La Soprintendenza boccia la Torre Colombo in centro a Sesto Calende
A pochi giorni dall'adozione in consiglio comunale della variante del pgt arriva il parere negativo dei Beni Culturali. Decisive l'altezza (33 metri) e la posizione dell'edificio, in contrasto con lo skyline della città e la Chiesa di San Bernardino
A due settimane dal voto in consiglio comunale, la Soprintendenza boccia la Torre Colombo in centro a Sesto Calende.
Da ormai 2 anni, quando la Enrico Colombo spa ha per la prima volta presentato il piano per la riqualifica della centrale area ex Q8 in via Matteotti, l’argomento è uno dei più discussi a Sesto Calende e in consiglio comunale, dove giovedì 14 settembre la sola maggioranza, dopo 3 ore di accesa discussione, aveva adottato il piano per la variante del pgt, il primo step amministrativo per la realizzazione del boutique residence alto 33 metri.
«Questo ufficio esprime parere negativo al piano attuativo proposto» così l’organo del Ministero della cultura, chiamato a una valutazione sull‘impatto paesaggistico del nuovo complesso, il cui nome ufficiale è Echo e M25. I motivi sono dovuti all’altezza della cosiddetta “torre” e alla posizione vicina al centro storico della città, in particolare alla Chiesa di San Bernardino.
«L’edificio, sensibilmente più alto sia dell’edificato storico, che, degli inserimenti moderni superati di almeno due piani, risulta pienamente visibile dal lungo Ticino, instaurando, quindi, forti e disarmoniche relazioni con l’ambito tutelato paesaggisticamente».
In particolare, i rendering pubblicati mostrano come «il nuovo edificio, dissonante dal contesto per linguaggio architettonico e consistenza edilizia, vada ad inserirsi in uno spazio compreso tra la chiesa di San Bernardino ed una collina ricoperta da boschi, sovrapponendosi a quest’ultima e rimuovendo dalla composizione dell’immagine del waterfront di Sesto Calende un residuale elemento di naturalità. Inoltre, la prossimità della torre con la chiesa di San Bernardino, produrrebbe una ulteriore e consistente alterazione delle caratteristiche paesaggistiche del lungo fiume, costituendo elemento di disarticolazione del rapporto gerarchico tra l’edificio religioso e l’edificato circostante, che ne definisce l’ambiente e il contesto di paesaggio urbano».
La chiesa, infatti, è tutelata dalla seconda parte del D. Lgs 42/04, e con la realizzazione del boutique residence «vedrebbe sminuito il suo carattere di preminenza visuale, con conseguente pregiudizio di valori paesaggistici identitari. Di quanto sopra si avrebbe particolare evidenza oltre che dalla sponda piemontese del Ticino, anche dal lato est del lungo fiume, dove la conformazione delle anse consente di inquadrare il nucleo storico di Sesto Calende».
In sintesi, secondo la Soprintendenza «la nuova costruzione risulterebbe particolarmente dissonante ed inappropriata rispetto al contesto di riferimento, rilevandosi una sovrapposizione conflittuale con le strutture architettoniche della chiesa e del campanile. Lo sviluppo della torre, con la conseguente piena visibilità da più ambiti, introdurrebbe un ulteriore elemento di verticalità nel paesaggio, che altererebbe il consolidato impianto paesaggistico, con il campanile quale unica emergenza architettonica».
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