Trekking in Vallemaggia, una vacanza tra laghetti alpini e paesaggi suggestivi
I percorsi permettono di conoscere e ammirare le bellezze disseminate tra Vallemaggia, Leventina e Formazza, dormendo in alpeggi o capanne
(tutte le info e le foto tratte dal sito https://www.viaaltavallemaggia.ch/)
L’Associazione Alta Vallemaggia presenta un itinerario di cinque giorni attraverso suggestivi paesaggi di montagna, fiumi e specchi d’acqua alpini, capanne e rifugi.
Il trekking dei laghetti alpini è un percorso circolare d’alta quota che si snoda tra Vallemaggia, Leventina e Formazza. 61 km oltre il limite del bosco per un’esperienza di cinque giorni da vivere lungo un percorso che conduce attraverso una delle regioni più straordinarie delle Alpi.
Destinata agli escursionisti che vogliono vivere un’avventura in cresta, tra paesaggi prealpini che si affacciano sul Lago Maggiore a quelli decisamente alpini sulle pendici del Basodino, con le sue due varianti nella parte nord, la via copre 200 km in 19 tappe. Alternando sentieri bianco-rossi e tracce alpine bianco-blu, puntualmente la difficoltà raggiunge la quotazione T5–. Considerata la sua lunghezza, questo percorso a tappe può essere un progetto da realizzare in più momenti e in perfetta sintonia con le proprie preferenze!
PARTENZA
È possibile partire dalla costa locarnese del Lago Maggiore anche se è più veloce salire subito in quota grazie alla funicolare, alla funivia o alla seggiovia che permettono di risparmiare 1500 metri di salita. L’impresa della Via Alta Vallemaggia inizia dunque al pregevole belvedere della Cimetta.
La prima tappa propone una lunga camminata su creste e pendii tra Vallemaggia e Verzasca fino alla Capanna Alpe Nimi, con il suo connubio di pastorizia e ospitalità. La tappa è di circa 10,7 chilometri con un dislivello di 1100 metri.
La seconda tappa propone il roccioso Madom da Sgiof e una rampicata non eccessivamente impegnativa grazie ad alcune graffe metalliche che consentono di superare i passaggi più impegnativi. Si raggiunge il Passo Deva, comoda sella tra Maggia e Brione: lo sguardon spazia da destra, oltre la Verzasca, con il Poncione d’Alnasca, a sinistra con i numerosi anfratti della Valle del Salto. Il recupero del alpeggio è una sintesi perfetta di ecoturismo sostenibile e patrimonio architettonico.
La tappa è di 4,8 chilometri e il dislivello di salita di 720 metri.
La terza tappa prevede il passaggio sul versante verzaschese del Pizzo Costisc e di Scimarmota, per poi imboccare i pendii scoscesi del Poncione Piancascia. Si scende fino a lambire quasi i boschi, per attraversare diversi valloni, transitare dall’Alpe Cuasca e dalla sua fontana (l’unica lungo il percorso) e puntare a al Passo dei Due Laghi. La sella collega le valli gemelle di Coglio e di Giumaglio. Il percorso si conclude all’Alpe Spluga.
La tappa è lunga 10,3 chilometri, con un dislivello in salta di 990 metri e uno in discesa di 1220.
La quarta tappa è piuttosto impegnativa. Da Spluga si sale al Pascolo dei Laghi e alla Bocchetta del Sasso Bello, e poi si entra nella Lavizzara. Lungo una distesa di blocchi si raggiunge la cresta della Cima di Broglio, il cui superamento regala passaggi di facile arrampicata e un tratto aereo assai spettacolare, assicurato da alcuni cavi. Poi un’altra pietraia, una serie di placche lisce con altri cavi, poi l’entrata nella Valle dei Pini, anch’essa attrezzata, poi la salita al Passo di Chènt. E da lì una discesa complessa nella Val Tomè. Il pernottamento è alla Capanna Tomeo .
