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Il turismo di domani nelle Valli del Verbano è lento e deve puntare sulle piccole comunità

Questo uno degli obiettivi emersi ieri durante la presentazione del Piano di sviluppo turistico integrato della CMVV. Ballardin: "In questo contesto lo sviluppo sostenibile si configura come la rotta da seguire per realizzare un equilibrio di lungo termine"

Tramonto sul Verbano

Un ricchissimo patrimonio naturale che spazia dagli ambienti lacustri a quelli collinari e di alta montagna. Spiagge, parchi lungo lago, numerosi punti panoramici e percorsi accessibili con mete paesaggistiche mozzafiato. Questi sono solo alcuni degli elementi chiave che caratterizzano le Valli del Verbano, oggi pronte a diventare più sostenibili, verdi, in movimento e turistiche grazie al Piano di sviluppo integrato presentato ieri, martedì 4 aprile, a Palazzo Verbania.

In uno scenario dove il turismo del domani si prospetta sempre più “lento” e dove l’idea di sviluppo sostenibile dovrà partire dal presupposto che la crescita economica è tale solo se comporta un miglioramento, o almeno una conservazione, dello stato dell’ambiente, della qualità della vita e della salute umana, Comunità Montana Valli del Verbano si sta impegnando, in partership con altri soggetti del territorio, a rilanciare il turismo delle Valli in segno della cultura e della sostenibilità: binomio di grande potenzialità per lo sviluppo locale.

generica

Ma quali sono stati i passi che hanno portato alla redazione di questo Piano di sviluppo turistico integrato? «Il progetto operativo di sviluppo integrato del territorio si è mosso tre anni fa in una situazione complessa dal punto di vista pandemico attraverso una prima fase sviluppata con la cooperazione di Bolzano e la collaborazione di Docenti dell’Università di Trento e ha previsto una continuazione dello studio delle Infrastrutture di accesso e potenziamento della rete della mobilità e di diversificazione delle proposte di offerta turistica, con particolare riferimento ai servizi di trasporto e modelli di potenziamento in funzione del target turistico, al patrimonio architettonico industriale dismesso ed elaborazione di proposte di riutilizzo per attività compatibili con le riconversioni attuabili, alla condizione dei nuclei storici marginali: quale opportunità di rilancio per l’avvio di attività turistiche e di ripopolamento, attraverso l’analisi dei flussi di presenze turistiche, la caratterizzazione del turismo, le proposte di investimento per lo sviluppo turistico e la condizione di studio per la definizione di un brand territoriale – ha spiegato durante l’incontro di ieri l’assessore al Turismo di Comunità Montana Gianpietro Ballardin -. Il progetto si è mosso coinvolgendo le pubbliche amministrazioni (32 comuni della comunità montana), il Touring Club, la Lipu, la Fondazione Cariplo, le aziende e consorzi di Promozione Turistica, la Camera di Commercio di Varese, le associazioni di categoria: Federalberghi, Confcommercio provincia di Varese: Ufficio Turismo, il Consorzio Varese Turismo e gli enti territoriali confinanti».

Un insieme di attori, fra amministrazioni, enti e comunità locali, che sono così diventati motore strategico per la redazione di una vera e propria strategia di sviluppo sostenibile «perché in queste realtà possiamo trovare i patrimoni storico-culturali, elementi importanti delle tradizioni, arti e saper che devono essere valorizzati e tutelati – ha continuato Ballardin –. Le comunità locali e l’insieme delle autorità pubbliche e delle imprese private, costituiscono una fonte indispensabile di investimento per il rilancio complessivo del territorio. Lo sviluppo turistico è un concetto dinamico che richiede una pianificazione a medio-lungo termine e che deve tenere conto della condizione di sviluppo del territorio inteso come destinazione turistica anche nella capacità di garantire strutture ed infrastrutture di accoglienza. La nostra condizione tende a sviluppare una strategia turistica sostenibile che vada a considerare il fragile equilibrio tra aspetto economico, ambientale e sociale».

