Malattie infiammatorie, tumori dell’apparato digerente e obesità: la Sette Laghi punta sui percorsi multidisciplinari
Il Direttore del Dipartimento dell'Apparato Digerente, Metabolismo e Nutrizione Sergio Segato parla dei tre percorsi interdisciplinari mentre il Circolo si candida a entrare nelle rete regionale dei "pancreas Unit"
(Il dr Sergio Segato nella foto di Asst Sette Laghi)
Percorsi multidisciplinari per accompagnare il paziente con una presa in carico globale. È la nuova frontiera della sanità: integrare più specialisti per fare in modo che il malato abbia tutte le risposte di cui ha bisogno.
In Regione Lombardia è stata avviata la ricognizione degli ospedali che offrono assistenza e cure nel tumore al pancreas. Il caso del calciatore Vialli ha indotto l’assessorato al Welfare a dare pubblicità al progetto di rete regionale dei migliori centri: « Un ‘progetto chiave’, molto importante. Direi fondamentale – spiega il professor Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia pancreatica dell’Irccs Humanitas e docente della Humanitas University che coordina i lavori in Regione – L’approccio multidisciplinare, con il coinvolgimento di specialisti di diversi settori, anche della ricerca di base, capace di mettere in rete gli ospedali, può permettere di accrescere le conoscenze. Tutte sinergie che potranno migliorare la cura dei pazienti».
Questa settimana si riunisce il tavolo tecnico che punta alla creazione della ‘Pancreas Unit’, la rete oncologica per la cura del tumore al pancreas: « Fondamentale concentrare i casi in ospedali che abbiano l’adeguata esperienza per potere curare al meglio le persone colpite da questo particolare tumore» sostiene il professor Zerbi.
Anche l’ospedale di Varese ha risposto alla ricognizione di Regione Lombardia per individuare le eccellenze sul territorio: « Il nostro ospedale ha presentato la sua attività – spiega il Direttore del Dipartimento Apparato Digerente, Nutrizione e Metabolismo Sergio Segato – Abbiamo le professionalità richieste: dal radiologo esperto in tac e risonanze, al gastroenterologo che effettua endoscopie, al patologo a cui spetta la diagnosi, al radioterapia per le terapie adiuvanti, al chirurgo con una casistica superiore ai 25 casi all’anno. Ora attendiamo i risultati della ricognizione per capire come verrà organizzata la rete lombarda per la cura dei tumori pancreatici».
In attesa della costruzione della rete, però, il Direttore del Dipartimento funzionale disegnato dal nuovo POAS ha avviato tre progetti importanti che vuole realizzare entro fine anno: « La presa in carico del paziente è tale se lo si inserisce in un percorso dando tutte le risposte di cui lui ha bisogno – spiega il direttore Segato – Iniziamo con tre distinti percorsi: per l’obesità grave, per i tumori dell’apparato digerente superiore e la cura delle malattie infiammatorie intestinali».
L’obiettivo è quello di rendere istituzionale il percorso che è sempre avvenuto in modo “empirico”, grazie alla rete di relazioni che sono state create attorno al reparto di gastroenterologia da lui diretto: « È l’approccio che permette risultati migliori garantendo anche il contenimento della spesa sanitaria dato che le risorse sono sempre insufficienti».
Ma in cosa consiste la presa in carico multidisciplinare?
« La novità è data proprio dal confronto costante e continuo di tutti gli specialisti coinvolti, ciascuno per la sua parte. Il dialogo è fondamentale tra gastroenterologi, radiologi, radiologi interventisti, chirurghi di tutte le specialità, endocrinologi, nutrizionisti e patologi. L’obiettivo è di individuare un approccio alla cura che sia unico al di là dell’ospedale dove il paziente si presenta».
Appropriatezza prima di tutto, ma anche sostegno a ogni step così da non ritrovarsi mai da solo: « I dati dimostrano che questo approccio porta a risultati di salute significativi. L’equipe multidisciplinare affronta il caso sotto ogni punto di vista, definisce le indagini mirate, individua la terapia migliore e la più appropriata per i risultati che si devono raggiungere. Ogni caso è a diverso, per questo è fondamentale il confronto».
Gli ambulatori di gastroenterologia seguono almeno 1500 pazienti con malattie gastrointestinali; il Circolo di Varese è un centro di riferimento per le malattie croniche intestinali : « Rappresento l’azienda Sette Laghi nel tavolo tecnico regionale per la cura delle emorragie digestive di cui Varese è centro di terzo livello. L’obiettivo è quello di definire i parametri di operatività per disegnare una rete delle cure».
La definizione delle “Unit” risponde anche a un’esigenza di appropriatezza delle cure: « Le lunghe liste d’attesa per alcuni esami non sono sinonimo di inefficienza o di mancanza di personale – commenta il dottor Segato – Quando noi aumentiamo la nostra capacità di indagine e di esami, spesso la domanda aumenta, invece che diminuire. Ci troviamo anche pazienti di altre province e, a volte, di regioni. La quantità, però, non è indicatore di qualità: la presa in carico da unità multidisciplinari sì. Ed è su questa strada che vogliamo migliorarci».
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