La tappa è di 8,7 chilometri con un dislivello in salta di 1020 metri e uno in discesa di 1120
Il giorno successivo si sale da Tomeo. Il paesaggio si allarga a ogni passo fino al Monte Zucchero. Al Corte Piatto si gira a sinistra per guadagnare la Bassa di Pertüs, dove all’improvviso appare la Corona di Redorta, una delle vette più eleganti lungo la Via Alta. In seguito una successione di saliscendi tra prati e sassi si costeggia le pendici del Madas e del Pizzo Campala. La discesa dalla Bocchetta della Campala richiede un ultimo sforzo di concentrazione. Meta è la Capanna Barone, rifugio storico della Verzasca e punto d’incontro con chi sta percorrendo la Via Alta Verzasca o la Via Idra.
Lunghezza della tappa 10,1 chilometri con un dislivello in salita di 1530 metri e di 1100 in discesa.
La nuova tappa prevede di risalire alla Bocchetta della Campala. Da lì, discendere attraverso brevi passaggi esposti per andare a esplorare la Valle di Prato, dove sorgeva la Capanna Soveltra, distrutta da un incendio nel 2017. Ai piedi del Pizzo Campo Tencia, baricentro alpinistico e geografico dell’Alto Ticino, il sentiero di inerpica tra i larici per raggiungere il “Piatto”, l’altopiano del Trekking dei Camosci, splendido mosaico di vallette, laghetti, torrenti e dossi erbosi. Poco sopra si apre il Passo Fornale, ultimo ostacolo della giornata: sul versante opposto, sebbene marcato in bianco e rosso, il sentiero cala vertiginosamente. Dopo il Lago di Mognola si scende al villaggio alpino di Fusio.
Tappa di 14,1 chilometri con un dislivello in salita di 1210 metri e discesa di 2090
All’indomani si riparte seguendo la traccia che dapprima sale tra i larici, costeggia una fascia rocciosa e si infila nel mondo appartato dell’Alpe di Röd. Passando da diversi corti, boschi radi e pascoli raggiungiamo la Bocchetta di Pisone. Sull’altro lato del passo ecco la Valle di Peccia, la valle del marmo. Dopo la rapida e ripida discesa di quasi 1000 metri, nei pressi del ponticello sul Fiume Peccia troviamo uno splendido angolo di pace: Casgioléir. Seguono un breve tratto di galleria, una cengia naturale e una tranquilla risalita tra boschi e ruscelli per approdare alla simpatica Capanna Poncione di Braga.
Lunghezza della tappa 11,9 chilometri, dislivello in salita 1810 metri e 1100 n discesa
La meta successiva è la Bocchetta della Froda, una larga sella situata alla sua destra. Dal passo la vista spazia su innumerevoli vette, in primis il Basòdino, secondo massiccio per altitudine delle Alpi Ticinesi. Si scende gradatamente verso la conca di Robièi. Il sentiero, sempre più comodo, va a lambire il Lago Nero, poi è il turno del Lago Bianco. E infine siamo a Robièi, anche grazie alla funivia che sale dalla Val Bavona.
Lunghezza della tappa 10,3 chilometri, con dislivello in salita di 830 metri e di 980 in discesa
Il cammino può proseguire ulteriormente per raggiungere il Rifugo Maria Luisa, la capanna Grossalp, la capanna Alzasca, la Vallata di Vergetto per ritornare al Passo della Bassa e al Passo della Maggia e la Valle di Lodano con le sue antiche faggete è stata inserita nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Lungo il percorso si incontrano sorgenti e cascate, fiumi, nevai e soprattutto tanti laghetti: l’acqua è l’elemento che accompagna gli escursionisti che affrontano questo trekking. Lungo le cinque tappe si lambiscono le sponde di 14 laghetti alpini: Froda, Nero, Bianco, Robiei, Boden, Castel, Toggia, Cavagnöö, Sfundau, Val Sabbia, Fornà e Sambuco.
Superata la prima impegnativa giornata di cammino, ogni tappa presenta una via di fuga che permette di raggiungere rapidamente il fondovalle (funivia Robiei, strada Val Formazza, strada consortile Fusio-Naret).
L’Associazione propone un sito ricco di dati e suggerimenti, fotografie e raccomandazioni. Un’offerta particolare per esperti e appassionati che non potranno che ammirare panorami incantevoli.
Info su itinerario, ospitalità, caratteristiche e difficoltà dei percorsi qui
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