Screening gratuito sull’epatite C: invitati tutti i varesini nati tra il 1969 e il 1989
Sono partite le lettere destinate a coinvolgere la popolazione nella campagna promossa dal Ministero e, a livello mondiale, dall'OMS che vuole eradicare la malattia entro il 2030. Con l'invito, basta presentarsi a un centro aderente per effettuare un semplice prelievo di sangue
Stanno arrivando nelle case di varesini nati tra il 1969 e il 1989 le lettere di Ats Insubria che invitano a sottoporsi allo screening per l’epatite C. Si tratta di un prelievo di sangue che è possibile effettuare nei punti degli ospedali delle due Asst oltre che alla Mater Domini e alla Multimedia di Castellanza senza impegnativa e con il consenso informato firmato.
La campagna promossa lo scorso anno dal Ministero della Salute e avviata sperimentalmente lo scorso giugno, si prefigge di arrivare all’obiettivo indicato dall’OMS che vuole ereticare la malattia entro il 2030.
DURANTE LA SPERIMENTAZIONE SOTTOPOSTE A CONTROLLI 410.000 PERSONE DI CUI 33 RISULTATE POSITIVE
Delle 410.000 persone che si sono sottoposte allo screening nell’ultimo anno, 16.072 sono risultate positive: «Il dato non allarmi – spiega la dottoressa Annalisa Donadini direttore Medicina Preventiva nelle Comunità ATS Insubria – il test si basa sulla ricerca degli anticorpi, che possono essere presenti anche se la malattia è stata sconfitta. L’indagine, comunque, prosegue in un centro di secondo livello, centri di malattie infettive o gastroenterologici, che verificano se il virus è in circolazione. Nell’indagine recente sono state 33 le persone risultate positive per la presenza dell’NRA virale».
DIAGNOSI PRECOCE E FARACI SPECIFICI GARANTISCONO LA GUARIGIONE NEL 95% DEI CASI
La buona notizia è che, grazie alla diagnosi precoce e alla scoperta di nuovi farmaci antivirali specifici, dall’Epatite C si guarisce nel 95% dei casi.
La campagna di indagine promossa a livello di ministero, e rilanciata da tutte le regioni, poggia su dati nazionali e internazionali abbastanza preoccupanti : « Nel mondo si contano circa 170 milioni di infezioni – ha spiegato il professor Paolo Grossi direttore della clinica di Malattie infettive ASST Sette Laghi docente dell’Università dell’Insubria – In Europa se ne contano oltre 11 milioni e si stima che ce ne siano almeno altri 10 milioni non diagnosticati. In Italia l’incidenza è di circa 5 casi ogni 100.000 abitanti».
OMOSESSUALITA’, TRATTAMENTI DI BELLEZZA E TOSSICODIPENDENZA TRA LE PRINCIPALI CAUSE DI TRASMISSIONE DEL VIRUS
I paesi europei con i tassi maggiori si trovano soprattutto al Nord : « Ciò si spiega con una maggior presenza di uomini che fanno sesso con uomini – chiarisce il professor Grossi – e tossicodipendenti che assumono per via endovenosa. Tra i principali fattori di rischio, però, ci sono anche i trattamenti di bellezza, laddove si riscontrano scarsa igiene e santificazione delle strumentazioni».
Tra i trattamenti di bellezza sono ricompresi anche piercing e tatuaggi. Si aggiunge poi il dato delle infezioni contratte in ambiente ospedaliero, una percentuale significativa che va letta, però, guardando ai pazienti storici, che riferiscono di episodi risalenti almeno a 30 o 40 anni fa quando erano in vigore differenti regole sulla sanificazione.
L’EVOLUZIONE DELLA MALATTIA
L’incubazione del virus dura tra le 6 e le 7 settimane ma la malattia tumorale o cirrosi epatica evolvono in modo silente e lento nel giro anche di 30 anni. Diversa la situaizone in età più avanzata che è sicuramente più veloce.
In una fascia tra il 54% e l’86% dei contagi il virus dà origine all’epatite cronica e di questi casi tra il 15 e il 51% si trasforma in cirrosi che nel 6% dà origine a gravi danni epatici o patologia tumorale.
La fascia di età individuata è quella che, statisticamente, presenta maggiori percentuali di contagio con una netta prevalenza degli uomini rispetto alle donne.
Nel caso di positività, l’indagine si allarga anche ai famigliari : « L’obiettivo è quello di individuare in modo puntuale e precoce le infezioni – ha chiarito la dottoressa Donadini – Grazie all’indagine potremo anche individuare i maggiori veicoli di trasmissione del virus, implementando e aggiornando la fotografia della diffusione virale.
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