Arona, “c’è una raccomandata per lei”. E intanto svaligiano la casa
La banda ha colpito diverse persone residenti nella cittadina sul Lago Maggiore. Alla fine è stata identificata la falsa postina che richiamava le vittime fuori casa
«C’è una raccomandata per lei, c’è da firmare». E mentre la vittima, ignara del fatto che la postina fosse una truffatrice, usciva di casa e veniva a firmare falsi documenti, i ladri ne approfittavano per un furto a tempo di record.
Una modalità consolidata, che i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Arona hanno riocosruito, arrivando a identificare la falsa postina, L.M., una 36enne con precedenti specifici, residente nel campo nomadi di via Trento a Vercelli. Nella giornata del 28 luglio la giovane è stata arrestata – su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verbania su
richiesta della locale Procura della Repubblica – dai carabinieri di Arona, in collaborazione con quelli di Vercelli.
Le indagini, scaturite a seguito di alcune denunce sporte dalle parti offese residenti ad Arona, hanno appunto consentito di ricostruire il modus operandi della banda, che puntava – nel corso del furto-lampo – a impossessarsi di denaro contante, carte di credito e bancomat che poi venivano immediatamente utilizzate per fare prelievi presso sportelli bancari e per fare acquisti in esercizi commerciali della zona.
L’attività investigativa, svolta a seguito dell’acquisizione delle denunce, attraverso l’analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza comunali e privati, ha identificato appunto la falsa postina, che veniva immortalata mentre prelevava il denaro allo sportello bancomat e mentre era intenta ad utilizzare le carte di credito delle vittime. La 36enne è l’unica persona arrestata della banda.
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