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Gli sfollati di Creva: “Siamo senza casa e vogliamo giustizia”

Il punto sulle azioni di alcuni condomini nel corso di una conferenza stampa ospitata dai locali dell'oratorio del quartiere luinese dove ai primi di gennaio si staccò una frana che obbliga ancora oggi una cinquantina di persone a stare fuori casa

frana di creva luino

C’è chi a 68 anni si è già fatto diverse notti in auto: «Adesso comincio ad essere stanco, voglio tornare a casa mia», racconta Raffaele che indossa occhiali e giacca avento blu e che con le mani indica i suoi vestiti: «Voglio tornare a usare le mie cose».

LE STORIE

Ma la vita fuori casa, per i 50 residenti a Creva, quartiere luinese dove una frana incombe su un complesso edilizio non è solo una questione di comodità: c’è chi deve aggiustare il mutuo come Daliborka e Goran, una giovane coppia che ha comprato casa pochi anni fa proprio qui e ora vive ad Agra; stessa situazione per Massimo e Rita, che per lavorare devono farsi 30 chilometri ogni mattina essendo cambiata la loro base di partenza. Non hanno figli, situazione che invece deve affrontare Ramona che assieme al marito Alessandro hanno un ragazzino di 10 anni da accompagnare a scuola non più fra le comodità di casa, la routine quotidiana che è fatta di orari e abitudini, ma con le esigenze cambiate. Oppure Milagros, che deve badare al figlio, o la signora Annamaria che deve invece curare il marito malato grave e ha il magone mentre racconta. Storie fatte di affitti ricercati, moduli «isee» per chiedere aiuti al Comune e la speranza, un giorno, di poter tornare a casa.

Ma è faccenda lunga. E venerdì sera 13 condomini si sono trovati assieme ad un legale che hanno incaricato per cercare di fare il punto della situazione (foto sotto). L’avvocato Corrado Viazzo vuole cercare di risalire ad eventuali responsabilità penali, e si stupisce del fatto «che non sia stata ancora attivata un’inchiesta, un’indagine per accertare le eventuali responsabilità penali». Un pretesto per incontrare la stampa con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema a due mesi da quanto accaduto.

Generico 06 Mar 2023

LA VICENDA
La vicenda riguarda la frana rovinata ai primi di gennaio sulle palazzine del condomino «La Cavetta» che già dal nome identifica un’area dove in passato – diverse decine di anni fa – vennero effettuati lavori di estrazione dalla montagna che rappresenta uno dei due versanti in mezzo ai quali scorre il fiume Tresa. Qui vennero realizzati complessi edilizi abitativi a cavallo far gli anni Sessanta e Settanta (e quindi con le norme edilizie del tempo ampiamente superate dalle ben più stringenti normative attuali, grazie alle quali quei palazzi non si sarebbero probabilmente potuti costruire in quella posizione), cui seguirono lavori di realizzazione del «vallo paramassi», una sorta di grande terrapieno contenitivo con la pretesa di fermare l’eventuale materiale franato. L’esposto alla Procura annunciato nei giorni scorsi dall’avvocato Viazzo ha il compito di proporre un’indagine su eventuali responsabilità penali che si concretano nei «delitti colposi di danno» e per la quale ha ricevuto mandato da parte dei condomini che hanno deciso di adire alle vie legali.

I TRASCORSI
Il primo evento franoso che produsse come effetto quello di allontanare per alcuni giorni i condomini della palazzina «C» avvenne il 22 aprile dello scorso anno, cui seguirono lavori ordinati dal Comune per consentire ai residenti di fare rientro nelle abitazioni, mentre gli ultimi episodi, quelli reputati più gravi sul fronte della stabilità del versante, risalgono al 5 di gennaio quando allo sgombero della palazzina «C» seguì dopo alcuni giorni anche l’abbandono della «B» (dopo ordinanza comunale): i condomini a oltre 60 giorni di distanza sono ancora fuori casa, alcuni hanno trovato sistemazione dai parenti, altri in case affittate alla bisogna da proprietari che solitamente affittano a turisti stagionali e con l’arrivo della bella stagione potrebbe proporsi il problema di dover trovare ulteriori sistemazioni. Disagi e problemi che sono stati affrontati anche in riunioni condominiali che per questioni logistiche sono state approntate in municipio a Luino.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 10 Marzo 2023
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