Oltre 250 appuntamenti sanitari fissati nei tempi giusti grazie a SOS Liste d’attesa
Sono 11 gli sportelli sparsi sul territorio dove è possibile trovare sostegno nella ricerca dell'appuntamento medico o diagnostico. Solo 9 i casi senza successo grazie al ricorso amministrativo
Sono 253 gli esami medici fissati nei tempi previsti grazie al supporto di SOS Liste d’attesa.
Il servizio, avviato in via sperimentale nel giugno scorso nella sede delle Acli a Varese con la collaborazione di Cgil, SPI Cgil, COLCE, Auser, Medicina Democratica e Coordinamento varesino per il diritto all Salute, oggi conta su 11 sportelli: oltre a quelli operativi dall’autunno 2023 a Varese, Laveno Mombello, Marchirolo e Saronno, si sono aggiunti Ispra, Cassano Magnago e, settimana prossima, Busto e a Gallarate.
In tutto 11 diversi punti a cui il cittadino, che non trova appuntamento ai cup degli ospedali nei tempi previsti dalla legge, può rivolgersi per far valere il proprio diritto: « La gente non sa che è un suo diritto avere l’appuntamento medico o diagnostico nei tempi previsti dalla normativa – spiega l’avvocato Filippo Cardaci vicepresidente Acli – i cittadini spesso si sentono dire che le agende sono chiuse o non c’è posto prima di tanti mesi e lo accettano perché ignorano che è illegittimo».
Ed è proprio sulle leggi che si basa il servizio, ormai avviato a livello regionale attraverso una rete di servizi analoghi: « Si presentano allo sportello muniti di documenti nei identità, tessera sanitaria, impegnativa del medico curante e, nel caso l’avessero, foglio di appuntamento – racconta ancora l’avvocato – noi aiutiamo il cittadino a scrivere quello che , alla fine, è un ricorso amministrativo e lo inviamo al RUA, la figura istituita per legge che, all’interno di ogni azienda ospedaliera, deve garantire i tempi di attesa indicati dalle norme. Nel giro di 24 ore otteniamo risposta».
SOS liste d’attesa: la rete di sportelli per farsi curare nei tempi corretti
Delle 253 domande presentate in questi mesi, solo 9 sono andate male per alcune imprecisioni “legate ai primi tempi di apertura del servizio”.
Davanti alla richiesta di appuntamento, il RUA può trovare la data in tempi corretti o nella propria azienda altrimenti in altri centri pubblici o del privato convenzionato. Nel caso non ci fosse possibilità, allora si deve allargare la ricerca all’attività privata intramoenia fatta dallo specialista in ospedale o, ultima istanza, al privato: in ogni caso sarà il servizio sanitario regionale a sostenere i costi ( a eccezione del ticket se previsto).
Spesso gli sportelli SOS Liste D’Attesa chiedono un appuntamento in specialità dove ci sono le “agende chiuse” piuttosto che indisponibilità: « In una trentina i casi ci siamo sentiti rispondere con uno “scarica barile”. Il RUA ha fornito un elenco di strutture a cui rivolgersi, incaricando il paziente della ricerca. Sono situazioni illegittime su cui valuteremo come intervenire» spiega ancora l’avvocato delle Acli.
Ma dove si trovano gli appuntamenti quando le liste sono chiuse?: « Immaginiamo – spiega il dottor Filippo Bianchetti del Coordinamento Diritto alla Salute – che i reparti abbiamo dei posti per gestire le emergenze e che utilizzano davanti a queste richieste. Ci hanno anche raccontato di appuntamenti presi dopo aver fatto slittare chi aveva già una data. Non sappiamo se ciò avvenga davvero».
Di diritti parla Giampiero Camatta dello SPI Cgil : « Le persone ignorano i propri diritti, si tratta soprattutto di anziani e fragili. E sono proprio loro che, davanti alle mancate risposte, rinunciano alle cure. Ma ci sono anche giovani e lavoratori che non sono consapevoli di quanto debbano ottenere. E questo avviene per le prime visite ma le cose vanno anche peggio per controlli e follow up».
Filippo Bianchetti ne fa una questione di opportunità politica: « Chi rinuncia alle cure esce da tutte le statistiche con cui si fanno le politiche sanitarie. Appaiono solo le liste d’attesa, quindi gli appuntamenti programmati. Chi rinuncia sparisce dall’analisi del bisogno di salute. Ecco che, quindi, l’offerta che viene data è sempre sottostimata rispetto al vero bisogno».
Domani sabato 2 marzo, in corso Matteotti a Varese ci sarà un banchetto informativo per raggiungere la popolazione: « La cosa bella di questo servizio – commenta Roberta volontaria di CoLCE – è chi ottiene una risposta poi torna per fare il volontario e dare una mano».
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