A Ispra la Maison Gallina compie sessant’anni. E non è solo una questione di moda
Il negozio del centro è un punto di riferimento per la comunità. Il fondatore Duccio Gallina racconta una storia imprenditoriale nata nell'immediato Dopoguerra
Qualche anno fa un famoso allenatore di calcio alla fine di una partita disse: «Bisogna rimettere la chiesa al centro del villaggio». Sul significato di quella frase i commentatori sportivi spesero molte parole. Rudi Garcia, così si chiamava quell’allenatore, aveva semplicemente usato un proverbio francese per indicare alla squadra una via vincente: considerarsi una comunità.
Quando si entra nella Maison Gallina, negozio di abbigliamento di Ispra che quest’anno ha compiuto 60 anni, si prova un po’ la stessa sensazione. La Maison è al centro del villaggio, è un punto di riferimento, un luogo in cui la comunità si riconosce. Le persone entrano per comprare abbigliamento di qualità, è vero. Ma al tempo stesso varcano quella soglia per fare un semplice saluto, per chiedere informazioni o per scambiare opinioni su ciò che accade sul territorio con Eugenia, Marta e Lino.
(foto, da sinistra: Marta Gallina, Eugenia Gallina e Lino Gallina)
CORREVA L’ANNO 1952
La storia della Maison Gallina di Ispra inizia negli anni Cinquanta grazie all’intraprendenza di Duccio Gallina che, a soli 11 anni e orfano di padre, da Caorera, una piccola frazione di Feltre, in provincia di Belluno, approda sulle rive del Lago Maggiore.
Duccio è un uomo che appartiene a quella generazione che ha contribuito con sacrificio e lavoro a ricostruire l’Italia dopo la guerra. Ancora oggi, tra un libro di storia e una celebre biografia, tiene i conti della Maison. «Sono arrivato a Ispra con mio zio e la sua famiglia nell’inverno del 1952 – racconta l’imprenditore – Eravamo in 6 a bordo di un camion carico di legna, perché avevamo paura del freddo. Del resto si proveniva da un paese dove la temperatura scendeva abbondantemente sotto lo zero».
Non fu un viaggio facile. L’autista aveva ricavato uno spazio per quattro persone nel cassone, condiviso con due capre che garantivano un po’ di latte ai passeggeri più piccoli, mentre altre due stavano nella cabina. «Viaggiammo tutta la notte e quando arrivammo a Ispra c’era una nebbia fittissima. Imboccammo via Roma e la nostra corsa terminò contro il muro della stazione, dove finisce la via» racconta Duccio, abbozzando un sorriso.
ISPRA ERA UN BORGO RURALE
Ispra in quegli anni era un piccolo borgo rurale. Un mosaico di prati, cascine agricole e stalle. All’orizzonte però c’era un nuovo progetto che avrebbe cambiato per sempre il destino dei suoi abitanti e rivoluzionato la geografia economica dell’intero territorio: il cantiere per la costruzione dell’Euratom (Comunità europea per l’energia atomica) oggi più conosciuto come Jrc, ovvero Centro comune di ricerca dell’Unione Europea.
In quel paesino arrivano centinaia di operai, maestranze e dirigenti delle ditte che hanno in appalto la costruzione della ”Atomica”, così la chiamano gli abitanti di Ispra. Nei dintorni nascono hotel dai nomi strani a queste latitudini, come “Urania” ed “Europa”, che richiamano la nascente cittadella dell’energia nucleare, e aprono i primi supermercati. Fiorisce così una nuova economia, fatta di accoglienza, commercio e servizi, destinata a rimanere nel tempo grazie al personale che, a partire dal 1962, si insedia nel centro di ricerca comunitario. A Ispra approdano con le loro famiglie e i loro redditi moltissimi ricercatori qualificati, tra cui ingegneri, matematici, fisici e medici.
IL PRIMO SOCIO E L’EVOLUZIONE DEL NEGOZIO
«Quando decisi di aprire il negozio, qui non c’era nulla – sottolinea il fondatore della Maison – ad eccezione di un mercato potenziale rappresentato, appunto, dall’Euratom, dove lavoravo già come tecnico-impiantista per una ditta esterna. In quel periodo conobbi Ulderico Guerrini un pittore che vendeva calze all’interno dell’Atomica. Fu lui a spronarmi ad aprire il negozio ed è stato anche il mio primo socio».
La Maison Gallina nasce con i risparmi del giovane Duccio che intuisce subito le possibilità di sviluppo e a un anno dall’inizio dell’avventura commerciale liquida il socio che non aveva intenzione di proseguire.
Il negozio attuale di via Piave è il risultato di un’evoluzione che passa attraverso l’aggregazione di altri tre esercizi presenti a Ispra, sempre nel settore abbigliamento, e fondati dalla stessa famiglia Gallina. Ma è l’incontro e il matrimonio tra Eugenia e Duccio a segnare un passaggio fondamentale perché il progetto commerciale con il tempo diventa un bel progetto di impresa familiare.
Eugenia, dopo vent’anni in cartiera a Besozzo, decide di lasciare il suo lavoro per entrare in negozio. È una donna che sa ascoltare e accogliere (ha da poco ricevuto il riconoscimento di Maestro del lavoro), mentre Duccio pensa ai conti e a sviluppare progetti che hanno un senso per la comunità dei negozianti. Non è un caso che il primo Comitato commercianti cittadino sia nato proprio all’interno della Maison di Ispra.
LA TERZA GENERAZIONE
La nascita dei figli, Lino e Marta Gallina, e il loro successivo ingresso in azienda portano linfa vitale all’attività soprattutto nell’approccio al digitale, in particolare all’e-commerce . «Oggi sono tanti i clienti che arrivano a Ispra dai paesi vicini e anche da fuori provincia – concludono i due imprenditori di terza generazione – dopo aver visto e ordinato i prodotti sul sito. Il negozio è come una casa a dimensione di famiglia, sui nostri scaffali ci sono anche i capi firmati, però qui è possibile trovare tutti i prezzi. Diamo un servizio alle persone, ma ciò che ci contraddistingue è la ricerca del prodotto, dei materiali migliori e dello stile».
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