Il professore
di Angela Borghi
Scriveva poco, distratto ad aspettare i primi fiocchi di neve che sarebbero arrivati presto. Quando suonò il campanello fu lieto di lasciare la scrivania ma il sorriso morì alla vista di un Carabiniere alla porta. Il maresciallo spese poche parole di cortesia.
– Professore, ci deve aiutare- e gli allungava un foglio con segni e figure.
– Di che cosa si tratta?
– Lo esamini, del contesto le posso dire poco.
Ma aveva capito, nonostante vivesse fuori del mondo guardava la TV. In pochi giorni c’erano stati due delitti nel suo paese di montagna. Le vittime erano donne sole, la maestra dell’asilo e una giovane del paese, strangolate in casa. Accanto ai cadaveri un biglietto con geroglifici egiziani. Si parlava di un serial killer, che la stampa aveva già soprannominato La Mummia.
Passò la giornata sul foglio, in fondo l’egittologia era il suo mestiere, prima di vivere come un eremita.
Il maresciallo tornò il giorno dopo. Mentre gli offriva il caffè disse:
– Porto via le mie spose. Traduzione libera. La frase va letta da destra, dal lato indicato dai profili. Il vaso con le gambe significa portar via. Poi hemet: il pozzo d’acqua simbolo dell’utero e la donna seduta, la signora della casa. In fondo la testa d’ariete di Khnum, il dio degli Inferi. Le donne sono tre. Ma l’Egitto è una montatura, non è un esperto. Ci sono errori. La carta è di bassa qualità e ha usato una biro. Per una mummia…
– E calza scarpe Saucony del 42, dall’impronta nel giardino di una vittima. Sul collo delle donnesi sono trovate fibre di lino bianco.
Rimasto solo si versò un bicchiere di prosecco. Il vino lo aiutò a riflettere ma erano calate le tenebre quando prese una decisione. Si vestì di nero, mise scarpe da ginnastica e uscì.
I fiocchi di neve scendevano silenziosi.
Posteggiò l’auto lontano dalla casa e si appostò nel buio. Faceva freddo.All’interno una figura solitaria passava davanti alle finestre.
All’improvviso sentì una presa d’acciaio sulla spalla.
-Professore! Al Comando sospettavano di lei, io non ci volevo credere. Che cosa ci fa qui?
– Parli piano! L’assassino sta uscendo per uccidere stasera, il 26 novembre, ultimo giorno del mese di Athyr, se continua con la messinscena dell’Egitto.
– Ma chi è?
– Il parroco. Mi sono ricordato che mostrava interesse sul tema e gli avevo consigliato dei libri sui geroglifici. L’ho visto una volta uscire dal bosco con la maestra d’asilo, come due clandestini, penso che avesse una storia con lei, una storia proibita. Credo che l’altra l’abbia uccisa per far credere a un serial- killer e anche stasera…
Una figura usciva dall’ombra del vialetto.
– Don Cesare – disse deciso il maresciallo.
– Sono di fretta, sto andando a dare un’estrema unzione.
– Mi faccia vedere che cos’ha nella borsa.
E gliela aprì, deciso. Ne uscirono una cintura di lino bianca e un foglietto con disegni colorati.
Racconto di Angela Borghi (www.ilcavedio.it). 4.- Novembre giallo e noir: quattro racconti.
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