Riva Berni: “Un anno fa lasciavo la Forcora, oggi la mia vita è in riva all’oceano”
La ricerca della felicità ci può portare anche molto lontano da casa. A un anno dalla scelta di lasciare le sue montagne Simone, con la compagna Paola, racconta la sua nuova quotidianità fatta di ritmi più lenti e di nuove amicizie
Ricominciare lontano da casa, dall’Italia e dalle montagne: è molto più di una svolta quella che Simone Riva Berni ha dato alla sua vita. Dopo un anno a Zanzibar è un testimone felice di come l’esistenza sia qualcosa da costruire con le proprie scelte, giorno dopo giorno e di come si possa cambiare radicalmente in così poco tempo. Partendo da un nuovo luogo dove mettere radici: per anni Simone è stato il gestore del rifugio della Forcora, sui monti dell’Alto Varesotto. Un posto dove con i suoi piatti a base di polenta e specialità alpine ha riscaldato nel tempo centinaia di visitatori.
Oggi è il sole africano a scaldare le persone che lo raggiungono da ogni parte del mondo e al posto della neve fresca c’è una distesa infinita di sabbia bianca bagnata da un mare cristallino, ma ugualmente non fa mancare loro il calore l’accoglienza di chi sull’ospitalità ha costruito tutta la propria vita. Con la compagna Paola, Riva Berni, gestisce a Zanzibar il Polly Lodge Bungalow, un’attività avviata una decina di mesi fa, con ritmi un po’ più lenti rispetto a quelli del Ristorante Sciovia, più a misura d’uomo. D’altronde quella di rallentare è stata una delle ragioni che lo hanno spinto a costruire una vita diversa.
L’arrivo in una terra nuova è una scoperta costante: «Ci siamo integrati molto bene nella comunità locale – spiega Simone -. Siamo in un villaggio di pescatori e abbiamo incontrato finora molte brave persone e alcuni di loro collaborano con noi nell’attività dell’hotel. C’è una signora che ci porta il chapati per le colazioni alla mattina e poi un pescatore che porta pesce fresco per il ristorante e guida i turisti nelle escursioni per andare ad ammirare la barriera corallina… Ci sentiamo molto coccolati». Ma è un affetto reciproco a quanto pare. «In questo momento, non lavoriamo perché ci siamo presi una settimana di riposo e la mia compagna sta aiutando le donne del villaggio a pulire il pesce che è stato pescato».
Zanzibar è una meta rinomata del turismo internazionale e la scommessa dei due varesini sembra essere andata a segno: «La prima stagione è stata tranquilla, non ci conosceva ancora nessuno e non avevamo aspettative particolari – racconta l’albergatore – ma siamo comunque soddisfatti, abbiamo avuto ospiti da tutto il mondo e anche turisti dal Varesotto e dal Saronnese, incuriositi dalle notizie sulla nostra scelta di vita. La prossima stagione sta partendo molto bene».
La quotidianità in riva all’oceano ha tempi e caratteristiche diverse rispetto alla vita tra i monti. «C’è una cosa che amiamo molto e che ci fa sentire vicino alle persone del luogo: appena possiamo andiamo in una chiesa qui vicino, a circa cinque minuti di moto di distanza e dove in questo periodo la mia compagna sta insegnando ai bambini un balletto per Natale. La domenica, quando non abbiamo ospiti riusciamo ad andare a messa lì e a partecipare ai gospel e ai balli organizzati dalla comunità. A Natale vorrei ospitarli al lodge per un evento dedicato alle feste, penso proprio un gospel».
Intanto le montagne restano lontane e come dice il proverbio, se loro non si spostano… «Torneremo ad aprile – anticipa Simone -. Per ragioni personali ma soprattutto per andare a trovare la mia nipotina, nata da poco. Ho tanta voglia di tornare a casa, proprio per riabbracciarla».
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