Smantellato un “bazar” della droga nei boschi sulle alture di Stresa
La segnalazione è partita dagli abitanti della zona insospettiti da un insolito viavai, anche nelle ore notturne. L'operazione delle forze dell'ordine
I Carabinieri della Stazione di Stresa hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Verbania, 7 giovani di origine nordafricana. L’ipotesi di reato nei loro confronti è di spaccio continuato in concorso. L’indagine, sviluppata in diversi mesi, è scaturita da numerose segnalazioni di cittadini residenti nelle alte colline stresiane che avevano notato un via-vai di soggetti tra le viuzze dei borghi in quota, sia di giorno che di notte. E’ così partita un’intensificazione del pattugliamento nell’area.
Subito è parso chiaro il motivo di quei movimenti di macchine e soggetti ai bordi della strada: erano tutti scambi tra droga e denaro. Oltre 30 soggetti residenti nell’alto novarese e nel V.C.O. sono stati trovati in possesso di sostanze stupefacenti nel corso dei servizi di controllo del territorio. Di tutte le specie lo stupefacente acquistato per uso personale: dalla cocaina, all’eroina, all’hashish.
Nei loro confronti i militari hanno proceduto in via amministrativa, sequestrando lo stupefacente ed avviandoli ad un percorso di recupero, ma gli stessi “clienti” sono stati anche interrogati per raccogliere informazioni su chi gestisse quel lucroso “market della droga” aperto giorno e notte. Attraverso gli appostamenti dei militari dell’Arma e le testimonianze raccolte dai vari acquirenti, 7 soggetti sono stati individuati come responsabili dello spaccio al dettaglio che da tempo si era radicato tra la vegetazione a ridosso dell’uscita autostradale di Carpugnino, un luogo strategico e facilmente raggiungibile dall’Ossola al Novarese. Nelle scorse settimane è così scattato un blitz organizzato anche con l’ausilio della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, proprio nell’area boschiva adibita a “bazar della droga” dal gruppo di nordafricani, dove sono stati ritrovati interrati eroina e cocaina destinate allo spaccio, oltre a mannaie e coltelli.
Individuati anche dei bivacchi di fortuna, con vivande e coperte, dove il sodalizio era solito dimorare per non perdere mai il controllo della lucrosa piazza di spaccio. Il profondo rastrellamento dell’area e lo smantellamento delle varie postazioni adibite per il confezionamento e lo smercio dello stupefacente, hanno così restituito al loro naturale stato di quiete la zona boschiva che svetta sopra la sponda stresiana del lago Maggiore, ma il presidio dell’Arma continua per prevenire eventuali nuove incursioni di pushers organizzati.
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