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La droga nel baule a Marchirolo e l’inseguimento dei carabinieri a Luino: fermato a Gaeta

Manette ad un 29enne che assieme ad un complice stava cercando di recuperare quasi un chilo e mezzo fra coca e fumo in una Mercedes sequestrata

carabinieri

I carabinieri di pattuglia trovano la droga, tanta, oltre un chilo e distribuita in panetti, in un baule di un’auto senza targa, sequestrano il veicolo e vengono avvisati che i possessori stanno cercando la macchina. Ma quando i due, – ingenuamente, forse con in testa addirittura l’idea di poter recuperare lo stupefacente – , si presentano nei dintorni della caserma di Luino e vedono un’auto di servizio che li riconosce, parte un inseguimento per le vie del centro città con sirene e lampeggianti che finisce con la fuga di entrambi.

Già così, la storia scuote dal torpore dovuto dal caldo di un pomeriggio di piena estate sul Lago Maggiore. Ma c’è pure un epilogo: uno dei due fuggitivi viene riconosciuto dai carabinieri che informano la Procura: viene emesso un decreto di fermo eseguito dalla polizia di Gaeta in provincia di Latina dove il ricercato di era recato per una questione burocratica, fermo poi convalidato, con gli incartamenti spediti all’ufficio Gip di Varese.

L’incredibile storia vede interprete delle carte giudiziarie uno dei due difensori del fermato, l’avvocato varesino Corrado Viazzo. Una vicenda che si innesta nelle pieghe di un territorio dove circola molta droga venduta al dettaglio ma che dimostra anche l’attenzione delle forze dell’ordine nel contrastare il fenomeno.

Il primo atto si consuma dunque il 22 luglio, prima a Marchirolo, poi a Luino. Nel paesino delle valli la pattuglia nota una Mercedes classe “S“, scura e senza targa; la ispeziona, apre il baule e rinviene 308 grammi di cocaina e 1.163 grammi di hascisc diviso in quattro panetti. Scatta il sequestro del veicolo che viene prima affidato ad un carrozziere di fiducia e poi trasferito alla caserma di Luino.

In quel frangente ecco la coppia – il secondo soggetto è ignoto anche se molto probabilmente, come l’arrestato, è di origini albanesi – : due uomini che si muovono su di un’utilitaria con targa svizzera dei Grigioni; i due vanno dal carrozziere a chiedere informazioni circa la vettura e poi, saputo del sequestro, si muovono direttamente a Luino nella zona della caserma dell’Arma (forse pensavano che l’auto fosse rimasta incustodita nel parcheggio fuori dall’edificio).

È in quel momento che l’auto di servizio dei militari “in uscita“ nota i due, forse vengono riconosciuti, viene intimato l’alt e ne parte un inseguimento per le vie della città: alla fine il conducente scappa (un salto da 6 metri per superare un muro), e si dilegua anche il passeggero, non prima di avere una colluttazione con un brigadiere di servizio ripresa dal telefono di un passante; entrambi gli uomini in fuga, inoltre, perdono il cellulare. I carabinieri a quel punto, trasmettono gli elementi in loro possesso alla Procura che il 24 luglio emette un provvedimento di fermo di indiziato di delitto.

Il secondo atto della vicenda si consuma a Gaeta (dove il 29enne albanese risulta residente). Il ricercato si è infatti presentato il 3 agosto scorso al Commissariato di Gaeta per presentare la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno e alla polizia è bastato un controllo con le banche dati interforze per verificare che sul 29enne gravava un provvedimento di fermo, a quel punto applicato direttamente negli uffici della questura laziale, fermo poi convalidato dal Gip di Cassino. Ora la palla passa ai giudici di piazza Cacciatori delle Alpi.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 12 Settembre 2023
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