Due arresti per l’aggressione di metà dicembre al capotreno di Laveno Mombello
Rapina, violenza e minaccia a un incaricato di pubblico servizio e danneggiamento aggravato i reati contestati: due degli indagati sono finiti in manette
L’aggressione a fine turno per aver chiesto ad alcune persone cosa stessero facendo, e del perché avessero aperto gli estintori nel convoglio: due delle tre persone ritenute responsabili di quel gesto a metà dicembre alla stazione di Laveno Mombello lago sono finite in manette lo scorso 9 gennaio, una terza riconosciuta e denunciata a piede libero.
È il frutto delle indagini svolte dai carabinieri di Luino coordinati dalla procura della repubblica di Varese che subito si è attivata per dare un nome e un cognome ai sospettati che ora dovranno rispondere di rapina, violenza e minaccia a un incaricato di pubblico servizio e danneggiamento aggravato.
Era il 15 dicembre, una sera, quando a Laveno Mombello, il capotreno di un convoglio di Ferrovie Nord proveniente da Milano, al termine del servizio, mentre stava ispezionando, come d’obbligo, i vagoni per il fine corsa, notava 3 giovani che, non solo continuavano a permanere ingiustificatamente sulla carrozza, ma, per puro spirito vandalico, avevano azionato il sistema antincendio di bordo, provocandone la fuoriuscita di liquido estinguente con conseguente imbrattamento del vagone. Nella circostanza, il capotreno, dopo aver contestato ai tre l’inspiegabile gesto e nel mentre era intento a richiedere ausilio telefonico al 112, è stato dagli stessi aggredito e spintonato, atterrato e poi colpito con pugni e calci.
Non paghi della violenza, hanno sottratto all’operatore di Trenord il portafoglio, il telefono e le chiavi del treno, per poi allontanarsi speditamente dal luogo. A seguito dell’aggressione, il capotreno ha riportato tumefazioni ad uno zigomo ed una ferita lacerocontusa al labbro, venendo giudicato guaribile in 15 giorni. Sulla cruenta vicenda, che ha creato non poco allarme sociale, e non solo locale, sono state avviate serrate indagini da parte della stazione carabinieri di Laveno Mombello, intervenuta immediatamente dopo la chiamata al 112, che il malcapitato capotreno era riuscito a contattare una volta rialzatosi malconcio. I militari hanno così attivato ogni canale investigativo e scandagliato ogni telecamera utile per l’identificazione dei tre autori del gesto, giungendo a dargli un nome e cognome e quindi raccogliere sul loro conto gravi indizi di colpevolezza per le ipotesi di reato di rapina, violenza e minaccia a un incaricato di pubblico servizio e danneggiamento aggravato.
Per due di loro, un cittadino di origine brasiliana, residente a Gemonio e un cittadino di origine rumena, residente nella stessa Laveno Mombello, è scattato, al termine delle indagini, il fermo di indiziato di delitto emesso dal PM, eseguito lunedì 9 gennaio con successiva traduzione alla casa circondariale “Miogni” di Varese.
Il terzo, per il quale non sono in atto misure cautelari, è stato invece identificato successivamente attraverso impegnativi confronti e riscontri video- fotografici ed è stato denunciato a piede libero. La grave vicenda, grazie alla pronta attivazione dei militari del locale presidio dell’Arma dei Carabinieri, ha trovato una risposta rapida ed efficace, oltre a rappresentare un segnale rassicurante per la cittadinanza, affinché i presunti autori siano giudicati nelle previste sedi giudiziarie.
Sul problema della sicurezza all’interno delle stazioni ferroviarie lo scorso mese di ottobre è stato siglato un accordo tra la Prefettura di Varese, Regione Lombardia, Trenord S.r.l., RFI, Ferrovie Nord, l’Agenzia di Trasporto Pubblico locale ed i comuni capofila di Varese, Busto Arsizio e Gallarate, fanno sapere gli investigatori, «in cui si prevede lo svolgimento di specifici servizi volti al controllo del territorio e, in particolare, nelle aree limitrofe alle stazioni nei comuni della provincia di Varese, da parte delle Polizie locali, con il supporto dell’Arma dei Carabinieri e della specialità Polizia Ferroviaria».
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