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Olfatto

di Angela Borghi

Il racconto della domenica

Il cane guardava l’ispettrice Carla Cima con occhi tristi. Si sentì giudicata, come se non facesse abbastanza.
Per vincere l’imbarazzo si rivolse ai due poliziotti giunti per primi sulla scena del crimine. Parlò quello che sembrava più professionale, l’altro era occupato ad accarezzare l’animale.
– Ci ha chiamato il vicino perché la povera bestia abbaiava senza sosta da ieri. Qualcuno l’aveva chiuso nell’altra stanza– e indicava i graffi sulla porta – magari anche il Ferri, la vittima, prima di rispondere al campanello.
– Quindi il signor Ferri ha aperto edè statopugnalato qui, vicino all’ingresso. – Il medico legale ha parlato di più ferite al petto, inferte da qualcuno più alto di lui. Dai bordi sembrano provocate da una lama a punta, di forma allungata.
– Qualcuno veniva a fargli visita?
– Una rossa! – un agente della Polizia Scientifica era comparso come un fantasma in tuta bianca mostrando una busta trasparente con due lunghi capelli ramati – Li ho trovati sul letto.
– Non ha mangiato nulla – intervenne per la prima volta il poliziotto che si era dedicato al cane. Il tono era quasi d’accusa.
-Chi? – chiese l’ispettrice, poi capì – È disperato per la morte del padrone. Bisognerà farlo portare al canile.
A quelle parole l’animale, un labrador color miele, si alzò dalla postazione a fianco del cadavere che non aveva ceduto a nessuno e iniziò ad annusare ovunque, comprese le ferite del padrone. Poi uscì dalla porta al piccolo trotto seguito dal solito agente. Cinque minuti dopo il poliziotto ricomparve, rosso in faccia e agitato.
– Deve venire a vedere. Si è piazzato davanti a un negozio e non si muove.
Carla fu costretta a seguirlo fino a una pescheria, a poche centinaia di metri dalla casa. Decise di entrare. Il cane, che sembrava averla aspettata, si infilò dentro con lei. Alla cassa era seduta una signora, camicetta scollata e capelli fiammeggianti sulle spalle. Quando le chiese chi fosse il titolare, lei chiamò il marito. Dal retro comparve un omone, con un grembiule di gomma, un enorme branzino nella mano sinistra e, nella destra, un coltello per sfilettare il pesce. Dalla lama lunghissima.
Al vederlo il labrador, iniziò a ringhiare e abbaiare sempre più forte, contro il pescivendolo. Si calmò solo quando misero le manette all’uomo e lo portarono via. Mentre ritornavano all’auto Carla si ritrovò sola con il cane e gli sussurrò: – Bravo! Grazie al tuo naso, è il delitto che ho risolto più velocemente della mia carriera. Ora, che cosa ne facciamo di te? Il cane non smetteva di fissarla, in attesa. – Va bene. E se venissi a vivere con me?

Racconto (e foto) di Angela Borghi (www.ilcavedio.org). 1 -Novembre giallo e noir: quattro racconti. (tratto da “I cinque sensi sono sei”, Edizioni IL CAVEDIO)

TUTTI I RACCONTI DELLA DOMENICA

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Pubblicato il 05 Novembre 2023
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