategique coordinato dal professor Fred Alberti che è il risultato dell’investimento fatto 30 anni fa perché è uno dei primi laureati della Liuc. Questa è la dimostrazione che la nostra università genera talenti al servizio del nostro territorio».
La visione che ebbero gli industriali varesini è stata dunque portata ad esecuzione o messa a terra, come direbbe un aziendalista del rango di Federico Visconti. Sollecitato sulla questione dal giornalista Gianfranco Fabi, il rettore ha risposto con una citazione attribuita a Sergio Marchionne: se abbiamo una visione di sviluppo del nostro Paese abbiamo la responsabilità di rendere questa visione reale. «Qui siamo di fronte a persone che trent’anni fa hanno avuto una visione e l’hanno realizzata – ha sottolineato Visconti – Ciò che dobbiamo chiederci è quali sono le condizioni oggi per formulare la visione di un progetto universitario e subito dopo quali sono le condizioni di realizzazione. È una responsabilità che abbiamo nei confronti dei giovani docenti e dei ragazzi che fino a un’ora fa erano qui dentro a far lezione».
Per gli studenti della Liuc il rapporto con le imprese è fondamentale. L’ateneo diventa il luogo dove alimentare il confronto tra gli imprenditori e i giovani ricercatori che saranno i manager del futuro. «Gli studenti sono entusiasti di questo rapporto – ha aggiunto Rossella Pozzi giovane docente laureata alla Liuc- e fremono per fare il tirocinio al terzo anno perché vogliono mettersi in gioco e conoscere la realtà industriale del territorio. È un rapporto che fa bene ad entrambi».
L’azienda Liuc funziona bene dal punto di vista dei conti e dell’efficienza operativa, ma ciò che la rende competitiva, secondo Alessandro Cortesi, professore di economia che è alla Liuc ancora prima che nascesse ufficialmente, è la sua attitudine a sperimentare. «In questi 31 anni siamo cresciuti molto – ha detto Cortesi – Sono arrivato qui che era tutto da costruire mentre oggi è una realtà universitaria di primissimo livello nazionale e anche internazionale. Non si è mai focalizzata sul passato e sulle tradizioni, qui c’è volontà di cambiare, di migliorarsi e innovare continuamente soprattutto nell’offerta didattica».
Non fatevi dunque ingannare da quella foto perché la Liuc è ancora una millennial che guarda al futuro.
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