Un contesto questo, dove diventa dunque necessario avere una forte volontà di collaborazione tra pubblico e privato, cittadino singolo e azienda. «Lavoriamo per costruire una condizione di sostanza per dare un’alternativa di sviluppo al territorio attraverso un percorso di crescita evolutiva sia dal punto di vista turistico che di definizione della sua riconoscibilità territoriale. Lavoriamo per predisporre una strategia di sistema che porti ad un aumento del numero di turisti e quindi delle opportunità socio-economiche, ma, allo stesso tempo lavoriamo per garantire la condizione di sostenibilità territoriale e indirizzare le opportunità a vantaggio delle comunità locali intese come l’insieme delle componenti che formano il tessuto territoriale» ha detto Ballardin.

valli del verbano

Un’idea di turismo e di un nuovo modello di sviluppo economico che pone al centro il rispetto per l’ambiente, per la dignità umana, per l’equità, per una crescita economica rispettosa e condivisa attraverso l’impegno e la creazione di un modello sostenibile di turismo per il prossimo futuro.

«In questo contesto operativo lo sviluppo sostenibile si configura come la rotta da seguire per realizzare un equilibrio di lungo termine tra esigenze ambientali, economiche e sociali che caratterizzano crescita delle comunità locali e la condizione del territorio – ha sottolineato ancora Ballardin -. La sostenibilità diventa quindi una sorta di equilibrio fondamentale necessario per il raggiungimento di questi obiettivi. In questa cornice di insieme il turismo può essere uno strumento capace di guidare la rigenerazione e lo sviluppo economico, per migliorare la qualità della vita del territorio e delle comunità, nella capacità delle destinazioni turistiche di dotarsi di strumenti capaci di cogliere i processi di cambiamento in atto ed orientarli nella giusta direzione».

Quando si parla di turismo, però, si intende anche “un’attività” in grado di coinvolgere il patrimonio culturale, paesaggistico, economico e artistico. In questo senso, «il settore turistico rappresenta una possibilità di impiego importante ed in questo contesto il turismo sostenibile rappresenta una rilevante opportunità verso questa direzione, in quanto si realizzano delle sinergie lavorative importanti che diventano nuove opportunità per le comunità locali – ha aggiunto l’assessore al Turismo -. La più importante è considerare il turismo come una possibilità economica che rilancia l’occupazione in aree depresse, dove le fonti di reddito classiche non sono più competitive come ad esempio nella condizione delle nostre zone montuose e rurali dove i mestieri artigianali, la vendita di prodotti tipici o l’allevamento non sono oggi sufficiente strumento capace di supportare l’economia o capaci di supportare un progetto di turismo tematico, legato ad un prodotto tipico piuttosto che ad una lavorazione peculiare del territorio».

Verbanonews

Considerazioni frutto di una lunga ricerca – durata tre anni – che ha indagato i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce del territorio e che ha visto la partecipazione di due università: il Politecnico di Milano-Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, attraverso il responsabile della ricerca il Prof. Paolo Bossi e la titolare della ricerca la dott.ssa Chiara Mezzetti e l’Università dell’Insubria di Varese- Dipartimento Diritto Economia e Culture attraverso la responsabile della ricerca prof.ssa Paola Biavaschi e la titolare della ricerca dott.ssa Silvia Milone, che hanno ieri illustrato i fondamentali del percorso intrapreso.

«Lo studio sviluppato nei nostri territori lacuali, vallivi e montani, quale ambito di sperimentazione sociale ed innovazione economica di processo e prodotto, può portare alla promozione di nuove politiche di efficientamento amministrativo, attraverso un miglioramento dei servizi alla popolazione nella sua condizione abitativa, di produzione energetica da fonti rinnovabili, nella sua condizione di mobilità sostenibile, nel miglioramento della sua situazione sanitaria e della formazione scolastica di indirizzo e alla crescita socio-economica complessiva. Per raggiungere questi presupposti abbiamo bisogno di ridefinire l’attrattività di questi territori, basati su potenzialità e patrimoni oggi ancora molto sottoutilizzati e poco riconosciuti. La ricerca nel suo insieme ha portato a scoprire e a ridefinire la condizione di attrattività dei territori della CMVV, basati su potenzialità e patrimoni, oggi ancora molto sottoutilizzati e poco riconosciuti, che hanno punti in comune evidenziando che la riva orientale del lago, (erroneamente nel dire comune chiamata la sponda magra del lago maggiore), rappresenta un margine paesaggistico dai tratti spiccatamente romantici e pittoreschi di un territorio ben più vasto che si estende fino ai confini con la Svizzera e alle cime montuose più orientali in cui tra le montagne e il lago, si snodano “le valli” e in cui il paesaggio si apre a bellezze naturali che vogliamo conservare, valorizzare quale lascito per le generazioni attuali e future» ha concluso Ballardin.

Un nuovo turismo per le Valli del Verbano: prende il via il Piano di sviluppo integrato

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Pubblicato il 05 Aprile 2023
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