Strage di rospi innamorati evitata grazie a volontari e GEV delle Valli del Verbano
Giocando d’anticipo grazie alle condizioni climatiche favorevoli, gli anfibi della Valcuvia si sono spostati prima delle pose delle barriere
L’amore è un po’ come il Natale, si sa, “quando arriva arriva”. E non è al cuor che non si comanda quando si parla di anfibi, ma piuttosto alle condizioni meteorologiche, specialmente umidità e temperatura.
E così, giocando d’anticipo rispetto al solito, gli anfibi della Valcuvia (e probabilmente anche del resto della provincia) si sono mossi nella sera dell’ultimo venerdì di febbraio mentre le GEV della Comunità Montana delle Valli del Verbano si erano date appuntamento proprio nella mattina di sabato per la posa delle cosiddette barriere, dispositivi ubicati sul limitare del bosco e prima delle strade trafficate volti a bloccare l’arrivo degli anfibi, che vengono poi aiutati ad attraversare con l’ausilio di secchi e di volontari pronti “ad acchiapparli”.
Ma facciamo un passo indietro. Rospi, rane, salamandre, raganelle sono nell’immaginario collettivo sempre rappresentate nello stagno a sguazzare e, nelle favole, ad aspettare di essere sbaciucchiati da qualcuno per trasformarsi nell’amore della vita. Nella realtà, oltre a non trasformarsi nell’amore della vostra vita qualora foste tentati di farlo (ve lo sconsigliamo, sono anche un po’ urticanti), questi animali la maggior parte dell’anno la passano nel bosco: si spostano poi per raggiungere l’acqua in primavera, per accoppiarsi e deporre le uova.
Siamo abituati a pensare alle migrazioni spettacolari di uccelli o grandi mammiferi in ambienti estremi (le savane, l’ambiente artico, gli oceani), ma anche noi, nel nostro tutt’altro che molto selvaggio Varesotto, possiamo assistere ad un fenomeno migratorio sorprendente: quello appunto degli anfibi che alla prima sera di pioggia, o comunque umida, con una temperatura sopra i 6/7 gradi circa, escono in massa dal bosco per dirigersi verso il luogo in cui erano nati e accoppiarsi.
A noi può sembrare che si tratti di pochi metri, ma in realtà questi esserini sono in grado di coprire anche lunghe distanze (di svariati Km), per giungere nel luogo ideale per l’accoppiamento. Una vera impresa epica vista la loro stazza ridotta e la loro non proprio proverbiale agilità. Piccoli e goffi affrontano, per far sopravvivere la specie, chilometri di rami, foglie e radici per giungere infine allo stagno, fiume, pozza o laghetto della Vita. Che però spesso è separato dal bosco da una statale o da una provinciale.
Mesenzana, Luvinate, la Valganna, Lavena (di Lavena Ponte Tresa) sono solo alcuni dei luoghi dove è possibile assistere al fenomeno nelle prime sere a clima primaverile. Vi sarà capitato di trovarvi la carreggiata invasa da questi animali, impossibili da evitare nelle notti di pioggia.
Già, la pioggia. Che da due anni manca come l’aria, come le basse temperature. Ecco allora che i volontari e le GEV della Comunità Montana delle Valli del Verbano si sono visti battere in volata dagli anfibi che, grazie alle condizioni climatiche favorevoli, si sono messi in marcia alla vigilia della posa delle barriere. Ma questo non ha impedito che scattasse il “pronto intervento rospi” nella chat “Salviamo i rospi!” che unisce GEV e volontari.
Qualcuno, viste le condizioni favorevoli allo spostamento, ha pensato bene di passare a fare un giro di ronda in località “Le Lische” di Mesenzana nella sera di venerdì 24 febbraio, ed è stato ricompensato da un ricco bottino: 309 rospi, 8 rane e 1 raganella trasportate dall’altro lato della strada, verso l’acqua. Che si spera cada copiosa dal cielo, perché tante pozze dove solitamente gli anfibi depongono le loro uova ormai non esistono nemmeno più.
Nella mattina dell’ultimo sabato di febbraio, GEV e volontari hanno comunque posato le barriere per bloccare gli esemplari che arriveranno nelle prossime notti; fra qualche settimana le barriere verranno spostate dall’altro lato della strada per intercettare gli animali di ritorno nel bosco.
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