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In Ticino disoccupazione ai livelli pre Covid. I frontalieri sono quasi 80mila

I dati mostrano la fotografia di un mercato del lavoro dinamico e in cambiamento, trainato dai servizi. Oltre duemila i lavoratori pendolari in più alla fine del terzo trimestre del 2023 mentre gli occupati "residenti" restano stabili

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Un mercato dinamico, con alcuni segni di rallentamento ma molti indicatori positivi e in costante cambiamento. È quello del lavoro in Canton Ticino dove attualmente sono occupati poco meno di 80mila frontalieri. La fotografia che emerge dai dati più recenti dell’Ufficio di statistica ticinese, alla fine del terzo trimestre 2023, mostra buoni risultati con la disoccupazione tornata a livelli precedenti al 2020, prima della pandemia. Gli esperti sottolineano però anche il rallentamento di alcuni indici come impieghi e occupazione mentre si registra una costante crescita dei lavoratori pendolari dall’estero. Il report evidenzia inoltre “un importante dinamismo di tutta l’economia, con attività che stanno crescendo o diminuendo indipendentemente dall’essere nel settore secondario o terziario. La trasformazione dell’economia ha implicazioni significative per la società, che sarà importante poter misurare e monitorare. Ad esempio la carenza di manodopera, evidenziata nel notiziario del secondo trimestre è strettamente dipendente dalle competenze richieste dall’economia in continua evoluzione”.

Occupati “residenti” stabili e più frontalieri

Nel terzo trimestre del 2023, sottolinea il report, il numero di occupati attivi sul mercato del lavoro ticinese si attesta attorno alle 246.000 unità, risultato simile allo stesso periodo del 2022 (-184 unità; -0,1%) (qui i dati). Il numero di lavoratori frontalieri è arrivato a sfiorare le 80mila unità, per la precisione si contano oggi 79.664 lavoratori, con importanti percentuali di crescita.

“Si osserva quindi un primo segnale di rallentamento dopo la crescita iniziata nel 2021 che ha portato l’occupazione a superare i livelli registrati anche prima della pandemia (+5.328 unità; +2,2% rispetto al 2018). L’andamento risulta diverso se si osservano distintamente gli occupati residenti e i frontalieri. Il numero dei residenti nell’ultimo anno è rimasto stazionario (-71 unità; 0,0%), frena così il trend in calo dell’ultimo quinquennio (-2.579 unità; -1,5%). Diversamente, il numero dei frontalieri è in costante aumento: di 2.209 unità (+2,9%) in un anno e di 11.409 individui (+16,7%) negli ultimi cinque anni. 

Un mercato dinamico, in cambiamento e trainato dai servizi

“Questo andamento di breve periodo – contestualizza il report – si inserisce in un mercato del lavoro in costante cambiamento e, come la maggior parte delle “economie sviluppate”, sempre più orientato al settore terziario. Il cambiamento della domanda, l’evoluzione demografica, le nuove tecnologie e una serie di altri fattori portano aziende e individui ad aver bisogno di maggiori servizi”.

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“Solo nell’ultimo decennio in Ticino si è verificata una marcata crescita nel settore terziario (+16,6%) raggiungendo quasi l’80% dei posti di lavoro. Contrariamente il settore secondario ha mostrato una stabilità, con una variazione minima (-0,1%) nei posti di lavoro. Approfondendo l’analisi tramite i dati della statistica strutturale delle imprese, si riscontra però un certo dinamismo nella composizione dei due settori”. Monitorando l’evoluzione percentuale, tra il 2011 e il 2021, delle singole divisioni economiche, si evidenzia come sia nel secondario che nel terziario siano presenti divisioni in crescita e di altre in calo. Per ciò che concerne l’industria “il risultato di stabilità complessiva nasconde, ad esempio, una contrazione nell’edilizia principale a favore di quella accessoria, oppure la crescita dell’industria farmaceutica si contrappone alla diminuzione nella fabbricazione di apparecchiature elettriche. Anche la crescita costante del settore dei servizi nasconde dinamiche eterogenee nei suoi sottocomparti. Rami come l’informatica, i servizi sanitari e l’assistenza sociale stanno registrando un aumento occupazionale, mentre attività come i servizi finanziari e delle comunicazioni stanno diminuendo. Questa breve panoramica evidenzia la grande eterogeneità e dinamicità del mercato del lavoro. Le recenti trasformazioni, inclusi i cambiamenti tecnologici, l’evoluzione demografica e altri trend globali, ridefiniscono la domanda e l’offerta di beni e servizi e, di conseguenza, anche il panorama economico richiede un continuo adattamento. I trend appena accennati rappresentano elementi chiave che sarà fondamentale continuare a monitorare”.

Fonte dati: Notiziario statistico USTAT

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Maria Carla Cebrelli
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Pubblicato il 27 Dicembre 2023
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