Gemonio, cittadini e associazioni dipingono la panchina rossa
Decine di persone si sono alternate per colorare il simbolo della violenza contro le donne. La cerimonia in piazza Vittoria a pochi passi da dove venne uccisa Giusy Caliandro
I primi colpi di pennello sono arrivati dal sindaco, Samuel Lucchini, e dal parroco, don Mario Zappella. Poi sono giunti quelli di tanti altri: donne e uomini, giovani e meno giovani, rappresentanti delle associazioni, dell’amministrazione e semplici cittadini.
In questo modo Gemonio ha avuto la sua “panchina rossa”, quello che è ormai uno dei simboli più conosciuti contro la violenza sulle donne, nella giornata internazionale dedicata a questa tematica.
Quella di Gemonio è nel pieno centro del paese, di fronte alla chiesa, davanti all’ufficio postale in piazza della Vittoria. A pochissimi passi da via Garibaldi dove lo scorso 1° luglio venne uccisa, investita in modo intenzionale, Giusy Caliandro: un delitto di cui ancora oggi non si conosce l’autore, nonostante le forze dell’ordine (ai tempi) abbiano genericamente parlato di un sospettato.
«Invece di acquistare una panchina rossa e posizionarla con una cerimonia, abbiamo scelto di dipingere, tutti insieme, una panchina già esistente nel cuore del paese per dare un segnale forte di presenza e di volontà da parte dei gemoniesi – ha detto il sindaco Lucchini poco dopo aver dato la prima pennellata – Vogliamo dare un segnale contro ogni tipo di violenza, sia quella fisica di cui purtroppo parlano le cronache anche in questi giorni, sia quella psicologica».
La panchina come detto si trova nel cuore del paese: «Ogni giorno potrà essere utilizzata e sarà un modo per ricordarci il rispetto verso tutte le donne. Anche perché qui vicino pochi mesi fa è accaduto un fatto gravissimo, un omicidio, che vogliamo ricordare in questa occasione».
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