Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e continuate, estorsione aggravata: per il caso del giovane che vessava  sorella, madre e padre acquisito a Luino nel pomeriggio di giovedì il giudice collegiale di Varese ha pronunciato il verdetto: 2 anni e 9 mesi, cui vanno aggiunti ulteriori con 2 anni con misura di sicurezza della libertà vigilata a fine pena. Una condanna che vede aumentare la pena richiesta dal pubblico ministero che si era fermata a Pm chiesto 2 anni e 6 mesi.

La storia, come si ricorderà, riguarda un giovane che è accusato di aver assunto un grave comportamento rivolto nei riguardi dei famigliari: sempre alla ricerca di soldi e alle rpese con forte instabilità emotiva si era spinto a minacciare, taglieggiare i parenti coi quali condivideva l’abitazione.

Nella scorsa udienza erano stati sentiti come testimoni proprio le parti offese di queste vicende sbocciate in ambito famigliare fra settembre 2021 e gennaio del 2022.

In particolare quello che è emerso durante il dibattimento riguarda una sorta di ossessione da parte del ragazzo nei riguardi della casa, una sorta di «reificazione» dei propri obiettivi stanti in quell’immobile che attraversava ogni suo pensiero e ogni ansia ribaltata sui famigliari, in particolare sul nuovo compagno della madre.