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Confindustria: #Varese2050 rilancerà il Nord della provincia

Ha fatto tappa nel Luinese il roadshow di presentazione del Piano Strategico per il riposizionamento competitivo del territorio  L’area ha bisogno di investimenti a partire dalle competenze. Ma anche sostegni fiscali, infrastrutture, connettività

Generico 17 Apr 2023

I numeri, si sa, sono spietati. E quelli snocciolati da Confindustria Varese nella tappa Luinese per la presentazione del piano strategico #Varese2050, a partire dal rapporto del cuneo fiscale da una parte e dell’altra del confine con la Svizzera che è di 1 a 2. L’esempio fatto dall’Ufficio Studi di Confindustria Varese rende bene l’idea: fatto 100 un ipotetico netto in busta paga di un lavoratore, a un’impresa svizzera costa intorno ai 129,4 euro a una italiana 187 euro.
A questa situazione si deve aggiungere il fatto che i due territori confinanti hanno un tessuto produttivo con specializzazioni manufatturiere simili. È dunque facile comprendere  come per le imprese italiane sia difficile vincere un derby che si svolge su un medesimo campo di gioco, ma con regole completamente diverse che, manco a dirlo, sono svantaggiose per il made in Italy.
E poi c’è tutto il resto, che non è poco. A cominciare dalla presenza massiccia di lavoratori frontalieri (gli italiani che lavorano nel Canton Ticino al quarto trimestre 2022 erano 77.517, fonte Confindustria Varese), per continuare con la carenza di competenze, i gap infrastrutturali, la necessità di maggiore connettività e la possibilità di accesso a risorse europee per aree in difficoltà.
(nella foto da sinistra: Roberto Grassi, Enrico Bianchi, Giovani Berutti, Benedetto Di Rienzo)

AVERE UNA VISIONE PIÙ AMPIA
La terza puntata del roadshow #Varese2050, le prime due sono state a Busto Arsizio e  Gallarate,  per la presentazione al territorio del Piano strategico di Confindustria Varese per il riposizionamento competitivo del Varesotto, ha toccato dunque i temi principali che riguardano il nord della provincia.
A Palazzo Verbania erano presenti molti rappresentanti delle istituzioni del territorio a partire dal sindaco di Luino Enrico Bianchi. «Spero che questo sia un nuovo inizio per questo territorio – ha detto il primo cittadino di Luino, aprendo i lavori -. I temi che affronteremo non sono  strettamente di competenza amministrativa, ma hanno una visione più ampia, che è necessaria. Proprio come è stato fatto con l’accademia di architettura di Mendrisio sul tema  “Luino città di laghi“. Dobbiamo pensare più in grande perché è solo così che possiamo ottenere risultati più concreti».
Oltre al sindaco di Luino erano presenti: Paolo Sartorio, presidente del piano di zona, Pinuccia Mandelli, sindaco di Cunardo, Franco Vitella, presidente di Ascom Luino,  Francesca Porfiri, assessore  all’Ambiente e urbanistica di Luino,  e Serena Botta, assessore alla Cultura e al Turismo.

I CINQUE PILASTRI DEL PIANO STRATEGICO
Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese, è entrato nel merito del Piano strategico #Varese2050 al quale hanno lavorato ben 105 stakeholder tra imprenditori, giovani, attori sociali, politici e personalità del mondo accademico. « La provincia di Varese è un’area policentrica – ha sottolineato Grassi – che subisce una forte pressione sia a nord, dalla Svizzera, che a sud, da Milano. Ogni comune ha poi la sua peculiarità e bisogni diversi, per questo modificheremo nostro approccio per adeguarci a questa provincia particolarmente estesa. Tutto questo lo faremo a partite dal progetto Mill, sicuri che i rapporti con le pubbliche amministrazioni, con i territori e contatto con le imprese non verrà meno. Lavoreremo per riorganizzare attività con nuove formule di presenza, sopratutto qui nel nord della provincia».
Grassi ha poi proseguito entrando nel merito dei cinque pilastri del piano strategico.

