Budokai: le arti marziali fanno bene anche al cervello
Viaggio nella società nata all'interno del Centro Ricerche di Ispra, attiva fin dal 1953 e affiliata Uisp. Un luogo dove scienza e sport sono legate da sempre
Genialità, ricerca e meditazione vanno spesso insieme. Ecco perché i ricercatori di tutta Europa, da sempre, frequentano il Budokai di Ispra. Budokai, associazione nata nel 1958 insieme all’Euratom di Ispra, è probabilmente una delle più antiche in provincia di Varese per l’insegnamento del judo, a cui dal 1980 si sono aggiunti i club di Karate, Aikido e Kendo.
Fin da subito, Budokai – affiliata a Uisp – è stata un punto di riferimento sportivo per tutta la comunità scientifica che lavorava all’Euratom, centro di ricerca nato con l’obiettivo di sfruttare ad uso pacifico le energie nucleari. Per i ricercatori europei, partecipare alle attività di Budokai nel dopolavoro era un modo per tessere relazioni a Ispra e sentirsi accolti, ma anche per meditare e stare bene fisicamente.
Il centro – dopo il referendum contro il nucleare del 1987 – è diventato il JRC ed effettua prevalentemente ricerche sull’ambiente, la protezione e la sicurezza dei cittadini. Vi lavorano ricercatori provenienti da 27 Paesi, che trovano nella Polisportiva Budokai – Associazione Sportiva Dilettantistica di Arti Marziali Tradizionali e Discipline Orientali con sede ad Ispra – un posto dove sentirsi a casa. Lo sport è un alleato anche del cervello. Fare movimento allena anche la mente. Praticare arti marziali allena la concentrazione e la capacità di visualizzare soluzioni nuove.
Non a caso, l’ideogramma BuDoKai significa via, sentiero, che si pronuncia “Dao” oppure “Tao”. Nella filosofia cinese il Tao (il principio) rappresenta la forza fondamentale che scorre attraverso tutta la materia dell’universo. «Oggi sono circa 300 tra adulti e bambini le persone che partecipano alle attività di Budokai: ai ricercatori si sommano residenti a Ispra, Cadrezzate, Angera, Brebbia e Travedona – spiega Ana Paya Perez, segretaria di Budokai e ricercatrice sull’impatto dell’inquinamento nei suoli -. Anno dopo anno, seguendo l’evoluzione dei tempi, il centro ha abbracciato sempre più discipline. Io, ad esempio, ho aperto la sessione di Yoga e ho contribuito a sviluppare il Tai Chi (foto in alto). Attualmente le persone si stanno orientando alle attività che portano un maggiore benessere ed è molto richiesto il Pilates».
Un tratto distintivo di Budokai è la forte apertura al prossimo. «Essere persone di tanti Paesi diversi è sempre stata la nostra forza e la nostra ricchezza – spiega Ana Paya Perez -. La diversità culturale ci ha arricchito nei rapporti sociali, nelle conoscenze, nei pensieri e nel modo di organizzare il lavoro. È un modo per aprire la prospettiva mentale». Le arti marziali, già da sole, costituiscono un percorso mentale e fisico insieme, se si praticano con persone diverse questo aspetto diventa ancora più determinante.
Se Budokai esiste ancora oggi è proprio perché è un luogo di crescita in tutti i sensi. E chissà, forse proprio praticando arti marziali in Budokai, sono nate idee che un domani si tradurranno in invenzioni in grado di migliorare la vita di tutti.
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