OFFRIRE CHANCES AI GIOVANI PER FIDELIZZARLI
Tra i temi affrontati dal presidente di Confindustria Varese c’è quello relativo al capitale umano, risorsa fondamentale per le imprese, che in un territorio come quello del Luinese risente dell’attrattività del Canton Ticino che esercita una pressione competitiva notevole sul mercato del lavoro. «Sappiamo – ha commentato il presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi – quanto sia complicato trattenere e fidelizzare le persone di fronte alla forza attrattiva della Svizzera, le imprese socialmente responsabili, però, sono quelle che si mettono in gioco per sviluppare know-how e dare chances ai giovani, qualunque sia la posta in gioco. Per questo da mesi stiamo lavorando, con un gruppo di aziende, all’apertura nel luinese di un corso post-diploma IFTS (dunque di un anno) di specializzazione in robotica e automazione. Ciò per venire incontro alle esigenze emerse dalle imprese del Nord della provincia che hanno sempre più difficoltà a trovare risorse umane in grado di aiutarle ad affrontare le transizioni tecnologiche in atto, oltre che processi di crescita».
Saranno tra i 12 e i 15 i ragazzi e le ragazze che verranno fin da subito assunti nelle imprese e poi formati grazie all’iniziativa portata avanti da Confindustria Varese insieme alla Fondazione ITS Incom.

LA CAPOFILA SPM
Tra i principali motori del progetto formativo, che vede già il coinvolgimento di diverse aziende dell’area, c’è l’impresa Spm Spa di Brissago Valtravaglia che opera nel settore delle lavorazioni meccaniche, plastiche e tipografiche e per mercati che vanno dall’automotive a quello degli sport invernali.Il titolare della Spm è Giovanni Berutti, seconda generazione in azienda. «È lui – ha precisato il presidente Grassi – ad essersi speso in prima persona a vantaggio di un progetto di cui potrà beneficiare un intero territorio e intorno al quale si è creata un’operazione di sistema».
A portarla avanti Confindustria Varese con la propria Area Formazione, la Fondazione ITS Incom, una decina di imprese (per lo più industriali ma non solo), l’amministrazione comunale di Luino, enti pubblici, sistema scolastico. Parola d’ordine: fare rete per andare oltre il proprio perimetro a beneficio di un’area che da tempo soffre di una strutturale carenza di personale e manodopera, a causa della forza attrattiva del vicino mercato del lavoro svizzero che impone sulle imprese varesine una pressione competitiva in termini di leva fiscale, salariale e di semplificazione legislativa sempre più forte che ha creato nel tempo una zona di faglia.

LA RESPONSABILITÀ DIRETTA DELLE IMPRESE
L’approccio di Confindustria Varese nell’avvio del nuovo corso IFTS è quello solidaristico e richiama la responsabilità anche diretta delle imprese di investire nella formazione delle risorse umane, oltre che, ha specificato il presidente Grassi «il fare rete andando oltre il proprio perimetro: soggetti istituzionali pubblici e mondo privato delle imprese e della sua rappresentanza si mettono insieme per il bene comune. Anche come Confindustria Varese abbiamo deciso di farci promotori di un progetto aperto anche alle imprese non associate e ad altre associazioni datoriali. Su questi temi pensiamo che non ci debbano essere medaglie da attribuirsi, ma solo un lavoro da portare avanti insieme, a vantaggio dell’interesse generale».

RISORSE COMUNITARIE E PREMIALITÀ FISCALE
Formazione, ma non solo. Per il Nord della provincia il Piano Strategico #Varese2050 di Confindustria Varese prevede di continuare l’azione di rappresentanza su due fronti: la richiesta alle istituzioni di misure di fiscalità premiale per le aree di confine e sul cuneo fiscale e di misure europee per valutare l’accesso alle risorse comunitarie per le “zone C non predefinite”, ossia le aree regionali e sub-regionali, nelle quali ormai si può considerare di far rientrare il Nord della provincia di Varese, titolate a particolari deroghe nella disciplina relativa agli aiuti di Stato. «Solo in parte – ha aggiunto Grassi – la pressione competitiva salariale verrà alleggerita dagli effetti della rivisitazione dell’accordo Italia-Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri in corso di ratifica al Parlamento italiano. Dovremo monitorare bene le conseguenze dell’accordo, ma ciò non può bastare». I gap competitivi non sono solo fiscali. Le altre due priorità, per Confindustria Varese sono: migliorare i collegamenti infrastrutturali (viabilistici e ferroviari) e di connessione di rete per rendere più interconnesso e raggiungibile il Nord del Varesotto. Puntare allo sviluppo di una vera e propria area di propulsione economica a Malpensa che faccia da traino insubrico a tutti gli effetti. «L’obiettivo – chiosa Grassi – è fare sistema nel territorio sul primo elemento di competitività: le persone».

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Pubblicato il 19 Aprile 2023
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